Archive for Dicembre 11th, 2019

Borse, calma piatta in attesa delle banche centrali

mercoledì, Dicembre 11th, 2019

di Flavia Carletti

Le ultime da radiocor

Chiusura poco mossa per le Borse europee aspettando la Fed. Dopo una mattinata passata a oscillare sulla parità e senza trovare una direzione precisa, gli indici del Vecchio Continente nel pomeriggio hanno imboccato la strada del rialzo, con Madrid maglia rosa. A Milano il FTSE MIB è salito dello 0,14%, in linea con il Cac40 a Parigi. Il Dax30 a Francoforte ha guadagnato circa mezzo punto percentuale, quando il Ftse100 a Londra è rimasto più indietro, alla vigilia delle elezioni politiche nel Regno Unito. Gli investitori sono in attesa di novità sul fronte commerciale, con le indicazioni che sembrano andare verso un rinvio della scadenza del 15 dicembre per i nuovi dazi sulle importazioni cinesi. Questa sera si conoscerà l’esito della riunione di due giorni del comitato di politica monetaria della Federal Reserve. Dopo i tre tagli dei tassi già fatti nel corso del 2019, per questa riunione non è attesa alcuna mossa da parte dell’Istituto centrale Usa. Tuttavia, il mercato si aspetta qualche previsione per il prossimo anno e sull’andamento dell’economia a stelle e strisce. La settimana è tutta all’insegna delle banche centrali. Domani ci sarà la prima riunione di politica monetaria per Christine Lagarde, la nuova presidente della Bce.

Andamento Piazza Affari FTSE Mib
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Il marito sedia

mercoledì, Dicembre 11th, 2019
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di   Massimo Gramellini

Dopo averlo cercato invano davanti allo specchio, per trovare un maschio di cui andare orgoglioso mi sono dovuto trasferire a Hegang, nel nord-est della Cina. Qui le telecamere di un ospedale hanno ripreso una scena insolita. Siamo nel corridoio delle visite ginecologiche e una donna incinta si trascina su piedi intorpiditi alla ricerca di uno strapuntino sopra il quale allungarsi. Tra le persone sedute si scorgono parecchi maschi — qualcuno con la pancia, però presumibilmente non gravido — e tutti manifestano un interesse spasmodico per lo schermo del loro telefonino. Allora il marito della signora si inginocchia sul pavimento e ingobbisce i muscoli del dorso, così da trasformare la schiena in un sedile. La donna vi si appoggia, tenendosi al mancorrente. Mentre lui, dalla sua non comodissima posizione, trova persino il modo di passarle una bottiglietta d’acqua.

Il marito sedia, nessuno cede il posto alla moglie incinta e lui le offre la schiena

Video:Il marito sedia, nessuno cede il posto alla moglie incinta e lui le offre la schiena

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Conte: “Serve più coesione tra i leader Ue, no a divisioni” | “Inadeguata la proposta della Finlandia su tagli fondi”

mercoledì, Dicembre 11th, 2019

“Il governo italiano intende promuovere una maggiore coesione fra i leader Ue. Non è questo il tempo di divisioni”. Lo dice Giuseppe Conte alla Camera in vista del Consiglio Ue. In questo senso il premier giudica negativamente la proposta della Finlandia sul Quadro finanziario Ue, in quanto prospetta una serie di tagli all’innovazione, alla gestione di migranti (che colpisce soprattutto i Paese del Sud). “E’ inadeguata e sbilanciata”, sottolinea.

Proposta finlandese punta al ribasso “La ‘scatola negoziale’ è stata presentata dalla Presidenza finlandese solo il 2 dicembre. Essa contiene alcune ipotesi di allocazione dei fondi, peraltro non esaustive, che il governo italiano reputa insoddisfacenti. Si tratta di una proposta al ribasso, poiché comporta riduzioni di spesa rilevanti, ma soprattutto risulta complessivamente sbilanciata”, spiega Conte.

