Archive for Settembre 13th, 2018

Fondi Lega, ipotesi riciclaggio per i 49 milioni truffati e spariti: rogatoria dei pm in Lussemburgo

giovedì, Settembre 13th, 2018

di MARCO PREVE

Una trasferta di 36 ore in Lussemburgo per una rogatoria utile a confermare l’ipotesi investigativa di partenza: una parte dei 49 milioni di rimborsi elettorali 2008-2010 che la Lega deve restituire allo Stato dopo la condanna di Umberto Bossi per truffa, sarebbero finiti in un fondo del Granducato. Il procuratore aggiunto Francesco Pinto, la pm Paola Calleri e il colonnello Maurizio Cintura capo del Nucleo di polizia tributaria di Genova, hanno personalmente esaminato la documentazione del fondo Pharus Management, società di gestione patrimoniale che opera anche in Svizzera, e hanno anche sentito alcune persone a conoscenza di passaggi e provenienza dei soldi.

Tutto inizia con una decina di milioni di euro che, dopo la caduta di Umberto Bossi e la condanna in coppia con l’ex tesoriere Francesco Belsito, dalle casse della Lega, gestioni Roberto Maroni e Matteo Salvini, finiscono in una serie di conti correnti bancari, poi vengono dispersi fra alcune fiduciarie riconducibili, secondo la procura, a soggetti vicini al Carroccio per poi rientrare in un conto di ‘transito’ della Cassa di Risparmio di Bolzano. (altro…)

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Il voto Ue contro l’Ungheria: un primo segnale

giovedì, Settembre 13th, 2018

Stavolta sarà difficile chiamare in causa «i tecnocrati» di Bruxelles o di Strasburgo. Il voto col quale ieri è stato dato l’altolà al premier ungherese Viktor Orbánsui diritti umani e ai «poteri forti» di Internet sul copyright, proviene dal Parlamento europeo eletto dai popoli del Vecchio continente. Mostra un’Unione finora sulla difensiva, decisa a riprendere voce e a rivendicare i propri valori contro la violazione dello Stato di diritto. Questo significa l’apertura di una procedura che potrebbe portare a una serie di sanzioni contro l’Ungheria, utilizzando l’articolo 7 del Trattato dell’Ue. E segna, di fatto, l’inizio della campagna per le Europee del maggio prossimo, con una sfida ferma all’estremismo nazionalista e alla nebulosa populista. Era necessaria una maggioranza di due terzi dei deputati, e è stata raggiunta. A favore delle sanzioni ci sono stati 448 voti. I contrari sono stati 197, e gli astenuti 48. Movimento Cinque Stelle e Lega hanno assunto posizioni opposte. A favore di Orbán il partito di Matteo Salvini, con la stampella subalterna di Forza Italia che pure in passato ha sempre rivendicato un’identità politica liberale; con la maggioranza vincente, invece, il movimento di Luigi Di Maio. Ma i due contraenti del governo italiano si sono ritrovati in tema di copyright, al contrario di FI. Entrambi hanno difeso le multinazionali digitali contro la decisione del Parlamento europeo di proteggere su Internet il diritto d’autore; e insieme sono stati battuti. (altro…)

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L’ira di Tria con Di Maio: non faccio il capro espiatorio

giovedì, Settembre 13th, 2018

Non è per fatto personale se Tria ha voluto spiegare a Di Maio che le prove muscolari invece di produrre risultati politici provocano costi economici. Perché è bastata una nota ufficiosa dei grillini contro il titolare di Via XX Settembre per far alzare lo spread senza che calasse la tensione dentro M5S. Il problema del vice premier cinquestelle è chiaro a tutto il governo: come spiega un autorevole ministro leghista, «per superare le pressioni interne, nella manovra Di Maio dovrà intestarsi qualcosa di pesante, cioè il reddito di cittadinanza. Ma ci sono limiti di spesa». Ed è dentro quei «limiti» che il titolare di via XX Settembre sta cercando di trovare una soluzione per le richieste al rialzo di entrambe le forze di maggioranza.

Il fatto è che l’altro ieri le sue parole sono state interpretate dai grillini come un altolà ai loro desiderata. E questo si è aggiunto all’irritazione dettata dal fatto che — dopo aver accettato di abbassare i toni per quietare i mercati — hanno visto Tria «sconfinare» dalle sue competenze, e prendere posizione a favore di Tav e Tap. Per Di Maio — che già deve gestire il malcontento per il rilancio dell’Ilva — è stato un atto «ostile», compiuto da un ministro che «non ha ruolo politico», e dunque non può intervenire su questioni «non di sua competenza». (altro…)

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