Claudio Amendola a C’è Posta per Te. L’attore romano è ospite della trasmissione di Maria De Filippi affianco a Giuseppe, un giovane ragazzo innamorato. Giuseppe è in studio per la sua compagna Sara, con la quale vive da undici anni. Da un po’ di tempo Giuseppe e Sara sognano un matrimonio, una casa tutta loro, un futuro insieme, ma Giuseppe, di fronte a questi discorsi, è sfuggente perché ha paura. Ha paura di non essere un buon marito, di non poter lavorare più, di non essere all’altezza; Giuseppe ha paura perché è malato di sclerosi multipla, una malattia che non lascia scampo. Sara ne è consapevole e, a differenza del compagno, non ha paura. Sa di volergli stare accanto, di essere pronta a reggere tutte le difficoltà che il futuro riserverà loro.
«Tra
tutti i ragazzi di cui ti potevi innamorare hai scelto me, nonostante
la mia malattia. Io sono qui perché il tuo amore mi rende più uomo, mi
fa commuovere e mi fa rinascere ogni giorno», ha detto Giuseppe a Sara
appena la busta s’è aperta. «C’ho messo un anno a raccontarti della mia
malattia. Poi ho deciso di dirtelo, confidandoti che avevo un segreto.
Tu, quando hai sentito della malattia, ti sei sentita sollevata perché
pensavi che avevo un’altra relazione. Mi sei stata sempre accanto, anche
quando le gambe hanno iniziato a cedere, anche quando ho smesso di
sollevare i pesi, quando non riuscivo più a gestire l’attività che con
tanta fatica avevamo costruito. Con te voglio imparare a credere nei
miei sogni, che, alla fine, ho scoperto essere anche i tuoi. La mia
paura più grande è finire in sedie a rotelle e diventare per te non solo
un peso morale ma anche fisico. Ho paura che un giorno tu ti possa
stancare di me, per tutto ciò che non posso darti. Ma sono qui per
ringraziarti, a prescindere da come andrà, per questi meravigliosi
dodici anni». La lunga e commuovente lettera di Giuseppe è un’ode alla
sua compagna e al suo coraggio.
Amadeus pronto a rimettere il suo mandato di direttore artistico e conduttore del festival di Sanremo?
Secondo voci insistenti all’interno della squadra del Festival, il
conduttore starebbe valutando il gesto clamoroso, dopo le parole
twittate dal ministro Franceschini sul divieto ai figuranti in sala per
il Teatro Ariston di Sanremo. Amadeus e i suoi, che hanno sempre
parlato della difficoltà per gli artisti di esibirsi davanti a un teatro
vuoto, avrebbero sottolineato anche come martedì il ministro della
Salute Roberto Speranza non avesse parlato di figuranti, come ha fatto
invece Franceschini, le cui parole sono state dunque interpretate come
un attacco al Festival. Dal momento che — si fa notare da ambienti
vicini al festival — molti altri programmi tv vanno in onda con un
pubblico di figuranti scritturati.
Un’agitazione che ha preso forma dopo il tweet mattutino del ministro dei Beni Culturali Franceschini:
«Il Teatro Ariston di Sanremo è un teatro come tutti gli altri e
quindi, come ha chiarito il ministro Speranza, il pubblico, pagante,
gratuito o di figuranti, potrà tornare solo quando le norme lo
consentiranno per tutti i teatri e cinema. Speriamo il prima possibile».
Insomma no ai figuranti. Una presa di posizione che ha spiazzato
Amadeus e che stride con quanto accaduto finora in televisione, dove i
figuranti sono largamente utilizzati. I figuranti, infatti —
diversamente dal pubblico pagante — rientrano nella categoria di
«attori» contrattualizzati che sono parte integrante dello spettacolo
stesso: esemplari i casi di X Factor
che li ha utilizzati nell’ultima edizione o del Maurizio Costanzo Show
che va in onda regolarmente addirittura da un teatro, il Parioli.
Il ministro della Salute Roberto Speranza martedì aveva inviato al Comitato Tecnico Scientifico la lettera delle associazioni discografiche in cui queste ultime chiedevano un protocollo di sicurezza per i cantanti che si esibiranno al Festival di Sanremo. Il Cts non ha ancora fissato la data della riunione né ha al momento ricevuto richiesta di pareri per l’organizzazione dell’evento. Su questo fronte, in ogni caso, l’orientamento degli esperti è quello comunque di non consentire la presenza del pubblico in sala, come ribadito più volte per eventi di questo tipo.
