Trump-Gentiloni: impegno senza tregua contro il terrorismo

paolo mastrolilli
inviato a new york

«Il premier ha ribadito con il Presidente americano l’importanza fondamentale del ruolo della Nato e della collaborazione tra Europa e Usa per la pace e la stabilità, di fronte alle sfide e alle minacce per la comune sicurezza». Così una nota di Palazzo Chigi descrive la telefonata di mezz’ora avvenuta ieri sera fra Trump e Gentiloni. I due leader «hanno riaffermato l’impegno senza tregua nella lotta al terrorismo e al radicalismo e gli sforzi da rafforzare per la soluzione della crisi ucraina, per la pace in Medio Oriente, in Siria e, in particolare, nel Nord Africa». Gentiloni ha illustrato a Trump «l’accordo tra Italia e Libia per la lotta contro il traffico di esseri umani e per politiche dell’accoglienza e della regolazione dei flussi migratori nel rispetto dei diritti umani e del diritto all’asilo». Sul futuro della Ue Gentiloni si dice favorevole all’Europa a cerchi concentrici, ma senza strappi.

 Un primo contatto nei giorni scorsi c’è stato anche tra il nuovo capo del Pentagono, Mattis, e il ministro della Difesa Pinotti, che si vedranno a metà mese a Bruxelles. Hanno parlato soprattutto del contributo italiano in Libia e Iraq. Il premier libico Sarraj si è incontrato due volte, una in Egitto, con il generale Haftar, capo dell’esercito di Tobruk. L’Italia, per favorire il dialogo, ha deciso di aprire il suo ospedale di Misurata ai feriti di tutte le fazioni.

L’obiettivo è trovare un compromesso che garantisca ad entrambi un ruolo nel futuro del paese, fermando le operazioni militari per combattere invece i terroristi. Circola l’ipotesi che l’amministrazione Trump sia disposta a fare un accordo con la Russia, che sostiene Haftar, per stabilizzare il paese. Roma può discuterne, a patto che Mosca non diventi la forza leader.

 

 

L’Italia punta molto sull’accordo appena concluso con Sarraj per l’emergenza migrazioni, che può presentare anche a Washington come una dimostrazione della sua capacità di arginare il terrorismo. Roma, oltre ai 300 militari impiegati per l’ospedale, ha uomini che gestiscono i contatti e le operazioni sul terreno, e hanno bisogno di un rapido coordinamento con i servizi di sicurezza guidati dalla nuova amministrazione. L’accordo con Sarraj prevede che siano le sue forze, aiutate dall’Italia, a condurre i controlli lungo le coste per fermare il traffico di esseri umani. Nello stesso tempo è necessario estendere le operazioni nel Sud desertico della Libia, per gestire il flusso dei migranti prima che arrivino al mare, e fermare le infiltrazioni terroristiche. Sarraj vorrebbe svolgere questo compito con le proprie forze, per affermare la sovranità del suo governo, ma al momento non sembra averne la capacità. Anche qui Roma può avere un ruolo chiave.

 

Sull’Ucraina hanno colpito le dichiarazioni dell’ambasciatrice all’Onu Haley, secondo cui le sanzioni alla Russia devono restare in vigore fino a quando Mosca occuperà la Crimea. La ripresa del dialogo con il Cremlino, in sostanza, è più complessa di quanto sembrasse, e anche su questo l’Italia può dare un contributo utile in vista del G7 di maggio a Taormina, dove Gentiloni e Trump si sono dati appuntamento. Il premier ha invitato anche la First Lady Melania e il Presidente ha accettato, perché l’Italia occupa un «very warm spot», un posto speciale nel suo cuore. Trump ha chiesto a Gentiloni di salutare il nostro popolo, ricordando che molti italoamericani lo hanno votato.

LA STAMPA

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