Archive for Luglio, 2021

Olimpiadi di Tokyo 2020, le gare e i risultati di oggi 26 luglio

lunedì, Luglio 26th, 2021

DAGLI INVIATI A TOKYO

L’alba italiana si colora di argento e bronzo: la prima è quella di Nicolò Martinenghi terzo con il tempo di 58”33 nella finale dei 100 metri rana. Storica e inaspettata la medaglia d’argento nella staffetta 4×100 stile libero maschile in 3.10.11. Il quartetto azzurro (Alessandro Miressi, Thomas Ceccon, Lorenzo Zazzeri e Manuel Frigo) ha chiuso alle spalle degli Stati Uniti in 3.08.97. Bronzo all’Australia in 3.10.22. Il quartetto azzurro scende ancora sotto il record italiano (19 centesimi) già stabilito in batteria e chiude in 3’10″11.

Dopo la vasca, l’altra medaglia d’argento arriva dall’azzurra Diana Bacosi che l’ha conquistata nello skeet: la tiratrice 38enne è stata battuta nella sfida finale per 56-55 dall’americana Amber English, medaglia d’oro. Bronzo alla cinese Meng Wei. «Speravo nell’oro, di bissare Rio, è arrivato l’argento ma ho dato tutto ciò che avevo e sono contenta così –  ha detto l’azzurra –  Ho dato continuità alle mie prestazioni, e alla fine ho perso l’oro per un piattello: nello sport può succedere»

Sedici nuovi casi di Covid ai Giochi
Gli organizzatori delle Olimpiadi di Tokyo 2020 hanno segnalato 16 nuovi casi di Covid-19 legati ai Giochi. Il comitato organizzatore ha dichiarato nel suo aggiornamento che tre atleti erano tra quelli risultati positivi. Gli organizzatori non hanno dichiarato quali atleti sono stati colpiti, ma hanno affermato che non erano residenti in Giappone. Gli ultimi numeri portano il totale dei test Covid-19 positivi legati alle Olimpiadi dal 1 luglio a 148

Fra questi il tennista olandese Jean-Julien Rojer che è stato eliminato dal torneo di doppio insieme al compagno Wesley Koolhof. Rojer è stato messo in isolamento. La coppia, testa di serie numero otto del tabellone, doveva giocare contro i neozelandesi Marcus Daniell e Michael Venus che avanzano così ai quarti di finale.

Tifone in arrivo, i Giochi si preparano a posticipi
Il tifone Nepartak si sta avvicinando con velocità verso Tokyo dove si stanno svolgendo le Olimpiadi. L’arrivo delle prime forti piogge nella capitale nipponica e’ previsto nella tarda serata di oggi mentre il picco della tempesta tropicale è atteso nella giornata di domani. Ovviamente si tratta di previsioni anche perche’ l’occhio del ciclone attualmente è ancora sull’Oceano Pacifico. Questa mattina a Tokyo come sempre c’e’ un elevato tasso di umidità e il cielo è coperto. Come apprende l’AGI a Tokyo la popolazione non sembra essere particolarmente preoccupata dall’arrivo del tifone, la vita quotidiana scorre normalmente anche se fortemente segnata dallo stato di emergenza dovuto alla pandemia di coronavirus. L’organizzazione dei Giochi sta cercando di modificare il calendario di alcuni sport quali canottaggio e tiro con l’arco ma si teme non saranno gli unici. Resterà poi da organizzare l’aspetto logistico a seguito di eventuali danni agli impianti all’aperto che potrebbero provocare i venti di burrasca previsti tra i 72 e i 108 chilometri orari.

Rating 3.00 out of 5

Tra Conte e il premier Draghi c’è un telefono «rosso»: e la trattativa decolla

lunedì, Luglio 26th, 2021

di Tommaso Labate

ROMA «Mario Draghi non ha alcuna colpa. La piega che ha preso finora la questione della riforma della giustizia non possiamo certo imputarla a lui. E questo è un aspetto della faccenda di cui dobbiamo tenere conto».

Quali saranno gli effetti nel medio e nel lungo periodo, ecco, questo lo si capirà col tempo. Ma nel breve periodo, e questo lo si percepirà con nettezza a partire da domani, l’evoluzione dei rapporti tra Giuseppe Conte e Mario Draghi, che c’è stata nelle ultime quarantotto ore al riparo da orecchie e sguardi indiscreti, è destinata a lasciare il segno.