Ho incontrato Luigi Alfredo
Ricciardi, barone di Malomonte e commissario di pubblica sicurezza, in
una caldissima mattina di giugno di quindici anni fa. Il luogo era
magico, un ponte sospeso sul tempo, il Caffè Gambrinus, nel centro della città:
ero alla ricerca di qualcosa da raccontare per un concorso al quale ero
stato iscritto per scherzo, io che ero un lettore e che a mettermi a
scrivere non ci avevo mai pensato. Qualche parola su un foglio, per non
essere l’unico a non aver immaginato niente e per poi tornarmene alla
mia vita da bancario. Girando attorno il mio sguardo privo d’ispirazione
lo vidi là, nella penombra, gli occhi perduti nel vuoto e un caffè che
gli si freddava davanti. Brillantina, un ciuffo sulla fronte che ogni tanto metteva a posto con un gesto nervoso della mano, un soprabito (con quel caldo!) dal bavero rialzato.
Ricordo gli occhi, verdi, che inseguivano chissà cosa e che, all’improvviso, si fissarono su un angolo deserto, una sedia vuota, come vedesse qualcosa che era invisibile agli altri. Ora che ci penso, quella fu l’unica volta in cui potei vederlo. Dall’esterno, perché nella sua anima tormentata ho poi vissuto per tre lustri, dodici romanzi e una decina di racconti, mille presentazioni e innumerevoli interviste a raccontare i suoi pensieri, le emozioni e gli amori, i sentimenti e le paure.
Il rapporto tra un autore e un
personaggio è simile a quello che si ha con se stessi. Ci si guarda allo
specchio la mattina, ci si vede di sfuggita per sistemarsi, e se poi
capita di imbattersi in una foto in cui si compare e nemmeno ci si
riconosce. Posso dirvi cosa pensa e cosa sente Ricciardi
in ogni istante della sua vita, ma non saprei descrivervi il suo corpo o
il volto nei minimi particolari. Non è quello che devo raccontare. È
forte perciò l’emozione a vederlo muoversi per le strade della sua
città, che è la mia, nella sua epoca. Riconoscerne il portamento,
l’espressione del volto, le esitazioni nella parola. E con lui gli
altri, i personaggi che mi sono venuti a trovare negli anni e che hanno
composto un mondo completo in ogni parte, per me più vero della realtà
in cui vivo.
Ricciardi è strano, sapete. È come se fosse rinchiuso in una cella, dalla quale continua a urlare e a chiedere aiuto, ma nessuno lo sente. È convinto di essere pazzo, in un tempo in cui i pazzi venivano messi senza pietà in luoghi terribili che assomigliavano all’inferno, e quindi nasconde a tutti la propria condizione, come un atroce segreto inconfessabile che se venisse scoperto diventerebbe una condanna definitiva.
La scena girata a Lagos, in Nigeria, dove sei mesi fa un altro bimbo conquistò il web con la danza | CorriereTv
Roberto Bolle posta su Instagram
il video di una piccola ballerina a piedi scalzi sotto la pioggia e
scrive: «Ballando sotto la pioggia. Siamo a Lagos, in Nigeria, nella
periferia di una città fra le più povere del mondo. Eppure questa
bambina scalza danza già con la grazia di una étoile. E sorride al
futuro». (qui l’articolo). Nello stesso luogo sei mesi fa un altro bimbo conquistò il web con la danza grazie a un video molto simile (qui la storia)
Roma – Svelati i 26 big in gara a Sanremo 2021. Morgan non c’è. E non è neppure presente alla finale di Sanremo Giovani. Giovedì 17 dicembre, dal Teatro del Casinò di Sanremo, in diretta tv su Raiuno, Amadeus,direttore artistico e presentatore del 71esimo festival di Sanremo – in programma dal 2 al 6 marzo 2021 – annuncia il cast artistico della kermesse, i 26 big e le 8 Nuove proposte, durante la finale di Sanremo Giovani.
Ma durante lo show va in onda anche lo show di
Morgan, escluso per “decisione artistica” dai big e fatto fuori anche
dalla giuria di Sanremo Giovani. La decisione, definita in una nota
ufficiale che Amadeus legge in avvio di serata “molto sofferta”, è stata
presa in seguito al “comportamento inaccettabile”,
“espresso con dichiarazioni offensive, pubbliche e private, di Marco
Castoldi all’indirizzo del direttore artistico Amadeus e
dell’organizzazione del Festival”. Anche se Amadeus chiude subito la
questione, sui social Morgan racconta la sua verità con una lunga diretta Instagram e pubblicando anche dei messaggi privati (con parole forti) destinati ad Amadeus. A stemperare gli animi ci pensa Fiorello (che
sarà al fianco di Amedeus sul palco dell’Ariston) con la sua ironia:
“Ama, tu sei un genio. Sei l’unico che non elimina i cantanti ma i
giurati!”.
