Grillo, addio a Farage per i liberali In gioco i soldi e le cariche: chi resta senza un gruppo perde 700 mila euro
lunedì, Gennaio 9th, 2017
di Emanuele Buzzi
Il denaro, le cariche e il matrimonio che rischia di saltare. Galeotta fu la Brexit. Le frizioni, le incomprensioni tra Ukip e Movimento Cinque Stelle risalgono infatti all’epoca del referendum sull’uscita della Gran Bretagna dall’Unione Europea. «Dovevamo anche pensare a un progetto a lungo raggio, non con un orizzonte di due anni», si giustificano i pentastellati. Sei-sette mesi di altalene: prima con alcune promesse degli inglesi (sui ruoli e il peso all’interno del gruppo in vista dell’abbandono dell’Europa) venute poi meno, poi proprio con frizioni reciproche su atteggiamenti e cariche da ridistribuire a metà della legislatura. Uno stallo che ha portato già a fine settembre all’avvio di alcune trattative.
Le trattative
A ordire la trama David Borrelli, il braccio destro di Davide Casaleggio a Bruxelles, il Cinque Stelle che a giugno ha incassato la stima pubblica dell’ex premier Mario Monti (ricordiamo che Scelta civica era schierata con Alde, ndr). Proprio Borrelli concretizza in un mese, un mese e mezzo — dalla fine di novembre alle festività natalizie — la trattativa con i liberali. Una mossa necessariadopo il rifiuto dei Verdi all’ingresso nel gruppo del Movimento. Una mossa tenuta all’oscuro di gran parte della delegazione e concordata in gran segreto con i vertici di Milano e Genova (forte anche del codice di comportamento degli eurodeputati che legittima Grillo di una scelta politica in tal senso).
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