Parlamento Ue, Tajani presidente Battuto Pittella al derby di Strasburgo
di Ivo Caizzi, inviato a Strasburgo
Per la prima volta, da quando l’Europarlamento è eletto direttamente dai cittadini, un italiano arriva alla presidenza. Antonio Tajani di Forza Italia, candidato per gli europopolari del Ppe, principale partito dell’assemblea Ue, ha battuto nel ballottaggio finale Gianni Pittella del Pd, capogruppo degli eurosocialisti di S&D, la seconda forza politica, con 351 voti contro 282 su 713 votanti. «Sarò il presidente di tutti», ha promesso Tajani.
Le alleanze in campo
Nelle prime tre votazioni, nell’Aula di Strasburgo, nessuno dei sette candidati, rappresentativi dei principali gruppi di eurodeputati, ha ottenuto la necessaria maggioranza dei votanti. Il quarto scrutinio segreto, riservato a Tajani e Pittella in quanto più votati, ha visto prevalere l’esponente di Forza Italia, ex vicepresidente della Commissione europea e tra i fondatori del partito di Silvio Berlusconi. Decisive sono risultate le alleanze concluse dal capogruppo del Ppe, il tedesco Manfred Weber, con il terzo e quarto gruppo, i conservatori Ecr (in gran parte britannici in uscita dall’Ue) e i liberali Alde del belga Guy Verhofstadt. Pittella ha pescato nella sinistra Gue e nei Verdi. Gli euroscettici, che includono M5S e Lega di Matteo Salvini, hanno dichiarato l’astensione.
Le manovre «tedesche»
Originariamente l’accordo di maggioranza tra Ppe e S&D, simile alla Grande coalizione a Berlino, prevedeva un europopolare alla presidenza dell’Europarlamento per la seconda metà del mandato quinquennale, subentrando al socialista tedesco Martin Schulz. Ma S&D ha poi preteso la conferma di Schulz per evitare tre del Ppe ai vertici delle tre principali istituzioni Ue (con il polacco Donald Tusk e il lussemburghese Jean-Claude Juncker rispettivamente al Consiglio dei governi e alla Commissione europea). Weber si è opposto. Non sembrava gradire un connazionale socialdemocratico ancora numero uno dell’Europarlamento durante la campagna elettorale per le prossime elezioni in Germania. Schulz aveva così rinunciato per candidarsi nel voto nazionale. S&D, come ritorsione, ha fatto saltare l’accordo di maggioranza e ha candidato Pittella contro Tajani, scelto nelle primarie del Ppe. L’obiettivo sembrava aiutare i premier socialisti a rivendicare la presidenza del Consiglio. Ma la cancelliera tedesca Angela Merkel ha protetto Tusk ed è sembrata disposta a mollare eventualmente Juncker: difeso però a oltranza da Pittella, che ha preferito lo scontro con Tajani e il Ppe.