Quirinale, la Lega è preoccupata. Lettera di Verdini: lasciate che Salvini sia il king maker
lunedì, Gennaio 17th, 2022di Marco Cremonesi
L’ex coordinatore di FI scrive a Dell’Utri e Confalonieri. «Finora si è giocato sul piano esclusivo della comunicazione, ma fra 12 giorni a ciò che si comunica dovrà seguire ciò che si fa. Altrimenti sarà un disastro»
Telefonate, tantissime. Messaggi, tantissimi anche quelli. Ci stanno: per Matteo Salvini la settimana è campale, con la prossima si capirà se esiste ancora un centrodestra. Ciò che però, fino a qualche giorno fa, lo stesso Salvini non si sarebbe atteso è una buona vecchia lettera. E invece, sulla scena arriva anche quella, pubblicata ieri mattina sul Tirreno. L’ha scritta Denis Verdini, il padre della sua fidanzata, Francesca, e già smaliziatissimo uomo di manovra di Silvio Berlusconi. L’ha scritta ad altri due berlusconiani assoluti e fuori dagli schemi, Marcello dell’Utri e Fedele Confalonieri. Come lui — la definizione è sua — «vecchietti arzilli come quelli di Cocoon», che «hanno ritrovato il gusto del sogno». Che è, ovviamente, l’elezione di Silvio Berlusconi al Quirinale.
E dunque, l’ex
coordinatore azzurro non fa mancare i suoi consigli: perché, ricorda,
«finora si è giocato sul piano esclusivo della comunicazione, ma fra 12
giorni a ciò che si comunica dovrà seguire ciò che si fa. Altrimenti
sarà un disastro». Verdini, da vecchio amico del fondatore azzurro, può
anche permettersi alcune critiche: con la caccia al voto il Cavaliere
«ha dato informalmente certezze su presunte disponibilità di voti» fuori
dal centrodestra e la sua candidatura, «ancora soltanto ipotizzata», ha
«scavato una fossa» con il centrosinistra, che ora sarà tentato «dalla
soluzione dell’Aventino».
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E infatti, è proprio così. La possibilità che il centrosinistra abbandoni l’aula e lasci il centrodestra da solo a veder perdere Berlusconi è uno degli incubi che nella Lega ricorrono tutte le notti, da parecchi giorni. Anche se, in fondo, sono pochi a temerlo davvero: «Avrebbe un senso — riflette un deputato —, metterebbe il centrosinistra al riparo dalle sorprese di chi in segreto sarebbe pronto a votare Berlusconi». Ma, appunto, meglio ripiegare su una confortante ironia: «Noi non crediamo che lo faranno. Sarebbe una cosa troppo “di destra”. Una cosa troppo al di fuori della cultura della sinistra: è quello che ha fatto il Pdl nel 2013, quando i 101 fermarono la corso di Romano Prodi…». Anche per questo i contatti tra Salvini e Enrico Letta sono così assidui: ciascuno dei due intende marcare l’altro a scanso di sorprese.
Poi, Verdini parla proprio di Matteo Salvini. «Ciò che non si può pretendere», dice, è che il leader leghista «rinunci al tentativo di esercitare un ruolo da king maker:
gli si può chiedere lealtà ma non fedeltà assoluta». Perché, e questo
Salvini lo sa bene, «un’eventuale sconfitta sul Quirinale
pregiudicherebbe la sua carriera politica». Il consiglio principe è
dunque quello di garantire la permanenza del Cavaliere nel centrodestra:
«Niente patti con Letta e Renzi» ma basta anche al «chiacchiericcio»
sul fatto che, in caso di fallimento, potrebbe sostenere, «Draghi, Amato
o chissà chi altro, spaccando il centrodestra».
Sia chiaro: «Se Salvini o Meloni capissero che il “Nostro” ha seconde carte o piani B, sarebbe l’intero centrodestra a saltare per aria».
Insomma, «Silvio deve permettere a Salvini di portare a termine
l’obiettivo di eleggere un presidente di centrodestra, fornendogli tutto
il suo appoggio». Secondo Verdini, se alla quarta votazione Berlusconi
avesse tutti i voti del centrodestra, potrebbe «ritirarsi con dignità».
Ma se mancassero anche quelli, «sarebbe un disastro. E ancora peggio per
chi lo ha portato a questo punto».