I tagli indebolirebbero gli sforzi di modernizzazione “Sono infatti prospettati tagli significativi sulle politiche destinate alla competitività, all’innovazione, alla gestione della migrazione, alla sicurezza e alla difesa – prosegue -. Questi tagli indebolirebbero in maniera ingiustificata gli sforzi di modernizzazione che riteniamo essenziali introdurre nel bilancio europeo del 2021-2027 per affrontare sfide che peraltro sono coerenti con l’Agenda Strategica dell’Unione”. Roma “rivendicherà un approccio più equilibrato”.

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Detrazioni fiscali 2020, la guida. Colpiti i redditi più alti

mercoledì, Dicembre 11th, 2019

di ANTONIO TROISE

Roma, 11 dicembre 2019 – Stop agli sconti fiscali per la palestra del figlio, per le tasse di iscrizione universitaria. Ma anche per la cura degli animali domestici o per le spese sostenute per i funerali. Non si salvano neanche le assicurazioni sulla vita o le donazioni liberali. Insomma, una bella sfoltita nella selva delle detrazioni fiscali che vale ogni anno oltre 75 miliardi di euro, spalmati su oltre 600 capitoli. Il primo tassello della cosiddetta tax expenditures, il riordino degli sconti fiscali previsti nel nostro ordinamento, è stato sistemato nella legge di Bilancio in discussione al Senato.

Nel mirino i contribuenti più ricchi, quelli che dichiarano oltre i 120mila euro. Oltre questa soglia gli sconti fiscali tenderanno, infatti, gradualmente a ridursi “in misura decrescente al crescere del reddito complessivo”. Fino ad annullarsi completamente oltre la soglia dei 240mila euro. Con due sue eccezioni: le spese per gli interessi dei mutui prima casa e le detrazioni sanitarie, che da sole valgono quasi il 25% dell’intera dote destinata alle detrazioni fiscali, più di 20 miliardi di euro. In questi casi la detrazione si applica sempre, non c’è limite di reddito.

Inoltre, sulla falsariga di quanto previsto per le detrazioni per carichi di famiglia e per quelle per redditi da lavoro, il reddito complessivo utile per determinare la misura delle detrazioni effettivamente spettanti è assunto al netto di quello derivante dall’unità immobiliare adibita ad abitazione principale.

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“Cosa aspetta Renzi a far rimuovere quelle foto?”. Intervista a Corrado Formigli

mercoledì, Dicembre 11th, 2019
Corrado
Corrado Formigli

“Le foto sono ancora presenti sulle pagine di Italia Viva. Cosa aspettano per attivarsi a rimuoverle?”. Corrado Formigli ripercorre in una lunga chiacchierata con Huffpost i passaggi della vicenda che lo ha visto involontaria preda di una tempesta di fango sui social. “Colpa” un’intervista a Matteo Renzi, e una domanda sulla questione della casa acquistata dall’ex premier anche grazie a un prestito ricevuto da un imprenditore già nominato in Cassa depositi e prestiti, nonché finanziatore della fondazione Open. ”È legittimo porsi la domanda se ci sia stato uno scambio o è lesa maestà?”, chiede provocatoriamente il giornalista. La cui casa e il cui indirizzo sono state pubblicate su alcune pagine social di Italia viva, oggetto di insulti e invettive da parte dei supporter del fu rottamatore. Che lo ha difeso sostanzialmente equiparando la sua vicenda con quella dell’intervistatore. “Renzi – spiega ancora Formigli – pubblica il suo post senza avvisarmi, rende di pubblico dominio la questione della casa, viola il patto di riservatezza dei messaggi personali che ci siamo scambiati, omette che la porcheria della pubblicazione è legata a suoi sostenitori, equipara in sostanza la vicenda delle due case, per difendere se stesso, non me”. Ma le foto sono ancora lì. “O sono capaci di autocritica – attacca il conduttore di Piazza Pulita – o sono complici. O, peggio, hanno partecipato attivamente, ma questo non lo voglio credere.

