Nel mezzo dell’emergenza coronavirus arriva la serrata dei benzinai.
I sindacati di categoria hanno proclamato da mercoledì la chiusura
progressiva dei distributori in tutto il Paese. I motivi della protesta
sono la poca sicurezza sanitaria e la bassa la sostenibilità economica
del servizio. “Invito tutti a soprassedere” sul progressivo stop, ha
detto il premier Conte in un’intervista al Tg5.
“Troveremo una soluzione con la ministra De Micheli. Ma – ha aggiunto –
non possiamo consentire che si arrivi a un’interruzione di questo
pubblico servizio”.
Il premier Conte ha fatto sapere che “la ministra De Micheli adotterà un’ordinanza per regolamentare l’orario di apertura in modo da assicurare il rifornimento”.
Da più di 40 anni, dall’agosto del 1978, non compare in pubblico. Eppure Mina, che nel 2001 è stata nominata Grande Ufficiale al Merito della Repubblica da Carlo Azeglio Ciampi, è sempre rimasta presente. Anna Maria Mazzini, nata a Busto Arsizio ma legata per tutti a Cremona, compie 80 anni il 25 marzo. Un compleanno speciale che passerà come sempre in maniera riservata ma che per gli appassionati di tutto il mondo è un giorno di festa.
Ha inciso canzoni in inglese, spagnolo, tedesco, giapponese,
francese, ha coperto un repertorio che va da Napoli a Frank Sinatra, dal
pop al rock’n’roll, dalla canzone d’autore all’Opera ai brani di
Natale, è diventata anche un fumetto Disney e le sue incisioni
continuano a essere tra i pezzi più ricercati dai collezionisti. Negli
ultimi anni dà sempre più spazio al suo amore per il jazz, in questo
assecondata dal figlio Massimiliano Pani, che la circonda costantemente
di alcuni dei migliori jazzisti italiani. Il suo catalogo continua a
produrre cifre importanti, Liza Minnelli l’ha definita la più grande.
Le sue performance nei programmi tv hanno fatto la storia della televisione italiana, titoli come “Milleluci“, “Senza Rete“, “Canzonissima“, “Teatro 10“, “Studio Uno“, “Il Musichiere”. Il suo repertorio va da classici come “Grande, grande grande“, “Il cielo in una stanza“, “Brava“, “E se domani“, “Ancora, ancora, ancora“, “L’importante è finire“, “Nessuno“.
E poi Battisti, De André, Kurt Weill e “Surabaya Johnny”, “chicche”
come “Folle banderuola” e “Chihuahua”. In piu’ una serie di duetti che
già da soli rappresentano la storia del nostro spettacolo: con Giorgio Gaber,
Ugo Tognazzi, Caterina Valente, Vittorio De Sica, Luciano Salce, Totò,
Giancarlo Giannini, Astor Piazzolla, Franco Cerri, Renato Rascel, Lelio
Luttazzi e, naturalmente, Adriano Celentano.
Nel decreto che sarà emanato questo pomeriggio è specificato che le misure sono «modificabili e reiterabili fino al 31 luglio 2020» e questo ha scatenato le polemiche ma anche la paura che la chiusura di tutte le attività e il divieto di spostamento duri fino al 31 luglio. In realtà quel giorno scadono i sei mesi dello «stato di emergenza» dichiarato dall’Italia il 31 gennaio 2020. Ma non è affatto scontato che si debba arrivare fino a quella data.
La dichiarazione di stato di emergenza viene fatta sempre «per sei mesi» e dunque va indicata in tutti gli atti ufficiali del governo ma serve soltanto a ribadire quanto è già in atto.
Dal veto di Berlino e dell’Olanda agli Euro-Bond dopo le aperture
-mai così ampie- e decise della Presidente della Commissione europea
Ursula Von der Leyen.
Alle eccessive cautele espresse dal Commissario europeo all’Economia
Paolo Gentiloni in vista dell’Ecofin: la riunione dei Ministri
dell’economia e delle finanze di tutti gli Stati europei in programma
per oggi.
Alle parole accorate seppure decise rivolte dal Presidente della
Repubblica al suo omologo tedesco per le quali si ricorda autorevolmente
(ma con un velo di preoccupata diffidenza) la necessaria solidarietà
europea alla condizione italiana.
Scrive il Presidente Sergio Mattarella: “Abbiamo bisogno di uno
spirito veramente europeo di concreta solidarietà. L’Unione Europea, con
i suoi vertici, sta operando con serietà e determinazione di fronte a
questa drammatica condizione, nuova e generale. Sono certo che
continuerà a farlo: i nostri concittadini europei hanno bisogno di
avvertire l’efficace vicinanza dell’azione dell’Unione”.
