Archive for Dicembre, 2020

Covid, Arcuri: “Immunità di gregge entro fine estate” | Variante Gb: un caso a Loreto senza contatti con Gb

mercoledì, Dicembre 23rd, 2020

Il commissario per l’emergenza coronavirus, Domenico Arcuri, assicura che sarà possibile raggiungere l’obiettivo di 42 milioni di vaccinati in Italia entro fine estate, la soglia individuata per l’immunità di gregge. AstraZeneca fa sapere che il suo vaccino è efficace contro la variante scoperta in Gran Bretagna. Dal 24 dicembre, intanto, l’Italia intera sarà zona rossa. Vietati gli spostamenti se non in due, una sola volta al giorno, e per andare da parenti o amici. Variante Gb: segnalato un caso a Loreto senza contatti con la Gran Bretagna. 

23 dic 11:21

Variante Covid, segnalato un caso a Loreto senza contatti diretti con Gb

Un caso della cosiddetta variante inglese del Covid-19 è stato rilevato a Loreto. Una sequenza parziale è stata individuata dal Laboratorio di Virologia degli Ospedali Riuniti di Ancona. Si tratta di una persona che non ha avuto collegamenti diretti con la Gran Bretagna e che si è sottoposta a tampone molecolare perché aveva un forte raffreddore. Ora è in isolamento con la famiglia.  23 dic 11:05

Covid, parte da Genova uso nuovi test: risultato in 3 minuti

La Asl 3 genovese sarà la prima azienda locale in Italia ad utilizzare dalle prossime settimane i nuovi tamponi antigenici ultrarapidi in grado di individuare la positività al covid in 3 minuti con un affidabilità del 97-98%, prodotti dalla multinazionale coreana Seegene e sperimentati con successo all’ospedale San Martino di Genova. 23 dic 11:00

Covid, Aifa: pericoloso acquistare privatamente vaccino su web

No all’acquisto privato del vaccino contro il Covid-19 su Internet o attraverso altri canali, perché può essere “pericoloso oltre che inefficace”. Mentre il vaccino in sé non provoca la malattia né alterazioni del Dna. A fare chiarezza è l’Agenzia Italiana del Farmaco (Aifa) che sul portale web ha pubblicato un documento che risponde a 35 domande più frequenti sul vaccino di Pfizer autorizzato martedì in Italia. 23 dic 10:57

Covid, Gimbe: certe solo 32 milioni dosi vaccino fino a giugno

Anche se il piano vaccinale del ministero della Salute prevede accordi con le aziende per oltre 202 milioni di dosi, al momento le dosi certe sono solo poco più di 10 milioni entro marzo 2021 e 22,8 milioni entro giugno. A sottolinearlo, nel suo consueto monitoraggio settimanale, è la Fondazione Gimbe. 23 dic 09:49

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Paese ostaggio di una politica senza leader

mercoledì, Dicembre 23rd, 2020

di PIERFRANCESCO DE ROBERTIS

Destra e sinistra saranno pure categorie del passato, ma presentano ancora profonde differenze tra loro. Una tra tutte la questione della leadership. Mentre a destra Salvini, Meloni, Berlusconi si presentano con la propria faccia, a sinistra le leadership si sono ormai sfarinate. Al punto che il Pd promette di correre alle prossime elezioni con il candidato di un altro partito (secondo Franceschini sarà Conte) e i Cinquestelle sono guidati da un non- leader per definizione provvisorio, Vito Crimi. Restando, i due partiti della coalizione di governo, in preda a una serie di correnti e correntine in mano piccoli o grandi cacicchi.

Una situazione determinata nel Pd dal prevalere di culture politiche che con l’idea del leader non hanno mai flirtato più di tanto (Renzi è stato visto sempre come un’eccezione proprio per questo) e nei Cinquestelle dall’esistenza di leadership (Grillo e Casaleggio) esterne alla rappresentanza attiva e parlamentare del movimento. Una situazione che però fa compiere alla politica italiana un salto indietro di trent’anni, e che riporta le lancette agli anni delle paludi pentapartitiche. Senza peraltro che quel livello di classe politica sia paragonabile a quello attuale, e possa anche essere messa a confronto la stessa tenuta complessiva del sistema.

