Archive for Dicembre, 2019

Popolare di Bari commissariata, il governo pronto a mettere 250 milioni

sabato, Dicembre 14th, 2019

di Fabrizio Massaro

Scatta la rete di salvataggio per la Popolare di Bari. Ieri sera il Consiglio dei ministri ha discusso l’intervento per sostenere l’istituto pugliese in crisi — 3.300 dipendenti, 70 mila soci. In sostanza si va verso una sorta di «nazionalizzazione» parziale con l’intervento della banca pubblica Mediocredito Centrale (Mcc) e del Fondo Interbancario di tutela dei depositi (Fitd). Il governo dovrebbe versare 250 milioni in Mcc, che a sua volta li userà per l’aumento da 800 milioni-1 miliardo della PopBari, nel frattempo commissariata ieri sera dalla Banca d’Italia. Una specie di schema-Carige, che proprio ieri ha chiuso l’aumento di capitale.

L’accelerazione era nell’aria, nonostante appena nel pomeriggio il premier Giuseppe Conte avesse rassicurato: «Al momento non c’è nessuna necessità di intervenire con nessuna banca», il sistema «è in buona salute». Ieri sera il consiglio dei ministri, cominciato alle 21, non ha emanato un decreto-legge, come era circolato inizialmente. C’è stata un’informativa del ministro dell’Economia, Roberto Gualtieri, sul commissariamento. Il Cdm — informa una nota — «ha espresso la determinazione ad assumere tutte le iniziative necessarie a garantire la piena tutela degli interessi dei risparmiatori e a rafforzare il sistema creditizio a beneficio del sistema produttivo del Sud, in maniera pienamente compatibile con le azioni di responsabilità volte ad accertare le ragioni che hanno condotto al commissariamento».

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Elezioni Emilia Romagna, gli ultimi sondaggi: Bonaccini ancora in testa

venerdì, Dicembre 13th, 2019

di LUCA ORSI

Bologna, 13 dicembre 2019 – A un mese e mezzo dalle elezioni regionali del 26 gennaio, continua il testa a testa fra Stefano Bonaccini e Lucia Borgonzoni. Al governatore uscente, candidato del centrosinistra – dato in vantaggio e in crescita dagli ultimi sondaggi – non riesce l’allungo sulla leghista appoggiata dal centrodestra.
La forbice più ampia fra i due principali sfidanti che si giocheranno la presidenza della Regione, è quella della rilevazione realizzata da Noto Sondaggi per Porta a porta, andata in onda ieri sera. Bonaccini si attesta infatti tra il 45 e il 49%. La Borgonzoni insegue tra il 41 e il 45%.
Il candidato del Movimento Cinque stelle raccoglierebbe solo il 4-8%, ma il sondaggio è stato svolto prima della scelta del forlivese Simone Benini, ufficializzata ieri sera dopo la votazione sulla piattaforma Rousseau.
Salgono le quotazioni di Bonaccini anche per Emg Aqua. Nella nuova rilevazione, condotta fra il 2 e il 4 dicembre su un campione statistico di mille persone, presentata ieri ad Agorà , le intenzioni di voto per il governatore uscente sono al 46,5% (+1% rispetto al sondaggio di novembre), con la sua lista civica accreditata di oltre il 10%. 

Rimane stabile, invece, la Borgonzoni, ferma al 44% di un mese fa. L’ex sottosegretaria ai Beni culturali rimane comunque ancora vicina a Bonaccini, ma con un distacco che sale a 2,5 punti percentuali.
In discesa nelle intenzioni di voto, il candidato dei Cinque stelle, stimato al 5,5%. Si tratta di un calo dell’1,5% rispetto alla rilevazione di novembre.

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Sondaggio, Salvini ancora più leader. Renzi e Di Maio affondano

venerdì, Dicembre 13th, 2019

Pina Francone

La tendenza è ormai chiara: il centrodestra è di gran lunga maggioranza nel Paese. Infatti, anche l’ultimo sondaggio di Index Reserach parla chiaro: Lega, Fratelli d’Italia e Forza Italia – se andassero insieme in coalizione – metterebbero insieme il 48,7% dei consensi, a un soffio da quel 50% che con l’1,1% di Cambino! di Giovanni Toti sarebbe realtà.

Nella puntata di giovedì sera di Piazzapulita uno dei momenti clou è stato proprio quello che Corrado Formigli ha dedicato alla lettura dei dati raccolti dall’istituto demoscopico. E i numeri, come noto, parlano chiaro.

Il Carroccio perde mezzo punto percentuale, scendendo dal 32,7% al 32,2%, ma ciò nonostante si mantiene saldamente in testa. Già, perché alle sue spalle il Partito Democratico arranca e non poco, non riuscendo a risalire sopra la soglia psicologica del venti per cento. Il Pd di Nicola Zingaretti – seppur guadagna lo 0,1% – non va oltre il 19,2%.

