Vitalizi, stipendi, sprechi: le tre promesse dimenticate di Di Maio
venerdì, Settembre 14th, 2018di SEBASTIANO MESSINA
ROMA – Adesso che i fatidici cento giorni sono passati, è arrivato il momento di chiedere a Luigi Di Maio – già candidato premier e attuale vicepresidente del Consiglio – che fine abbiano fatto le nove pagine che lui sventolava in piazza del Popolo la sera del 2 marzo scorso. Non una domanda oziosa, perché in quelle nove pagine non c’erano gli appunti per il suo ultimo comizio prima del voto, ma qualcosa di molto più importante.
“Vi presento – disse quella sera, con il tono del presentatore che sta introducendo sul palco un ospite a sorpresa – il primo decreto legge del primo Consiglio dei ministri del Movimento 5 Stelle”. Naturalmente erano tutti curiosi, i suoi elettori, di sapere cosa ci fosse scritto in quei fogli che lui mostrava al pubblico. E lui lo rivelò: “E’ un decreto in tre punti. Al primo punto dimezziamo lo stipendio ai parlamentari della Repubblica! (fragoroso applauso della piazza). Al secondo punto togliamo i vitalizi ai politici! (altro lungo applauso). E al terzo punto di questo decreto tagliamo 30 miliardi di sprechi e privilegi e li rimettiamo in aiuti alle famiglie che fanno figli, a chi perde il lavoro e ai pensionati! (coro entusiasta: “O-ne-stà, o-ne-stà”)”.
M5s, quando Di Maio prometteva in piazza: “Al primo consiglio dei ministri taglio stipendi, vitalizi e 30 miliardi di sprechi”
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