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La casa di Renzi e quella di Formigli. Due facce dello stesso problema

mercoledì, Dicembre 11th, 2019

di Roberto Giachetti*

Al direttore,

Faccio una premessa che non vuole essere solo una premessa ma una sentenza: condanno ogni forma di odio, ripeto ogni forma. Condanno la violazione della vita privata di chiunque. Ripeto di chiunque. La mia società ideale è quella nella quale le persone discutono, si confrontano e si scontrano sulla base di idee e di opinioni, rispettandosi. Quelli che insultano, che odiano, che offendono ci sono ovunque, purtroppo. E se sono in casa mia li condanno due volte: prima perché lo fanno e secondo perché inquinano il mio modo di intendere i rapporti tra le persone.

Quindi da parte mia non può che esserci un’assoluta condanna per la pubblicazione delle foto della casa e per le frasi rivolte sui social a Corrado Formigli. Lo dico oggi per lui esattamente come l’ho detto e scritto in passato per tanti altri, soprattutto avversari politici.

Aggiungo che sono amico di Corrado e che, pubblicamente e privatamente, non ho mai mancato di ribadirgli la mia stima per gli straordinari servizi realizzati a Piazzapulita. Mi è capitato anche di non apprezzare per nulla, per il metodo e per il merito, certe conduzioni ma questa, ovviamente, è solo una mia opinione e che ha come unico valore quello di essere mia.

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Sulla legge elettorale qualcosa si muove. Ma è un’illusione ottica

mercoledì, Dicembre 11th, 2019

Qualcosa si muove, ma per ora è un effetto ottico, come nelle paludi che tutto risucchiano. Ecco, accadrà questo: venerdì la direzione del Pd servirà a “blindare” una proposta di legge elettorale su cui sembra esserci un’intesa di massima, dentro il partito, con i Cinque stelle e, potenzialmente, anche con la Lega. Un proporzionale, non “puro” come ai bei tempi, ma con sbarramento e collegi “piccoli ma non piccolissimi”, che evoca il modello spagnolo come dicono gli sherpa vicini alla trattativa. Per capirci: più sono piccoli i collegi più si favorisce un effetto maggioritario, più solo grandi più si va verso il proporzionale.

È, innanzitutto, una mediazione interna che tiene conto delle diverse sensibilità – Franceschini voleva il proporzionale purissimo, Zingaretti il maggioritario – e, al tempo stesso, l’unico compromesso possibile per tentare un accordo. Di maggioranza, innanzitutto, considerata l’ostilità dei Cinque Stelle a ogni ipotesi di maggioritario. Dicevamo, sembra un’accelerazione sul tema, dovuta anche al fatto che, ai tempi dell’approvazione del taglio dei parlamentari, si mise nero su bianco l’obiettivo di arrivare, entro la fine dell’anno, a una proposta condivisa. E, quantomeno, l’argomento, finora rimosso, entra nella discussione politica, su iniziativa del Pd che prova a fare sintesi, dopo una serie di vertici di maggioranza (domani ce ne sarà un altro).

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“Ci attaccano perché facciamo paura”. Le Sardine al loro primo inciampo

mercoledì, Dicembre 11th, 2019

In fondo Mattia Santori lo aveva detto qualche giorno fa e lo ripete oggi più che mai: “Ci attaccano perché facciamo paura”. Le Sardine, alla vigilia della grande prova di piazza San Giovanni a Roma, vivono il loro primo vero momento di crisi, quasi privi di anticorpi. Così è arrivato il momento di darsi delle regole interne e l’occasione sarà la riunione del 15 dicembre tra tutti i referenti locali e nazionali.

Qualche scivolata c’era già stata ma questa volta, con CasaPound che annuncia la sua presenza alla manifestazione di sabato, si ha la dimensione di quanto questo movimento, nato neanche un mese fa e dalle caratteristiche così variegate, sia vulnerabile. Proprio perché iniziato in maniera spontanea via social, con un moltiplicarsi di manifestazioni anti-Salvini di città in città.