Non sarà un caso se Pd e Cinquestelle sono di fatto d’accordo per una legge elettorale proporzionale che sdogana l’idea di governi non decisi dalle urne, sempre esposti alle bizze del ’mister tre per cento’ di turno e destinati a cambiare più volte nel corso della legislatura.

La mancanza delle leadership qualche decennio fa era anche ammissibile, ma nell’epoca delle decisioni rapide e della preponderanza comunicativa è ormai un relitto del passato, ed è all’origine della debolezza del sistema politico e del governo in particolare. Oggi una cosa, domani un’altro, settimana prossima chissà. Senza che nel frattempo si siano decisi i piani per il Recovery fund, il rientro a scuola, la strategia di rilancio del paese. Tutto si rimanda, si tronca, si sopisce, si tratta, si smezza, e con nessuno che finisce per metterci la faccia.

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Terremoto in Sicilia, scossa di magnitudo 4.6 vicino a Ragusa

mercoledì, Dicembre 23rd, 2020
Terremoto in Sicilia

Catania – Forte scossa di terremoto di magnitudo 4.6 è stata registrata questa sera, alle 21.27, nella Sicilia orientale. Il sisma si è verificato in mare davanti alla costa Ragusana. Secondo quanto riportato dalll’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia l’epicentro è stato localizzato a 15 chilometri da Acate, a 30 km di profondità. Ingv ha poi aggiornato la scossa a magnitudo 4.4, con coordinate geografiche (latitudine, longitudine) 36.92, 14.37, confermando la profondità di una trentina di chilometri.  

La scossa è stata nettamente avvertita nel Ragusano, nel Siracusano e nel Catanese. La terra ha tremato per circa una quindicina di secondi. Il sindaco di Ragusa, Giuseppe Cassì, ha affermato che non sono stati segnalati danni. Nello Musumeci, il presidente della Regione, è in contatto con il prefetto di Ragusa Filippina Cocuzza e con il capo della Protezione civile regionale Salvo Cocina, per essere aggiornato sulle ricognizioni nelle zone colpite, e di eventuali conseguenze.

Il tweet dei Vigili del Fuoco (Ansa)
Il tweet dei Vigili del Fuoco (Ansa)

In alcuni paesi vicini, come Vittoria e Modica, la gente si è riversata per strada per la paura. Il sindaco di Siracusa, Francesco Italia, ha confermato: “Per il momento non si registrano danni a cose e persone. C’e’ tanta paura tra la popolazione, molta della quale ha preferito scendere in strada ed era comprensibilmente impaurita”. E ha aggiunto: “Ci sono in giro i vigili del fuoco ed il personale della Protezione civile per fare una ricognizione ma ancora non abbiamo segnalazione di danni e speriamo davvero che non ce ne siano. Io ero a casa, ho avvertito la scossa: davvero ha fatto paura”. 

Panico anche a Comiso, vicino a Ragusa, dove vive Stefano Sucato: “Ho avuto tanta paura, tremava tutto. Tanta gente è scappata ed è ancora in strada”. La scossa è stata avvertita anche in alcune zone della Sicilia occidentale, spiega: “Mia moglie si torva a Lascari, nel palermitano, e anche lei l’ha avvertita”.

Stefano Branca, direttore dell’Ingv di Catania, ha chiarito che il sisma non ha alcun legame con l’attività in corso dell’Etna. “Assolutamente no” ha assicurato Branca. “Dal punto di vista della magnitudo non è stato significativo, poichè profondissimo (circa 30 km). Siamo in presenza dello spostamento della placca africana, che si muove di un millimetro l’anno. E’ la dinamica della crosta terrestre”.