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Conte supplica l’Europa di modificare il Mes ma la strada è in salita

venerdì, Dicembre 13th, 2019

Fabrizio De Feo

«Non siamo qui per firmare nulla. Come anche da risoluzione del Parlamento, e su questo c’è piena sintonia tra Governo e Parlamento, vogliamo ancora migliorare il Mes».

Giuseppe Conte, arrivato a Bruxelles per il Consiglio europeo prova ancora una volta a sminare il terreno del Meccanismo Europeo di Stabilità e a diffondere rassicurazioni. «Abbiamo da lavorare ancora su alcuni aspetti nient’affatto secondari, ad esempio ci sono le Cacs, le clausole di azione collettiva. Ci lavoreremo. Ho già anticipato ai leader europei che dobbiamo lavorarci sopra. Prima di chiudere vogliamo una visione complessiva e il Parlamento sarà informato in modo trasparente come abbiamo sempre fatto, sarà pienamente coinvolto».

La revisione del trattato sul Mes, in base alla posizione del governo italiano, non apporta modifiche sostanziali al trattato già esistente e non introduce alcun automatismo nella ristrutturazione del debito di uno Stato, ma lascia alla Commissione europea «il fondamentale ruolo di valutarne la sostenibilità e di assicurare la coerenza complessiva delle analisi macroeconomiche effettuate sui Paesi membri».

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Il grande inganno delle élite

venerdì, Dicembre 13th, 2019

Matteo Carnieletto

Basta leggere le parole che Paolo Gentiloni ha usato per commentare i risultati delle elezioni nel Regno Unito per comprendere l’insuccesso del partito di Jeremy Corbyn (in particolare) e della sinistra europa (in generale): “Vince Johnson cavalcando l’onda di Brexit. Perde l’illusione di una sinistra nostalgica. Speranza e fiducia nell’Unione europea. Oggi più che mai”. Le prime due frasi sono corrette: BoJo è stato votato perché, piaccia o meno, la gran parte del popolo britannico vuole la Brexit ed è disposta a votare un “cane pazzo” (ma solo all’apparenza) come lui pur di portarla a termine; Corbyn, invece, non è stato votato perché è stato percepito come un vecchio arnese della sinistra, è stato accusato di antisemitismo e ha promesso di tassare praticamente tutti. Abc: “Anyone, but Corbyn”, scegli chiunque ma non Corbyn. La speranza di cui parla Gentiloni, invece, è solo una pia illusione, coccolata da chi, ancora oggi, non riesce a capire, o forse non vuole, dove sta andando il mondo.

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L’imparagonabile

venerdì, Dicembre 13th, 2019

Ricordate l’ascesa, la rottamazione, il presentismo puro, il “tutta la vita davanti”, il passato come un ferro vecchio, l’approccio futurista. Ecco, allora mai Renzi, anche solo per scaramanzia, avrebbe citato Aldo Moro o Bettino Craxi, anzi Aldo Moro del discorso sullo scandalo Lockheed e Bettino Craxi sul finanziamento pubblico. Due immagini che evocano un incombente senso di fine: la morte dell’uno che, di lì a poco sarebbe stato rapito dalle Brigate Rosse; l’esilio dell’altro.

E chissà se, nonostante la sicumera nella postura, la mascella volitiva, la camicia bianca, il tono solenne (in un’Aula sonnecchiosa e semivuota) non sia innanzitutto quest’ansia inconscia da fine la vera chiave del discorso di Renzi in Senato. L’inchiesta, il tunnel politico in cui è piombato, il fallimento dell’operazione scissione: nel momento di difficoltà, porsi all’ombra di grandi leader è, in fondo, un modo per sentirsi tale o illudersi di essere tale: anche il ferro vecchio, inteso come un passato da regalare allo sfasciacarrozze, diventa una stampella. Esattamente come il garantismo, non pervenuto ai tempi della presa del potere, riscoperto alla bisogna quando sono iniziati i guai. Giustizialista sulla Cancellieri, senza neanche un avviso di garanzia, su Lupi, sulla Guidi, sacrificati assecondando l’umore prevalente del paese. Garantista su Consip, le vicende personali, l’inchiesta sulla fondazione Open

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Ma è una vittoria che può costare molto cara a Bojo

venerdì, Dicembre 13th, 2019

La vittoria dei conservatori è anche frutto di due errori. Gli errori:  li hanno commessi, in strano tandem, Angela Merkel e Jeremy Corbyn. La prima ha concesso ancora tempo al governo inglese per decidere sulla Brexit, oltre la data delle elezioni europee del giugno scorso. In questo modo ha lasciato sul terreno una bomba inesplosa che prima o poi sarebbe deflagrata nella politica britannica. E infatti è montata la frustrazione e persino la rabbia di tanti cittadini di fronte ad una questione che si ingarbugliava sempre più in una ridda di voti contraddittori alla Camera dei Comuni, tanto da ridicolizzare la loro ben amata istituzione; e questa rabbia è esplosa nelle urne dando un mandato chiaro e univoco a chi proclamava ai quattro venti che sarebbe uscito dall’Ue subito e senza tante storie. Che questo fosse il sentimento ormai dominante dell’opinione pubblica lo dimostra l’esito dei tanti conservatori espulsi da Johnson che si sono presentati come indipendenti senza essere eletti pur avendo in molti casi un pedigree politico di primo livello. Anzi, invece di danneggiare i Tory hanno affondato i candidati Labour che hanno perso tutti quei collegi. In realtà, il tema su cui alla fine gli inglesi hanno votato è stato la Brexit.