Ecco quindi che le parole di Stephen Ogongo, uno dei promotori della piazza della Capitale, rilasciate al ‘Fatto Quotidiano’, diventano in pochissimo tempo un caso esplosivo. Ogongo esprime un concetto scivolosissimo che viene cavalcato un attimo dopo da CasaPound, tra l’altro presente in piazza San Giovanni alla manifestazione sovranista organizzata dalla Lega. “Per me, almeno per ora – dice Ogongo – chiunque vuol scendere in piazza è il benvenuto. Che sia di sinistra, di Forza Italia o di CasaPound. Ai paletti penseremo dopo. Per ora è ammesso chiunque, pure uno di CasaPound va benissimo. Basta che in piazza scenda come una Sardina”.

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Passano gli anni e gli evasori restano

mercoledì, Dicembre 11th, 2019
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di   Gian Antonio Stella

Fin dall’inizio, «gli esattori si trovarono alle prese con contribuenti abituati da secoli a giustificare la frode fiscale come legittima difesa dai soprusi di un governo straniero», scriveva Mario Costa Cardol nel libro Ingovernabili da Torino. «Già prima che l’Unità fosse compiuta, il Piemonte aveva avuto brutte gatte da pelare con le denunce dei liguri: Genova, di fronte al fisco, risultava tre volte più povera di Torino, mentre era vero piuttosto il contrario. Le denunce, che in Piemonte e in Savoia non si scostavano troppo dalla realtà, risultavano a Genova del tutto inverosimili. Genova, si sa, era mazziniana, e negare i soldi all’erario “piemontese” costituiva una virtù». Va da sé che per non pagare le tasse al Regno d’Italia ogni scusa era buona. E se i liguri rivendicavano di essere repubblicani, i romani e gli ex sudditi pontifici si appellavano alla loro fedeltà al Papa e al suo divieto, dopo la presa di Porta Pia, di collaborare coi piemontesi invasori.

I meridionali si dicevano devoti ai Borboni e la loro borghesia «viziata nel 1860 dai governanti garibaldini in cerca di popolarità (…) considerava un’offesa non già l’inasprimento, bensì la pura e semplice applicazione delle leggi tributarie». Quanto ai veneti, lacrimavano nel rimpianto della Serenissima: «Co San Marco governava se disnava e se senava / coi francesi bona zente se disnava solamente / co la casa de Lorena no se disna e no se sena…». E col regno di Sardegna?

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Evasione fiscale, i furbetti delle tasse: nell’ultimo anno sequestri per 6 miliardi

mercoledì, Dicembre 11th, 2019

di Fiorenza Sarzanini

Evasione fiscale, i furbetti delle tasse: nell'ultimo anno sequestri per 6 miliardi

Ci sono i cittadini totalmente sconosciuti al Fisco e quelli che frodano il Servizio sanitario nazionale con falsi requisiti. Ci sono gli evasori dell’Iva e quelli che percepiscono contributi dall’Inps pur non avendo titolo. Eccola l’Italia «indecente» contro la quale ha puntato il dito il capo dello Stato Sergio Mattarella quando ha evidenziato che «se io mi sottraggo al mio dovere di contribuire sto sfruttando quello che gli altri pagano, con le tasse che pagano». La fotografia è nell’ultimo rapporto della Guardia di Finanza che dà conto dei risultati fino al giugno scorso, ma confermando come nel 2019 sia stata superata la soglia dei sei miliardi di euro di richieste di sequestro per reati fiscali. È stato lo stesso presidente della Repubblica a sottolineare «la possibilità di aumentare pensioni e stipendi e di abbassare le tasse per chi le paga» se non ci fossero «i 119 miliardi di evasione così com’era stata calcolata nell’ultimo documento ufficiale dell’anno passato». E i dettagli delle operazioni delle Fiamme Gialle individuano i settori di maggiore gravità.

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