Nel lungo fine settimana i due si sono sentiti più volte. L’unica telefonata la cui eco ha raggiunto l’esterno è quella di giovedì pomeriggio, poco prima che il Consiglio dei ministri autorizzasse la fiducia sulla riforma firmata dalla ministra Marta Cartabia e inserita dall’Europa tra le condizioni per finanziare il Piano nazionale di ripresa e resilienza con i soldi del Recovery plan. Poi, nella giornata di venerdì, a seguito delle dichiarazioni incendiarie di Fabiana Dadone sulla possibile uscita dal governo della delegazione M5S, il presidente del Consiglio e il suo predecessore si sono sentiti ancora. Una chiacchierata distensiva, in cui il leader in pectore del Movimento ha sminato il sentiero dalle minacce di resa dei conti, che infatti ha portato la ministra delle Politiche giovanili a correggere il tiro rispetto alla dichiarazione messa a verbale su RaiTre.

Sabato c’è stato un altro contatto. Non è dato sapere chi dei due abbia cercato l’altro; ma ieri mattina, parlandone con le persone più fidate, Conte si è abbandonato a un giudizio sul suo successore che ha sorpreso non poco i suoi interlocutori. «Draghi non ha alcuna colpa», ha risposto a quelli che gli chiedevano se l’accelerazione di un pezzo dei M5S verso la crisi di governo sulla giustizia avesse il suo sigillo. «La piega che ha preso finora la questione della riforma della giustizia non possiamo certo imputarla a lui. Semmai sono altri pezzi della maggioranza, dalla Lega a Italia viva passando per Forza Italia, che vogliono dare un colpo di spugna sulla prescrizione forse anche per metterci in difficoltà», ha aggiunto l’ex presidente del Consiglio. Che ha rimarcato a più riprese, anche per garantire l’ala governista guidata da Luigi Di Maio, che sarà impossibile non tener conto della parte in commedia del premier, considerato da Conte una colomba e non certo un falco, nell’evolversi della vicenda in Parlamento.

L’avvocato sa perfettamente che un pezzo significativo del gruppo parlamentare pentastellato, sul tema della durata dei processi, sarebbe pronto a spingersi oltre le colonne d’Ercole della crisi. E questo aspetto l’avrebbe sottolineato anche nel confronto con Draghi, che a sua volta avrebbe mostrato di aver colto la delicatezza della questione. «Vedi», è stata l’annotazione di Conte, i due negli ultimi tempi sono passati dal “lei” al “tu”, «non possiamo permettere che ci sia anche un solo processo di mafia che salta a causa della riforma». L’argomentazione, figlia dell’allarme di alcuni pezzi importanti della galassia della magistratura, a cominciare dal consigliere del Csm Giuseppe Cascini, ha un punto di caduta che per il Movimento è imprescindibile: per dare il via libera alla riforma, sono necessari degli accorgimenti tecnici che rendano evidente che sui processi, a cominciare da quelli di mafia, non ci sarà alcun colpo di spugna.

Rating 3.00 out of 5

Così ostili in nome del popolo (disprezzando le persone reali)

lunedì, Luglio 26th, 2021

di Angelo Panebianco

Le posizioni dei 5 Stelle sui procedimenti giudiziari e della destra sull’immunizzazione: al fondo un’identica avversione per le condizioni che consentono a una società di essere libera

Apparentemente non hanno nulla in comune la volontà dei 5 Stelle, affiancati da certi settori della magistratura, di difendere l’imprescrittibilità dei procedimenti giudiziari e la campagna della destra contro l’obbligatorietà dei vaccini. Eppure, al fondo, si scopre un’identica ostilità per le condizioni che consentono a una società di essere libera, un’identica incomprensione di come si possa alimentare un regime di libertà. Non è solo colpa dei politici suddetti, sia chiaro. È, indubbiamente, un effetto del meccanismo democratico: quei politici rappresentano (al peggio o al meglio, giudicate voi) settori della società che nutrono la stessa ostilità e la stessa incomprensione.

