Roma, i pm pronti a interrogare Raggi

edoardo izzo
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La settimana della verità, ma anche quella più amara. Da domani ogni giorno che viene potrebbe essere quello giusto, nel quale i pm della Procura di Roma ascolteranno Virginia Raggi. E in sede di interrogatorio potrebbe materializzarsi quell’avviso di garanzia tanto temuto dalla sindaca della Capitale e che tuttavia, alla luce del nuovo codice etico M5s, non le imporrà dimissioni obbligate. Questa soluzione dell’avviso consegnato nel corso dell’incontro potrebbe essere frutto di un accordo di cortesia tra i magistrati ed i legali della sindaca che vorrebbero evitare altre paginate sui giornali in attesa dell’interrogatorio. Da parte sua la Raggi ha ostentato sicurezza con i giornalisti incontrati il giorno dell’Epifania, quando a proposito delle «cimici» che secondo il suo ex collaboratore Salvatore Romeo l’avrebbero spinta sul tetto del Campidoglio per conversare in libertà, ha detto: «Magari le mettessero le cimici, così saprebbero che non abbiamo nulla da nascondere». E sull’opportunità di rimuovere gli “omissis” dell’inchiesta su Marra, ha provato a minimizzare: «Deciderà la procura». Scomodi in effetti potrebbero risultare, politicamente prima che a livello giudiziario, i messaggi della chat tra la sindaca e il suo staff intitolata «Quattro amici al bar» (tra Frongia, Romeo, Marra e Raggi), e quelli più privati tra Marra e la sindaca Raggi. Conversazioni che, da quel che filtra, tirerebbero in ballo personaggi di spicco del Movimento 5 Stelle come Luigi Di Maio e Roberta Lombardi.

 

Quasi certamente Raggi sarà ascoltata in veste di indagata con la probabile accusa di abuso d’ufficio. Due sarebbero gli episodi contestati dal procuratore aggiunto Ielo e dal pm Dall’Olio: il primo sarebbe stato commesso in relazione alla nomina di Renato Marra (fratello dell’ex braccio destro della sindaca) a responsabile del Turismo del Campidoglio. Su questa scelta si è già espressa l’Anac parlando di un evidente «conflitto di interessi» sul quale la sindaca sostiene di aver deciso «in totale autonomia» spiegando che Marra ha dato solo «mera esecuzione delle determinazioni da me assunte». Ma è un tentativo maldestro di negare il conflitto d’interesse visto che poco dopo ammette: «C’è stata una istruttoria svolta dalle strutture competenti ai sensi della disciplina vigente», quindi l’ufficio del Personale diretto proprio da Raffaele Marra. Quanto basta perché i pm le chiedano di spiegare che cosa è davvero accaduto. Ma non è l’unico. Perché un secondo abuso potrebbe essere stato commesso anche nella designazione di Romeo a capo della segreteria della sindaca, quando da semplice dipendente comunale è diventato dirigente con un aumento di quasi 90 mila euro, poi ridotto a 70 mila. Intanto entro lunedì il tribunale del riesame dovrà decidere sulla scarcerazione di Marra accusato insieme a Scarpellini di corruzione.

LA STAMPA

 

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