Guido Bertolaso positivo al Coronavirus. L’ex capo della Protezione
civile e coordinatore del nuovo ospedale di Milano, annuncia sulla sua
pagina fb la positività al tampone Covid 19.
Scive su Fb: “Si. Sono positivo al Covid-19. Quando ho accettato questo incarico sapevo quali fossero i rischi a cui andavo incontro, ma non potevo non rispondere alla chiamata per il mio Paese. Ho qualche linea di febbre, nessun altro sintomo al momento. Sia io che i miei collaboratori più stretti siamo in isolamento e rispetteremo il periodo di quarantena. Continuerò a seguire i lavori dell’ospedale Fiera e coordinerò i lavori nelle Marche. Vincerò anche questa battaglia”.
24 March 2020
Il presidente Sergio
Mattarella fa sentire costantemente la sua voce in questi giorni di
crisi per l’emergenza coronavirus. Lo fa tessendo una rete tra
maggioranza e opposizione, per evitare che il gelo sconfini in una crisi
istituzionale. Lo fa sentendo gli amministratori locali, anche i
governatori di centrodestra. L’ha fatto domenica con un messaggio sugli
anziani, la parte di popolazione più colpita del virus. E oggi torna sul
momento difficilissimo per il Paese con un messaggio per il 76esimo
anniversario dell’eccidio delle Fosse Ardeatine.
“Quest’anno – dice il presidente della Repubblica – con grande
rammarico, non sarà possibile incontrarsi, nel giorno del 76°
anniversario, al mausoleo delle Fosse Ardeatine per ascoltare, insieme
alle loro famiglie e con sempre uguale commozione”.
E subito passa all’insegnamento che quella dolorosa esperienza può
offrire anche in questo momento difficilissimo per il Paese: “L’eccidio
delle Ardeatine ha costituito una delle pagine più dolorose della storia
recente del nostro Paese. I valori del rispetto della vita e della
solidarietà che ci sorreggono in questo periodo, segnato da una grave
emergenza sanitaria, rafforzano il dovere di rendere omaggio a quei
morti innocenti”. E conclude: “Al termine di quegli anni terribili,
segnati dalla dittatura e dalla guerra, l’unità del popolo italiano
consentì la rinascita morale, civile, economica, sociale della nostra
Nazione”.La stessa unità che ci è richiesta, oggi, in un momento
difficile per l’intera comunità”.
LIEVE calo di casi positivi al coronavirus in Italia. Il bollettino delle 18 di ieri, letto in diretta tv dal commissario della Protezione civile Angelo Borrelli, parlava di 50.418 persone positive al Covid-19,
un incremento di 3.780 in un giorno (contro il balzo di 3.957 nuovi
contagiati registrati domenica). Ieri i decessi sono stati 602 e anche
in questo caso si tratta di un dato in calo (erano stati stati 651,
l’altro ieri 793). Il totale delle persone porte con coronavirus è pari a
6.077. I malati in isolamento domiciliare sono 26.522, quelle in
terapia intensiva 3204. Scendono però anche i guariti: 408 nel
bollettino di ieri (il totale è 7432), contro i 952 di domenica. Tra
contagiati, vittime e persone guarite, il coronavirus ha registrato in
Italia 63.927 casi totali (+4.789 rispetto a ieri).
I dati regione per regione
Nel dettaglio: i casi attualmente positivi
sono 18.910 in Lombardia, 7.220 in Emilia-Romagna, 4.986 in Veneto,
4.529 in Piemonte, 2.358 nelle Marche, 2.301 in Toscana, 1.553 in
Liguria, 1.414 nel Lazio, 929 in Campania, 771 in Friuli Venezia Giulia,
914 nella Provincia autonoma di Trento, 688 nella Provincia autonoma di
Bolzano, 862 in Puglia, 681 in Sicilia, 605 in Abruzzo, 556 in Umbria,
379 in Valle d’Aosta, 343 in Sardegna, 280 in Calabria, 89 in Basilicata
e 50 in Molise. “Questa è la settimana molto importante per valutare
l’andamento delle curve epidemiologiche. Il nostro impegno è evitare
che si verifichino anche al sud le curve che si sono registrate nel
nord” ha spiegato il presidente dell’Istituto superiore di sanità Silvio
Brusaferro, che si è lamentato per le troppe strade piene di gente.
MILANO –
Le Borse mondiali danno un segnale di recupero, dopo che le azioni
hanno toccato i minimi dal 2016 ignorando il bazooka della Fed, che ha promesso un Quantitative easing
senza limiti. Mentre si susseguono le chiusure di intere econome, a
cominciare da molti Stati Usa e dalla Gran Bretagna, si guarda alla
riunione telematica dei ministri delle Finanze della zona euro per
capire se ci potrà essere una risposta più forte alla crisi, con qualche
forma di intervento comune come auspicano Italia, Spagna e Francia.