A un primo sguardo, fra la visione forcaiola della giustizia («vale la presunzione di colpevolezza e pertanto un imputato può benissimo rimanere tale a vita») e la visione pseudo-libertaria («sui vaccini fate un po’ come ve pare») non c’è punto di contatto. Se l’ideale di società della prima sembra corrispondere a un immenso carcere nel quale condannati e detenuti in attesa di giudizio stiano tutti insieme ammassati e con l’obbligo del silenzio, l’ideale di società dei secondi sembra quello di una grande stanza affollata da gente che strepita e si lancia addosso uova, ortaggi e qualunque cosa a disposizione. Il problema è che tanto il primo quanto il secondo ideale non hanno nulla a che spartire con una società libera.

Detto in modo più realistico, si può sostenere che, anche se una società autenticamente libera non è mai esistita (e forse non esisterà mai), le due suddette visioni fanno a pugni con i tentativi — più o meno riusciti in giro per il mondo occidentale — di creare o mantenere condizioni che per lo meno si avvicinino a quelle di una società libera.

Partiamo dai campioni della «libertà dal vaccino». Persino loro dovrebbero essere in grado di capire che la libertà dell’uno finisce dove comincia la libertà dell’altro. Dovrebbero capire che le persone che non si vaccinano mettono a rischio altre persone. O dobbiamo aspettarci che, per coerenza, propongano anche di eliminare l’obbligo (liberticida?) di assicurare i veicoli in circolazione? E dunque perché tanto accanimento sui vaccini? La risposta probabilmente è che costoro hanno individuato un interessante bacino elettorale in quella parte — purtroppo, a quanto pare, piuttosto estesa — di nostri concittadini che si è bevuta l’una o l’altra delle teorie del complotto circolanti, persone che, non sapendone nulla, non avendo nessuna preparazione che li metta al riparo dalle bufale raccattate in rete, disprezzano gli scienziati, pensano che la scienza, come l’informazione, sia al servizio delle multinazionali, della Cia, dell’Uomo Nero. Le recenti manifestazioni di piazza dei più esagitati fra loro sono, temo, solo la punta dell’iceberg. Chi li corteggia e li vezzeggia contribuisce a indebolire le condizioni su cui si regge una società libera (o ciò che vi si avvicina). Teorie del complotto, rifiuto della scienza, se si diffondono, finiscono per inceppare i meccanismi di una tale società, la quale vive di delicati equilibri, e, nello specifico, di fiducia nella competenza di chi ne sa più di noi e della necessità di raccordare sapienza e rappresentanza democratica. La scienza è fallibile? Certo che lo è. Per definizione. Ma l’alternativa alla scienza fallibile è solo l’ignoranza, la superstizione. Anche il più addestrato dei piloti può commettere un errore ma persino il no vax preferisce che a guidare l’aereo su cui vola sia un pilota addestrato piuttosto che un avvocato, un sarto o un medico che non abbiano mai visto prima i comandi di un aereo. In una società libera non si rifiuta a priori la competenza. Si accetta che sia la politica rappresentativa, ascoltati i competenti, a trovare la sintesi migliore che tuteli la libertà (e in questo caso anche la salute) dei cittadini.

Anche i campioni della presunzione di colpevolezza per chiunque risulti indagato o imputato (l’imprescrittibilità ne è una conseguenza) hanno in uggia la libertà e gli equilibri su cui si regge. In una società libera la giustizia deve contemperare l’esigenza di tutelare le vittime e di salvaguardare i diritti degli accusati. Habeas corpus, presunzione di non colpevolezza, limiti temporali alla durata dei procedimenti giudiziari e altri istituti collegati, sono stati costruiti nel tempo per salvaguardare quei diritti. I suddetti campioni, se volessero davvero, come ipocritamente affermano, tutelare le vittime, non dovrebbero calpestare i diritti di indagati e accusati. Dovrebbero chiedere processi rapidi (ossia il contrario di ciò che accade in Italia). Perché è proprio la lunghezza dei procedimenti giudiziari ciò che impedisce di rispettare i diritti delle vittime.

Rating 3.00 out of 5

Letta: «Ora sui vaccini serve un patto di maggioranza: tutti i candidati siano immunizzati»

lunedì, Luglio 26th, 2021

di Monica Guerzoni

Il segretario pd Letta: Salvini ha fatto un passo, il partito lo segua. Tutte le forze sostengano le misure del governo senza ambiguità

desc img
Enrico Letta insieme alla candidata alla presidenza della Regione, Calabria Amalia Bruni

«Ci vuole un patto di maggioranza sul tema dei no vax».

Tutti con Draghi, contro chi rifiuta il vaccino?