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Infermieri, turni massacranti e stipendi ridotti all’osso. “Conte ci elogia? Una beffa”

mercoledì, Dicembre 23rd, 2020

, di CLAUDIA MARIN

Covid e infermieri: il confronto in Europa

Infermieri d’Italia. Sessantasette morti per Coronavirus, sei suicidi, l’ultimo, un giovane di 28 anni, che non ha retto allo stress enorme dei reparti Covid. Quattrocento contagiati al giorno per un totale provvisorio di oltre 34mila. Da un anno senza ferie e permessi, spesso senza neanche la pausa pranzo o quella minima per andare in bagno, con turni impossibili e spostamenti repentini da un reparto all’altro. Tutto questo per poco più di 1.300-1.600 euro mensili. Mentre nel resto d’Europa le stesse figure guadagnano tra il 30 e il 50 per cento in più.

“Però a noi ci mettono sulla moneta da due euro, ci dicono che siamo eroi e ci vogliono anche vaccinare per primi, come fosse un riconoscimento – accusa Andrea Bottega, segretario nazionale del Nursind, il sindacato più rappresentativo della categoria, con oltre 45mila infermieri iscritti –. E invece si tratta solo di una presa in giro. Sì, il governo ci ha preso in giro. E siamo davvero stanchi di essere portati a esempio, salvo essere traditi quando si tratta di attribuirci riconoscimenti reali e non solo di facciata”.

Potrebbe sembrare paradossale, eppure la decisione di celebrare il valore degli operatori sanitari (medici e infermieri) effigiandoli su una moneta da 2 euro, così come la notizia che sarà proprio un’infermiera dell’ospedale Spallanzani di Roma la prima a essere vaccinata in Italia il 27 dicembre, più che far piacere fa andare su tutte le furie i rappresentanti della categoria. Anche perché un miglioramento era stato loro prospettato dal premier in persona. “Ricordo ancora – insiste Bottega – quando il presidente Conte il 25 marzo in Parlamento disse ’non ci dimenticheremo di voi’. Abbiamo il video delle sue promesse”.

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Ginecologo ucciso a Milano: non ci sono impronte sul coltello. Dal suicidio ai soldi nel paradiso fiscale. Tutte le ipotesi investigative

mercoledì, Dicembre 23rd, 2020

di Stefania Piras

Continuano le indagini sull’omicidio del ginecologo Stefano Ansaldi, sgozzato sabato pomeriggio nei pressi della stazione ferroviaria di Milano, davanti a un palazzo in ristrutturazione tra via Macchi e via Scarlatti. Accanto al corpo del medico è stata ritrovata l’arma del delitto: un coltello da cucina che in seguito è stato analizzato dalla Scientifica. Da una prima analisi, a quanto riferito in Procura, non sarebbero state rilevate per ora impronte sul coltello. Le analisi della Scientifica sono ancora in corso.

Da quanto è stato spiegato, nelle indagini dei carabinieri, coordinate dall’aggiunto Pedio e dal pm Scudieri, tutte le ipotesi sulla morte di Ansaldi, che indossava guanti in lattice, sono al vaglio e non c’è ancora una pista prevalente. I due testimoni, che hanno visto l’uomo crollare a terra, non hanno notato persone fuggire. Gli investigatori sono certi che l’incontro tra Stefano Ansaldi e il suo assassino fosse programmato. In sostanza: la vittima conosceva il killer e l’omicidio sarebbe stato il frutto di un agguato premeditato. Proviamo a rimettere in fila le notizie emerse finora.

Ginecologo ucciso, Ansaldi conosceva il killer. Dubbi degli inquirenti, perché è andato a Milano?