L’annuncio dei big in gara a Sanremo 2021 parte con Francesco Renga che porterà la canzone ‘Quando trovo te’. Per la prima volta al Festival sbarca il duo indie-pop rap Coma_Cose (Fausto Zanardelli e Francesca Mesiano) con ‘Fiamme negli occhi’, debutto anche per Gaia (la vincitrice di Amici 19) che canterà ‘Cuore amaro’. Tra i big ci sono Irama con le treccine (cinque anni fa partecipò a Sanremo Giovani) che porta la canzone ‘La genesi del tuo colore’ e il debuttante Fulminacci (il cantautore Filippo Uttinacci) con ‘Santa Marinella’. Esordio sanremese pure per la rapper Madame (all’anagrafe Francesca Calearo) con il brano ‘Voce’ e per il rapper-cantautore Willie Peyote (pseudonimo di Guglielmo Bruno) con la canzone ‘Mai dire mai (La locura)’.
Andrea Bocelli in un’inteso e commovente duetto con la figlia
Virginia durante l’esibizione si è tenuta ieri sera al Teatro Regio di
Parma, nello spettacolo di Natale del tenore “Believe in Christmas” www.raiplay.it.
L’evento si è svolto in totale sicurezza, ma le adesioni sono state
da record. E non solo in Italia: infatti, si stima che oltre 200.000
persone si siano collegate in streaming da più di cento Paesi del mondo.
Quello di Parma è uno dei palchi più rinomati d’Italia, ed è famoso per
ospitare un festival popolare in tutto il mondo, dedicato a Giuseppe
Verdi.
Lo show ha visto l’esecuzione di alcuni pezzi estratti dal suo «Believe», affiancati alle più popolari canzoni di natale. Notevole anche il cast degli ospiti: Zucchero, Cecilia Bartoli, il soprano Clara Barbier Serrano e la talentuosa violinista ucraina Anastasia Petryshak.
In attesa di «riveder le stelle», quelle dantescamente vere e salvifiche, le stelle dell’arte si potranno vedere — e soprattutto sentire — in televisione. La pandemia ha stravolto persino il rito di Sant’Ambrogio, la «prima» della Scala (era successo solo durante la Seconda guerra mondiale) ma non ha cancellato lo spettacolo, anzi. «La Scala non poteva rimanere chiusa», dice la soprano Sonya Yoncheva in una intervista con Giuseppina Manin. E così è stato: il regista Davide Livermore ha ideato uno spettacolo televisivo senza precedenti, che lunedì 7 dicembre, dalle 17, su Raiuno, Radio3 e Raiplay, raggiungendo una vasta platea grazie all’accordo con la rete europea Arte e lo streaming di Medici Tv che coprirà l’intero pianeta, darà vita ad un format che unisce musica, cinema, tv, teatro e radio.
Il supplemento in edicola con il «Corriere»
Ma non si ferma nemmeno uno dei supplementi «storici» del Corriere della Sera, quello dedicato alla stagione scaligera e alla prima: sempre lunedì 7, in edicola gratis con il Corriere e
naturalmente — per gli abbonati — nell’edizione digitale. Ventiquattro
pagine per raccontare questa piccola rivoluzione, che non è soltanto un
format, ma è un modo diverso di godersi lo spettacolo. Manin firma il
pezzo-racconto con i dettagli della sfida lanciata dal sovrintendente Dominique Meyer e dal maestro Riccardo Chailly,
«oltre le restrizioni» e con un titolo promettente: «A riveder le
stelle». Una grande avventura che segna una svolta nella musica «colta»
di Rai Cultura, come spiega Valerio Cappelli. E un segnale di fiducia.
Anche perché, sottolinea la soprano Yoncheva,
«adesso tocca a noi fare qualcosa», laddove «noi» sta per «artisti più
famosi e più fortunati», a fronte di un numero enorme, purtroppo, di
professionisti dello spettacolo che in questo periodo sono senza lavoro.
Ma questa emergenza durerà a lungo e allora il sovrintendente Dominique Meyer, nell’intervista a Pierluigi Panza che chiude il dorso spiega che la soluzione è «una digitalizzazione responsabile».
La settima edizione di “Tu sì que vales” si è conclusa con la vittoria di Andrea Paris, che conquista così il montepremi di cento mila euro. Il prestigiatore di Foligno ha incantato tutti con un numero davvero incredibile che ha coinvolto i giudici e tutto il pubblico in studio.
“Dedico questa vittoria a tutte le persone che mi sono state vicine, in particolare a Veronica Franco che questa sera avrebbe dovuto essere qui – ha commentato Andrea Paris visibilmente emozionato – Una parte del montepremi sarà destinata alla lotta alla leucemia”.