«Il dna di questo governo è dato da tre cose. La prima – per il segretario Enrico Letta, reduce dal lancio della piattaforma digitale delle Agorà democratiche del Pd – è la scrittura del Pnrr. Poi le riforme funzionali ai fondi europei, giustizia, fisco, e semplificazioni. Ma la questione numero uno è la campagna vaccinale per uscire dalla pandemia e tornare alla normalità».

A che punto è la missione di Draghi?

«Il governo e la maggioranza stanno lavorando bene sul Pnrr e sui nodi delle riforme, ma l’elemento costitutivo della maggioranza è la messa in sicurezza dell’Italia attraverso vaccinazioni, riaperture e green pass. Anche Figliuolo ha lavorato molto bene per la campagna, ma ora la variante Delta e la sfida no vax alzano il livello della difficoltà».

E se la Lega non ci sta?

«Vaccinandosi Salvini ha fatto un passo in avanti. Sui social, dove è stato pesantemente criticato, si è visto quanto gli è costato da parte del suo mondo, quindi il mio giudizio è positivo».

Ma Salvini contende a Meloni milioni di voti di dubbiosi o contrari e difende chi scende in piazza contro il green pass. Si può fare campagna elettorale sulla vita delle persone?

«Non voglio giocarla sulla polemica nei confronti della Lega, ma ho sentito le dichiarazioni responsabili di Di Maio, Berlusconi e Tajani e ritengo importante riaffermare un chiaro patto di maggioranza a partire dal tema vaccini. Le prossime settimane saranno complesse, il mare sarà in tempesta, la nave ballerà».

Sta dicendo che il governo rischia, perché Lega o M5S possono strappare?

«Sto dicendo che la variante Delta corre, la stanchezza della popolazione dopo un anno sfiancante è comprensibile. È necessario un patto di chiara corresponsabilità, per sostenere le misure del governo e lo sforzo di farle passare nell’opinione pubblica, senza distinguo e senza ambiguità».

Una sfida a Salvini?

«Noi lanciamo la sfida a tutti. Chiediamo che tutti i candidati alle amministrative abbiano ottemperato agli obblighi vaccinali, come fa il Pd. È un messaggio forte, che tutti dovrebbero sottoscrivere. Sindaci e presidenti di regione siano i primi a dare l’esempio. In questi giorni ho battuto la Calabria da Nord a Sud con la nostra candidata presidente Amalia Bruni, che rappresenta nella sua terra il modello che Draghi ha portato a livello nazionale».

Bruni come Draghi?

Rating 3.00 out of 5

Incendi in Sardegna, Solinas: “Quota Pnrr sia destinata alla riforestazione” | Canadair anche da Francia e Grecia

lunedì, Luglio 26th, 2021
Canadair in azione per spegnere i roghi in Sardegna

“Quello a cui stiamo assistendo è un dramma di proporzioni enormi: ettari ed ettari andati in fumo, secoli di storia ambientale e paesaggistica cancellati”. Così il presidente della Regione Sardegna, Christian Solinas, commenta i roghi che hanno colpito la provincia di Oristano. “Chiederò a Draghi che una quota del Pnrr sia subito destinato a un grande progetto di riforestazione che rimargini queste terribili ferite”, aggiunge.

“Ancora non è possibile fare una stima esatta dei danni”, aggiunge Solinas a “La Stampa”. Finora 1.500 persone sono state sfollate e oltre 20mila ettari di territorio sono svaniti tra le fiamme. Per domare i roghi sono in campo dieci squadre a terra dei vigili del fuoco, supportate da 5 canadair, oltre a due velivoli inviati dalla Francia e altrettanti dalla Grecia.

Rating 3.00 out of 5

La corsa ai vaccini: ovunque è record di prenotazioni. Casi tra gli scoperti

domenica, Luglio 25th, 2021

Francesca Angeli

Tutti vogliono il green pass e il boom delle prenotazioni non si ferma. Dopo una fase di rallentamento contrassegnata soprattutto dall’esecuzione dei richiami ora sono ripartite anche le prime dosi. In una settimana si è passati dalle 74.631 prime dosi del 17 luglio alle 145.140 del 23. La prospettiva di restare di fatto esclusi dalla vita sociale ora ha convinto gli incerti e i diffidenti. Ormai più di un italiano su due ha ricevuto anche il richiamo oltre metà della popolazione è protetta, quasi 30 milioni di persone. E ora il timore di registrare una pesante frenata in agosto sembra scongiurato visto il boom di prenotazioni per le prime dosi, più 200%, che andranno inevitabilmente a richiamo in quel mese.