Le piste investigative 

La pista della rapina finita male ha perso quota ma non viene esclusa al 100%. Le piste più accreditate al momento sono quella della vendetta personale e dei soldi nel paradiso fiscale. C’è infine anche la pista del suicidio, visto che l’arma è stata rinvenuta accanto al cadavere e che non sono state viste persone fuggire mentre il medico agonizzava. «L’abbiamo visto crollare a terra, è sopravvissuto pochi secondi», hanno raccontato i due testimoni che erano in via Macchi quel pomeriggio. «Non abbiamo visto persone fuggire», hanno aggiunto. 

La vendetta personale sarebbe giustificata dai movimenti inferti con il coltello da qualcuno in preda a una rabbia cieca. Movimenti particolarmente efferati, dunque, stando ai ragionamenti degli inquirenti; la coltellata mortale è quella che ha tagliato la gola al ginecologo, trovato in una pozza di sangue. Era amatissimo dalle sue pazienti, i ricordi e i necrologi trasudano stima profonda. Ansaldi aveva uno studio privato avviato in piazza Cavour a Napoli, ed era un punto di riferimento per le coppie che scelgono la fecondazione assistita. Può essere che qualche paziente sia rimasta delusa e si sia vendicata così? E perché a Milano, se non risultano visite o comunque impegni lavorativi del ginecologo nel capoluogo milanese? 

La seconda pista prende in considerazione un lato inedito del medico: i soldi in un paradiso fiscale. Come riporta il Corriere della Sera Ansaldi aveva denunciato un anno fa la scomparsa di un assegno in bianco firmato di suo pugno e destinato a una società di Malta. Come si collega questo episodio con l’omicidio? Ancora non è chiaro. 

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Variante inglese, voli riaperti con Londra per rimpatriare gli italiani: due tamponi e isolamento

mercoledì, Dicembre 23rd, 2020

di Cristiana Mangani

Potranno rientrare tutti coloro che vivono in Gran Bretagna ma sono residenti in Italia, e anche i cittadini che hanno motivi di necessità e urgenza. La chiusura improvvisa dei collegamenti con l’Inghilterra disposta dal ministro della Salute Roberto Speranza, non appena si è saputo che nel Regno Unito si era diffusa una variante più contagiosa di Covid-19, ha scatenato il panico tra i nostri concittadini. Così ieri, il ministro degli Esteri Di Maio, in accordo con i colleghi della Salute e delle Infrastrutture, ha deciso di revocare il blocco per permettere a chi ne ha titolo, il rientro nel Paese. Restano esclusi quelli che risiedono stabilmente nel Regno Unito e chi pensava di fare visita alle famiglie per Natale e Capodanno. APPROFONDIMENTI

Covid, Roberto Cauda: «Il virus mutato è veloce perché contagia i bimbi»

Covid Gran Bretagna, nuovo picco casi a 36.807: morti risalgono a 691. Accelerazione su scia della variante


LE REGOLE
Saranno voli commerciali, di linea, a riportare a casa circa 2800 italiani. Non sarà un fuggi fuggi generalizzato. La variante del virus non sembra spaventare poi troppo chi vive in Gran Bretagna, e chi ha chiesto di tornare lo ha fatto perché era già nelle sue previsioni. Per il rientro sono state imposte regole precise: Speranza ha firmato un’ordinanza in base alla quale, chiunque faccia ritorno da quel territorio verrà sottoposto al tampone prima e al momento dell’arrivo. E comunque dovrà fare obbligatoriamente la quarantena di 14 giorni una volta atterrato in Italia.
Nessuna restrizione, invece, per le merci. La decisione presa dai ministri italiani arriva dopo la sollecitazione della Commissione Ue che, in una nota ufficiale, ha chiesto di rimuovere subito i blocchi per la circolazione delle merci tra Regno Unito e resto dell’Europa, perché si rischia di mettere in crisi la catena di rifornimenti verso le isole britanniche. Non un obbligo, ma un consiglio, che comunque ha un forte peso politico e prende atto delle difficoltà crescenti alle frontiere britanniche: migliaia di tir fermi a Dover, supermercati inglesi costretti a intaccare le loro scorte per far fronte alla domanda.

