Annus horribilis delle buste paga Sono cresciute di appena lo 0,6%

Roma – Il peggiore anno per le buste paga. Aumenti così bassi si sono registrati solo nel 1982.

L’Istat ha diffuso i dati sulle retribuzioni contrattuali orarie dei lavoratori italiani. Nel 2016 sono cresciute dello 0,6%. Si tratta dell’incremento più basso mai registrato dall’inizio delle serie storiche in 35 anni.

A dicembre le retribuzioni contrattuali orarie registrano un incremento tendenziale dello 0,5% per i dipendenti del settore privato (0,3% nell’industria e 0,7% nei servizi privati) e una variazione nulla per quelli della pubblica amministrazione. Effetto del blocco della contrattazione che terminerà quest’anno. I settori che presentano gli incrementi tendenziali maggiori sono: alimentari, bevande e tabacco (1,8%) e commercio (1,0%).

Sempre dall’Istat ieri sono arrivati gli indici sulla fiducia dei consumatori. Nel mese in corso l’indice registrato dall’istituto di statistica è sceso da 110,9 a 108,8 mantenendosi comunque su un livello superiore a quello di novembre 2016.

Nel giudizio di inizio anno pesa la situazione economica del Paese e, soprattutto, una visione del futuro a tinte fosche. L’indice sul clima economico e il clima futuro sono passati rispettivamente, da 133,3 a 124,8 e da 116,0 a 111,6. Meglio l’indice che registra il clima personale e quello corrente che salgono per il quarto mese consecutivo passando, rispettivamente, da 102,7 a 103,8 e da 106,2 a 107,6. Dopo il miglioramento registrato lo scorso mese, i giudizi e le aspettative dei consumatori riguardo la situazione economica del Paese tornano a peggiorare (per i giudizi il saldo passa da -41 a -52 e per le aspettative da -17 a -28).

«Il mondo dei consumi è ancora in difficoltà», ha commentato l’ufficio studi di Confcommercio. «Al deterioramento del sentiment delle famiglie fa riscontro la riduzione della fiducia delle imprese del commercio al dettaglio». Per la principale associazione del commercio all’interno di questo quadro «molto fragile», c’è la presenza di «interessanti indizi di vitalità», come la crescita del grado di utilizzo degli impianti nel quarto trimestre, tornato sopra ai livelli pre-crisi, e i giudizi più favorevoli riguardo al tenore della domanda e alla pressione dei vincoli finanziari, che fanno ritenere «possibile», un’accelerazione degli investimenti già nei prossimi mesi. Per le associazioni consumeristiche Federconsumatori e Adusbef è la «conferma che l’Italia non riesce a lasciarsi alle spalle» la crisi.

IL GIORNALE

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