Nel Lazio ieri si sono registrate oltre 80mila prenotazioni superando così il record di 55mila in 24 ore del giorno precedente. «Abbiamo oltre 6,5 milioni somministrazioni complessive di vaccino e il 62% dei cittadini ha completato il percorso vaccinale. Le nuove prenotazioni sono quasi decuplicate in 48 ore. Con questo trend, entro la prima settimana di agosto l’80 per cento dei cittadini del Lazio avrà chiuso il ciclo vaccinale», annuncia soddisfatto l’assessore alla sanità del Lazio, Alessio D’Amato.

Le prenotazioni corrono anche in Toscana, 48mila; in Puglia, più 131 per cento; in Friuli Venezia Giulia dove in due giorni gli appuntamenti per le prime dosi hanno sfiorato quota 12.500 unità. E il vicegovernatore Fvg con delega alla Salute Riccardo Riccardi sottolinea come la media giornaliera fino a metà giugno si aggirava sotto le 2mila richieste al giorno.

A fare ancora resistenza sono quegli oltre 5 milioni di over 50 che non hanno neppure una dose. I giovani invece si vaccinano come dimostrano i dati dell’ultima settimana durante la quale sono stati vaccinati con la prima dose o la dose unica quasi 350mila under 30, 118mila tra i 12 e i 19 anni.

Rating 3.00 out of 5

Incendi, rogo nell’Oristanese: sfollate centinaia di persone | 10mila ettari di territorio divorati dalle fiamme

domenica, Luglio 25th, 2021

Sono centinaia le persone evacuate per tutta la notte, abitazioni danneggiate, migliaia di ettari di territorio divorati dal fuoco. Non sono ancora stati domati gli incendi che hanno messo in ginocchio l’area del Montiferru, nell’Oristanese. Il gigantesco rogo divampato tra Bonarcado e Santu Lussurgiu, non è ancora stato domato. In nottata sfollati gli abitanti di Cuglieri, nel primo pomeriggio a Scano Montiferro.

Questa mattina la situazione è lievemente migliorata e 120 persone circa hanno fatto rientro a casa. Paura anche a Sennariolo, che è stato completamente evacuato: 155 gli sfollati.

Le persone che hanno trascorso gran parte della notte lontano da casa stanno facendo rientro, mentre sono state evacuate anche alcune abitazioni anche a Tresnuraghes, Flussio e Scano Montiferro.

Sulla zona già dall’alba stanno lavorando centinaia di uomini a terra di Corpo forestale, Protezione civile, vigili del fuoco e volontari. In loro aiuto ci sono due Canadair e quattro elicotteri della flotta regionale, tra i quali il Super Puma. Al momento non è stato possibile quantificare i danni, ma le fiamme hanno danneggiato sia abitazioni che aziende agricole.

Coldiretti: catastrofe nelle campagne – “E’ una vera e propria catastrofe quella che si sta consumando in queste ore in Sardegna dove si prevede un’altra giornata da inferno. Oltre ai Comuni assediate dalle fiamme, ad essere devastati e accerchiata dalle fiamme sono anche le campagne con gli allevatori impegnati in una corsa contro il tempo anche durante la notte per recuperare gli animali, alcuni dei quali stati raggiunti dalle fiamme”. Lo dice in una nota la Coldiretti Sardegna.

Rating 3.00 out of 5

Nel Direttivo della Bce tornano a volare i falchi dell’austerity: segnale d’allarme per Roma

domenica, Luglio 25th, 2021

La riunione del Consiglio Direttivo della Bce di giovedì scorso ha tratto le necessarie conseguenze della recente modifica del target dell’inflazione che da «intorno, ma sotto il 2 per cento» è stato cambiato nel «2 per cento simmetrico». Un livello, quest’ultimo, ritenuto più coerente con l’unico mandato conferito all’Istituto dal Trattato Ue per il mantenimento della stabilità dei prezzi. Le indicazioni prospettiche, la cosiddetta «forward guidance», dato tale obiettivo, prevedono che i tassi di interesse rimarranno sui livelli attuali o inferiori fino a quando l’inflazione non raggiungerà il 2 per cento ben prima della fine dell’orizzonte di proiezione della Banca, cioè il 2023. Insomma, per modificare l’impostazione sui tassi, occorre un «2 per cento» duraturo, perché un eventuale superamento di carattere transitorio di tale livello sarebbe tollerato e non comporterebbe il dovere di alzare i tassi di riferimento. La decisione dà un ampio margine di sicurezza anche se, nella conferenza stampa successiva alla seduta del Consiglio, la Presidente della Bce, Christine Lagarde, pur rilevando un miglioramento della situazione economica nell’area dell’euro dove però si registrano 3,3 milioni di disoccupati in meno rispetto a prima della pandemia, ha sottolineato il perdurante impatto negativo del Covid 19 e il collegamento, per il superamento, con il successo della campagna di vaccinazione.