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Covid, Roberto Cauda: «Il virus mutato è veloce perché contagia i bimbi»

mercoledì, Dicembre 23rd, 2020

di Mauro Evangelisti

«Si tratta di una ipotesi molto concreta che spiegherebbe perché la nuova variante inglese di Sars-CoV-2 si sta diffondendo tanto rapidamente. Se contagia maggiormente i bambini, alimenta anche la trasmissione ai più grandi, che con i minori difficilmente prendono misure di distanziamento e protezione. Allo stesso tempo è giusto non fare allarmismo: resta confermato che gli effetti sui bambini, dal punto di vista della malattia, sono per fortuna poco significativi».

Il professor Roberto Cauda, ordinario di Malattie infettive all’Università Cattolica e direttore dell’Unità operativa di Malattie infettive del Policlinico Gemelli Irccs di Roma, sta approfondendo con attenzione le ipotesi che rimbalzano dai suoi colleghi britannici, rilanciate dai media locali: la nuova variante del coronavirus si diffonde più facilmente tra i bambini secondo il Gruppo consultivo governativo sulle minacce di virus respiratori nuovi ed emergenti (Nervtag).

Professore, cosa può comportare una maggiore contagiosità tra i bambini?
«Innanzitutto, come dicono giustamente gli esperti britannici, colpisce il fatto che tra i nuovi contagiati vi siano così tanti under 15. Il 65 per cento dei casi che si osservano a Londra e nel Sud-Est dell’Inghilterra sono dovuti a questa nuova variante. Mettendo insieme questi due fattori si pensa che i bambini siano maggiormente contagiati dalla variante. Non sappiamo il perché. Ci sono solo delle ipotesi, collegate al fatto che le mutazioni interessano la proteina Spike».

Covid, Pregliasco: «Spostamenti? Pericoloso farli riprendere dal 7 gennaio»

Viene da pensare che una maggiore diffusione del virus e una velocità inattesa della corsa dei contagi siano causate proprio dal fatto che s’infettano i bambini che in qualche modo aiutano l’accelerazione dell’epidemia.
«Sì, è plausibile. Il bambino porta il virus in famiglia e alimenta la trasmissione. Si forma una catena epidemiologica: avviene ad esempio con la influenza».

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Romano Prodi: «Conte deve fare in fretta. Renzi? Stia attento alle curve e alle discese»

mercoledì, Dicembre 23rd, 2020

di Massimo Franco

Romano Prodi: «Conte deve fare in fretta. Renzi? Stia attento alle curve e alle discese»

«Un suggerimento a Giuseppe Conte? Fare presto, presto. Il tempo delle mediazioni si sta esaurendo». E a Matteo Renzi? «Un consiglio ciclistico: Adagio nelle discese e attento alle curve…». Romano Prodi sorride sornione, collegato da Bologna via Skype. Ex premier, ex presidente della Commissione europea, fondatore dell’Ulivo, è la persona giusta per abbozzare un’analisi meno schiacciata sul presente di quanto sta avvenendo in Italia e in Europa.

Professore, visto da lontano il Fondo per la ripresa europeo è un’opportunità o un rischio, per l’Italia?
«È ancora una grande opportunità. Siamo in tempo. Ma ogni giorno perso fa avvicinare il rischio che, senza idee e strategie precise, gli aiuti si trasformino da premesse di cambiamento strutturale in debito: per questa e per le nuove generazioni. Non vedo ancora idee chiare su come saranno spesi».

Intende dire che il governo non le sembra in grado di preparare in tempo i progetti che legittimino i 209 miliardi di euro di aiuti?
«Ho qui davanti i documenti del governo, e mi spiace dire che non vedo ancora questa capacità. Scorro tabelle con indicazioni generali, e riforme descritte in modo altrettanto generale».