Nel mentre, un po’ di appetito al rischio torna tra gli investitori: lo
dimostrano le aperture in rialzo sui listini occidentali, gli acquisti
che si sono visti in Asia e il primo declino del dollaro (che è
diventato il re dei beni rifugio) dopo dieci rialzi consuecutivi. Sembra
quindi archiviata la seduta negativa di Wall Street,
che ieri ha perso il 3% anche in scia al mancato accordo politico sul
piano da oltre 2 mila miliardi per rilanciare la prima economia al
mondo.
In Europa, Milano segna un guadagno del 2,7% circa nelle prime battute, mentre resta in vigore il divieto Consob sulle vendite allo scoperto. Londra è in recupero del 4,4% e Francoforte fa meglio balzando del 5,3 per cento.
Distensione anche sul fronte dello spread tra Btp e Bund tedeschi:
il differnenziale di rendimento tra i due decennali apre la seduta in
calo in area 190 punti base, con il titolo tricolore che rende l’1,55
per cento. Così come si vede qualche timida schiarita anche per il Vix
ovvero “l’indice della paura”. Il Chicago Board Option Exchange
Volatility Index (Vix, appunto), termometro della
febbre sui mercati innescata dall’emergenza coronavirus, allenta ancora
il passo. Nelle ultime ore, l’indicatore che traccia la volatilità
attesa sugli scambi americani si è riportato in area 60 punti: 20 meno
rispetto alla settimana scorsa, quando ha superato il record a quota
80,74 del 21 novembre 2008.
A tre mesi dall’inizio ufficiale
dell’epidemia di Covid-19, Wuhan, la città cinese dove il disastro ha
avuto inizio, mostra ancora due volti contraddittorii.
Da una parte c’è quello positivo, con l’incoraggiante notizia
di un centinaio di volontari che stanno testando un vaccino contro il
nuovo coronavirus a pochi giorni dall’annuncio dei primi test di un
vaccino americano nella città di Seattle; e dall’altra ci sono ancora i
dubbi e le paure sulla veridicità della sbandierata vittoria
sull’emergenza sanitaria, con le preoccupazioni crescenti per i casi
asintomatici tuttora presenti in città e potenzialmente in grado di
riattivare la trasmissione del virus.
Secondo la stampa cinese, le prime iniezioni del preparato anti-Covid-19 sono già state effettuate venerdì scorso. A riceverle, 108 volontari di età compresa tra i 18 e i 60 anni di età, tutti di Wuhan, che saranno seguiti per sei mesi per verificare l’efficacia del vaccino. Rimane però alta la preoccupazione per il ruolo che i pazienti asintomatici, ossia le persone che sono portatrici del virus ma non presentano sintomi evidenti della malattia, possono avere nella sua diffusione.
Per quanto doverose per le necessità sanitarie impellenti, le misure di chiusura di numerose attività economiche perorate a lungo dalle regioni italiane del Nord, cuore produttivo del Paese, e ufficializzate nella serata di domenica 22 marzo dal governo Conte avranno un impatto non indifferente sul sistema Paese.
Impatto le cui conseguenze economiche vanno valutate sin dall’inizio
per evitare un pesante rosso nel conto economico dell’Italia a fine
anno.
Il timore di uno shock di domanda per l’aumento di un’incertezza
economica già oggi strisciante, il rafforzamento della riduzione del
potere d’acquisto dei cittadini e il sostanziale azzeramento della
richiesta di certi servizi (come quelli turistici) per l’anno in corso è
fortemente concreto. Ma altrettanto immanente è il rischio che la crisi
si manifesti dal lato dell’offerta, per il crollo verticale di interi comparti economici e, soprattutto, lo sfaldamento della filiera produttiva di numerose catene logistiche per la chiusura di imprese deboli o impossibilitate a reggere una lunga serrata.
Nelle zone più colpite dal coronavirus molti
imprenditori hanno anticipato l’onda lunga delle chiusure scegliendo di
lasciare a casa i propri dipendenti: nell’epicentro del contagio, le
province di Brescia e Bergamo, dal 14 marzo si sono fermati colossi come Brembo, Feralpi, Alfa Acciai, Lucchini. Ma
la percezione è che per il tessuto italiano la crisi recessiva possa
essere difficile da sostenre sul lungo periodo. In un ampio editoriale
pubblicato su Il Foglio due economisti dell”Einaudi Institute
for Economics and Finance, finanziato dalla Banca d’Italia, pongo
proprio l’accenno sull’ipotesi dello shock da offerta.