La modifica del target dell’inflazione era stata votata all’unanimità. Invece, le indicazioni prospettiche, come ha precisato la Lagarde, non sono state varate unanimemente. Alcuni tendono a ridimensionare tale differenziazione attribuendola a un proficuo rapporto dialettico nel Consiglio Direttivo. Eppure si trattava, giovedì, di decidere in coerenza con la modifica in precedenza deliberata e con l’indirizzo, anche in passato seguito, di non attribuire valore alle variazioni transitorie del tasso di inflazione. È da presumere che coloro che hanno votato contro avrebbero voluto verosimilmente qualche segnale che avrebbe attenuato la impostazione massimamente accomodante della politica monetaria? Si sarebbero attesi qualche attenuazione nel versante degli acquisti di asset, argomento che, però, non è stato affrontato? È possibile mai che sono stati d’accordo sull’obiettivo dell’inflazione, ma nutrivano la riserva mentale di proporre una diversa «forward guidance»? Qualcosa sapremo quando saranno rese note le «minute» della discussione. Intanto, si può essere certi che la divisione passa anche per «falchi» e «colombe» all’interno del Consiglio. E non sono di certo le notizie che qualche volta sarebbero filtrate dall’interno dell’Istituto il fatto più preoccupante, che qualcuno teme.Certamente, se confermato, si tratterebbe di un comportamento inaccettabile, che segnala uno scarso senso di responsabilità.

Rating 3.00 out of 5

Domenico Arcuri torna a Palazzo Chigi: il governo ripesca Mr Disastri per il Pnr

domenica, Luglio 25th, 2021

Franco Bechis

Sorpresa: Mr Disastri torna al centro del governo come ai bei tempi di Giuseppe Conte. Palazzo Chigi senza fare sapere nulla a nessuno fino a qualche giorno fa ha infatti richiamato in servizio l’uomo che era il simbolo del governo giallorosso: Domenico Arcuri, Mimmo per gli amici. Sì, proprio il manager da cui era partita la svolta di Mario Draghi, che gli diede il benservito sollevandolo dal ruolo di commissario straordinario per l’emergenza sanitaria e sostituendolo con il generale Francesco Paolo Figliuolo. Eppure è proprio alla corte di Draghi che è tornato Arcuri, con una mansione delicatissima nella sua veste di amministratore delegato della Agenzia nazionale per l’attrazione degli investimenti e lo sviluppo di impresa-Invitalia spa. La presidenza del Consiglio ha firmato attraverso il dipartimento per la programmazione economica con Arcuri una convenzione per avere da lui l’assistenza per «il monitoraggio dell’avanzamento finanziario e procedurale degli investimenti pubblici, per la mappatura del portafoglio di progetti finanziati in ottica Programma-Progetti, per la ricognizione di aree e progetti in criticità realizzativa da sottoporre ad azioni di supporto».