Nel senso di generico?
«Sì, si rimane sul generico se non si affrontano due problemi: quali debbono essere le autorità chiamate a decidere e quali le procedure e gli atti necessari per arrivare alle decisioni».

La convince l’idea iniziale di Conte di farli gestire a una struttura parallela a ministeri, burocrazia e Parlamento?
«Proprio no. Sono convinto che la responsabilità politica sia del premier e dei due ministri dell’Economia. Il coordinamento delle decisioni deve fare capo ad una struttura finalizzata allo scopo. Noi ne abbiamo una, il Cipe (Comitato interministeriale per la programmazione economica), che esiste ancora anche se depotenziato. Va rafforzato, anche inserendo consulenti esterni. Ma dico “consulenti” non a caso. Dev’essere lo Stato a tenere in mano le fila».

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Covid, quando finirà? Le tappe (e gli ostacoli) per uscire dall’incubo

mercoledì, Dicembre 23rd, 2020

di Sandro Modeo

Covid, quando finirà? Le tappe (e gli ostacoli) per uscire dall'incubo

La metafora andante è quella della «luce in fondo al tunnel». Metafora nitida ma impropria, perché indica un percorso — per quanto lento — troppo lineare; una separazione netta, manichea, tra un prima (un «dentro») e un dopo (un «fuori») che rimuove dall’orizzonte sia la fase finale del «corpo a corpo» che ci attende con Covid-19, sia quella di una lunga convalescenza, in cui le ferite non verranno miracolosamente sanate e levigate, ma si cicatrizzeranno in segni estesi su tutto il corpo sociale. E questo a ogni livello: di sistema sanitario, di devastazione economica, di disagio psichico collettivo e individuale. Ma un atteggiamento realistico non può tradursi in impasse: non serve a nulla rispondere all’incoscienza, all’ottimismo fatuo e/o al cinismo con prospettive apocalittiche da Walking Dead.

È vero, prima di uno scenario vagamente decompresso (comunque lontano da un «abbracci e baci» senza mascherina) ci aspettano diversi mesi, forse qualcosa di più, in cui l’attrito esercitato dall’agente patogeno (la sua resistenza) continuerà a condizionare istinti e movimenti, ad allungare la sua ombra nella quotidianità, nella veglia come nel sonno (succede pesino nelle teste dei negazionisti).

Ma prefigurare — più che una possibile uscita — un progressivo alleggerimento della pressione, un allentarsi di quell’attrito (un ritrarsi dell’ombra dal paesaggio, magari per chiazze successive) è più di un esorcismo: è una necessità psicologica e — insieme — un «tagliando» della situazione come tentativo di ridisegnare in prospettiva questa cattività senza fine. Il tutto passando per altre metafore/analogie ormai diventate di impiego ordinario, tutte più o meno utili, tutte più o meno ambigue o discutibili.

Ecco le tappe di questo percorso:
1. Cosa abbiamo capito di come si muovono le «ondate»?
2. Qual è il ruolo della genetica (del virus, e umana) sulla «cattiveria» del Covid?
3. La scelta dei «lockdown delle feste» era obbligata?
4. Quali sono i veri tempi perché arrivi la «cavalleria» dei vaccini?
5. Che ruolo avranno gli anticorpi monoclonali?
6. Quale equilibrio è possibile tra salute ed economia?