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Maltempo, arriva la tempesta di Santa Lucia: scuole chiuse a Roma e Napoli, neve a Milano

venerdì, Dicembre 13th, 2019

ROMA – Neve a Milano e Torino, pioggia intensa a Roma e forti venti al Sud. Le previsioni del tempo hanno convinto la sindaca di Roma Virginia Raggi e il sindaco di Napoli Luigi de Magistris a chiudere per oggi le scuole, i parchi e i cimiteri. Ma il maltempo non interessa soltanto la capitale e il Centro, si annuncia infatti un inizio di weekend con neve anche a bassa quota al Nord.

A Roma già da giovedì sera è stato aperto il Centro operativo comunale (Coc) che include tutte le strutture comunali e municipali deputate a coordinare le attività per fronteggiare il rischio di allagamenti e limitare eventuali disagi. “Le previsioni regionali indicano piogge con rovesci temporaleschi, la presenza di forti venti di burrasca con raffiche di tempesta e forti mareggiate lungo le coste”, ha spiegato il Campidoglio.

LE PREVISIONI REGIONE PER REGIONE

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Voto in Gran Bretagna, trionfo dei tories. E la Londra degli italiani è già cambiata

venerdì, Dicembre 13th, 2019

di Aldo Cazzullo

Voto in Gran Bretagna, trionfo dei tories. E la Londra degli italiani è già cambiata

Dal nostro inviato
LONDRA — È una notte di tensione, se non di paura, per i 700 mila italiani d’Inghilterra. Tranne che qui, a un passo da Buckingham Palace, sotto gli stucchi dell’In&Out – il prestigioso club della Marina militare affittato per la serata dagli Italian Conservatives -, dove si festeggia: i primi dati attribuiscono a Boris Johnson una vittoria netta. Ma basta uscire dal club, attraversare la strada e parlare con uno dei migliaia di camerieri, baristi, cuochi italiani per rendersi conto che con la Brexit – invocata dal primo ministro conservatore ma sotto sotto accettata anche da Jeremy Corbyn – nulla sarà più come prima.

E’ impressionante vedere quanti italiani ci siano nello staff di Boris. Tutti hanno nel cellulare la foto mentre se lo abbracciano. Rino Siconolfi ad esempio è terzo – con 1100 telefonate, solo 12 di distacco dal secondo, Laurence Wilson – nella classifica degli attivisti che hanno contattato più elettori. Il motivo è chiaro. Il nativo segue il protocollo: «Buongiorno Madam, scusi se la disturbo…». Rino Siconolfi parla inglese con l’accento di Ferrara dove è cresciuto, è di origine avellinese, suo padre è cugino del democristianissimo Gerardo Bianco, lui è stato vicepresidente di Confcommercio. La sua telefonata alla casalinga dello Yorkshire comincia così: «Signora carissima, come sta? Sta cucinando? Mi sembra di sentire un profumino… Come stanno i figli? Scusi se la annoio con la politica, ma questo piano di Boris per la sicurezza è davvero interessante…». La casalinga dello Yorkshire, che non riceve un complimento da anni, non resiste. Alla fine è lei a pregarlo di stare ancora un po’ al telefono, promettendo che voterà Boris secco e lo farà votare a tutta la famiglia..

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Fondazione Open, nelle mail a Palazzo Chigi le norme «gradite» ai finanziatori

venerdì, Dicembre 13th, 2019

di Fiorenza Sarzanini

Emendamenti e progetti di investimento inviati dal presidente di Open Alberto Bianchi direttamente a Palazzo Chigi quando era premier Matteo Renzi. Mail sugli interventi sollecitati dagli imprenditori che avevano accettato di finanziare la Fondazione. Sono state sequestrate dalla Guardia di Finanza durante le perquisizioni ordinate dalla Procura di Firenze. E rappresentano uno degli elementi di accusa contro lo stesso Bianchi, ma anche contro Marco Carrai, l’altro componente del «giglio magico», entrambi indagati per finanziamento illecito. Gli atti depositati al tribunale del Riesame svelano il contenuto di migliaia di documenti acquisiti sull’attività di Open, ma soprattutto il ruolo avuto dai suoi protagonisti, compreso Luca Lotti che faceva parte del consiglio di amministrazione. Secondo i magistrati la Fondazione nata per sostenere l’attività politica di Renzi, agiva in realtà come «articolazione di un partito politico» e avrebbe favorito gli interessi di chi — tra il 2012 e il 2018 — accettò di versare contributi economici.

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