Arcuri secondo quell’accordo ha il compito di analizzare secondo un algoritmo ad hoc l’andamento e le criticità dei piani di investimenti pubblici e si può capire quanto sia delicata quella funzione visto che siamo alla vigilia della partenza del PNR con i fondi che l’Europa sta per anticipare all’Italia. Infatti il nuovo ruolo di Arcuri è ben pagato da Palazzo Chigi: 4 milioni di euro, Iva inclusa, con un incasso netto per Invitalia di 3,3 milioni di euro. Il contratto firmato da Arcuri è partito il primo luglio scorso e sarà efficace fino al 30 giugno 2024, quindi sotto le sue analisi passeranno davvero parte rilevante degli investimenti previsti dal Recovery Plan di Draghi. Il testo della convenzione è stato reso pubblico solo il 14 luglio con pubblicazione nella sezione amministrazione trasparente del sito Internet della presidenza del Consiglio dei ministri. Dopo avere servito con assoluta fedeltà Conte ed essere diventato il simbolo di tutto ciò che è stato sbagliato nella gestione del primo anno di emergenza pandemica dunque Arcuri è riuscito a diventare con capacità che davvero è impossibile non riconoscergli un fedelissimo di Draghi, perdonandogli evidentemente quel brusco licenziamento avvenuto a inizio marzo. Ma non abbiamo la certezza che l’operazione sia stata gestita dal premier e nemmeno che ne sia davvero a conoscenza.Perché in realtà chi ha firmato quel contratto con Arcuri per conto della presidenza del consiglio dipende da quel Dipe che ricade sotto la delega del sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Bruno Tabacci, politico centrista di lungo corso che fu anche presidente della Regione Lombardia decenni fa.

Rating 3.00 out of 5

Salvini e Meloni, carissimi nemici

domenica, Luglio 25th, 2021

AMEDEO LA MATTINA

Il rapporto tra i carissimi nemici non ha mai toccato un punto così basso. Giorgia Meloni dalla sua postazione politica stabilmente all’opposizione e costantemente in crescita nei sondaggi guarda, con una certa goduria, Matteo Salvini dibattersi tra le scudisciate di Mario Draghi («l’appello a non vaccinarsi è un appello a morire») e il dissenso di una parte dell’opinione pubblica e delle attività commerciali che scende in piazza contro la «dittatura sanitaria» del green pass. I due dioscuri del centrodestra, che da soli totalizzano oltre il 40% dell’elettorato, marciano e colpiscono divisi, non hanno più molti contatti diretti da quando FdI è stata esclusa dal Cda Rai, portando Meloni a sostenere che in Italia c’è un problema di democrazia e si vuole silenziare l’unica vera opposizione rimasta in Parlamento. A fare da sponda alla Lega c’è FI che al vertice di viale Mazzini ha messo una sua donna, Simona Agnes, e non intende mollare la presidenza della commissione di Vigilanza Rai guidata da Alberto Barachini. E ciò nonostante lo stesso Silvio Berlusconi abbia detto pubblicamente e in maniera riservata alla leader di FdI che bisogna superare tutte le incomprensioni per tenere unito il centrodestra.

«Ma cosa pretende Giorgia – attaccano gli azzurri – con il 5% in Parlamento vuole impedire a un partito come il nostro, che ha più parlamentari del Pd, di essere rappresentati nel Cda della Rai? Lei capitalizza consensi stando all’opposizione, noi capitalizziamo in maggioranza». Intanto, raccontano fonti interne alla Rai, Salvini sta facendo chiamare tutti quei giornalisti e funzionari che a Saxa Rubra erano passati nell’area di FdI quando Giampaolo Rossi, in quota FdI nel Cda, era «il vero amministratore delegato» dell’azienda.

È una guerra di trincea quella tra i due carissimi nemici. «Con la differenza – spiegano fonti autorevoli della Lega – che Giorgia sta nella comoda posizione dell’opposizione mentre noi abbiamo le mani legate dalla responsabilità di tenerci in equilibrio in questo governo e in questa maggioranza». Ma Salvini non intende farsi cuocere a fuoco lento, anche perchè avverte che attorno a sè qualcosa è cambiato. Anche nel partito. Così ha dato il via libera a tutti gli esponenti e parlamentari a scendere in piazza contro la «dittatura sanitaria» del green pass. Il leader della Lega si è messo in una linea d’ombra, al confine tra maggioranza e opposizione dopo lo «schiaffo» di Mario Draghi sui vaccini. Quell’accusa di mettere a rischio la vita di chi non si vaccina «ha fatto traboccare il vaso», assicurano nel Carroccio dove cresce l’insofferenza per la delegazione ministeriale. «I nostri ministri – spiegano esponenti di primo piano – sono troppo appiattiti su Draghi. Sul green pass non possiamo essere schiacciati alle posizioni di Speranza». Ma il problema per il Carroccio è che il premier non si lascia dettare la linea del ministro della Salute: è convinto delle cose che decide, che tanto dispiacere arrecano a Salvini. Il quale vede crescere il malessere tra i suoi dirigenti, ma soprattutto nella sua base elettorale.

Rating 3.00 out of 5
Marquee Powered By Know How Media.