1. La «ghirlanda luminosa» del virus

Per inquadrare il periodo immediato — a breve termine — dell’emergenza pandemica, bisogna ripartire dal richiamo di alcuni fondamentali. Su tutti, il fatto che ogni evento pandemico in senso biologico-evoluzionistico (darwiniano) sia un continuum, non scomponibile in segmenti discreti (separati) come indurrebbe a credere l’immagine dell’onda/ondata, modulata su quella della «curva» matematico-statistica e sulle sue fasi (innesco-ascesa-plateau-discesa). Quelle stesse curve sono infatti astrazioni, utili a formalizzare un andamento, e in quanto tali di proiettarne (prevederne) la periodicità e gli sviluppi: anche per Sars-CoV-2, sono state trovate diverse ciclicità o invarianze, tra andamenti esponenziali e non, similarità con la «funzione gompertziana» (che prende il nome dal matematico britannico sette-ottocentesco Benjamin Gompertz ed è già utilizzata in medicina per descrivere la «progressione» di certe forme tumorali) e persino cicli periodici «esatti» come quello, controverso, dei «70 giorni» proposto dal matematico Isaac Ben Israel. La loro efficacia è indubbia, per esempio nel quantificare l’incidenza delle diverse gradazioni di lockdown (da quella inesistente di una zona gialla a quella significativa di una rossa, descritte qui da Elena Tebano) sia sulla durata che (soprattutto) sull’intensità di una curva stessa, indicate rispettivamente sull’ascissa e l’ordinata del grafico standard.

Ma il continuum — convertibile in altre metafore/analogie epidemiologiche come quella dell’incendio in avanzamento o in regressione a seconda delle porzioni di foresta che gli si offre, cioè dei suscettibili o contagiabili; o di un vento che soffi incessante a diversi gradi di intensità, dalla brezza allo tsunami — riesce a chiarire tanti equivoci sottostanti di questi mesi, dall’esordio della pandemia ai giorni presenti e imminenti.

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Manovra, verso la fiducia alla Camera: il 27 dicembre il voto finale

mercoledì, Dicembre 23rd, 2020

Slitta la fiducia sulla Manovra a seguito della bocciatura della Ragioneria dello Stato su alcune norme. La legge di Bilancio aveva ricevuto l’ok dal Parlamento a pochi giorni dall’esercizio provvisorio, che scatta nel caso in cui non si riesca ad approvare il provvedimento entro fine anno. Il testo ora è rientrato in commissione Bilancio. A questo punto l’esecutivo si riunirà mercoledì alle 11 per la fiducia. Il 27 dicembre ci sarà invece il voto finale.

Dalla Camera, poi, il testo dovrà passare al Senato per un esame che sarà blindato.

La bocciatura della Ragioneria dello Stato Ad aumentare vertiginosamente il caos delle ultime ore sul documento di finanza pubblica più importante è stata la scure della Ragioneria dello Stato che si è abbattuta su 80 modifiche approvate in commissione a Montecitorio, quasi un terzo del totale. La Manovra da 40 miliardi è stata costretta così a tornare in commissione: il governo, che era pronto a mettere la fiducia sul testo da 1.150 commi, deve attendere mercoledì.

Tra le norme da rivedere anche quelle sul taglio dell’Iva a vaccini e tamponi Che vi fossero dubbi sull’idoneità delle risorse trovate in fretta e furia lo scorso fine settimana nel corso di sedute stop and go, i deputati lo avevano messo nel conto. Ma nessuno si aspettava che la nota, attesa per tutto il giorno, fosse così consistente. Si puntava a un breve ritorno in commissione per un secondo esame lampo e a riportare la Manovra in Assemblea per metà pomeriggio. Ma con il passare delle ore è cresciuta l’allerta. La convinzione è che in una nuova nottata si porrà rimedio, laddove si può: tra le norme che hanno bisogno di essere riviste c’è anche quella che taglia l’Iva sui vaccini e sui tamponi. In questo caso, la Ragioneria chiede di trovare i fondi necessari perché la misura è stata approvata senza le risorse corrispondenti.

La bocciatura sulla norma sugli esodati La bocciatura più sonora tocca però alla nona salvaguardia per gli esodati: “comporta maggiore spesa pensionistica”, si legge nel documento consegnato ai deputati, facendo sì che gli “esodati non siano salvaguardati ma privilegiati”. E tutto ciò, si legge ancora, si “traduce in una disapplicazione della riforma pensionistica”, in contrasto con la normativa Ue. 

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