“Scelsi Marra senza guardare il curriculum”
«Ho scelto Renato Marra dopo aver sentito il parere dell’assessore Meloni». Questa la linea difensiva di Virginia Raggi, nel corso dell’interrogatorio di giovedì scorso. La sindaca ha risposto alle contestazioni del procuratore aggiunto Paolo Ielo e del pm Francesco Dall’Olio senza cedimenti, tranne quando i magistrati l’hanno incalzata sulle polizza sottoscritte da Salvatore Romeo di cui è beneficiaria: «Io di questa polizza non so nulla. Avete la mia parola».
La vicenda da approfondire ai fini dell’inchiesta era comunque la nomina di Renato Marra, per la quale la sindaca è indagata per abuso d’ufficio e falso in atto pubblico. E ai pm la Raggi ha spiegato di non aver comparato i curricula dei possibili candidati perché, «la procedura non è comparativa. Non esiste una commissione che deve scegliere tra i curricula. Ho scelto io sentendo il parere degli assessori», ha spiegato citando il comma 2 dell’articolo 38 del Regolamento che regola il concorso interno per i dirigenti di ruolo. Una procedura (non comparativa) che stabilisce che le «direzioni sono conferite e revocate dal sindaco».
Di parere opposto, però, la Procura che contesta un altro comma che recita: «Il provvedimento di conferimento è motivato, sulla base delle risultanze curriculari acquisite dalla struttura preposta alle risorse umane» secondo criteri come le competenze e le attitudini. Da qui l’accusa di abuso e di falso all’anticorruzione del Comune che potrebbe costare alla Raggi il rinvio a giudizio. È su questo, infatti, cioè proprio sul reato di falso, che si rivolgono le attenzioni maggiori da parte dei pm anche se la sindaca ha sostenuto nell’interrogatorio che le uniche prescrizioni previste dalla legge riguarderebbero il ventaglio delle proposte, che spettano all’assessore alle Politiche delle risorse umane e la consultazione dell’assessore competente per materia.
Assistita dal suo avvocato Alessandro Mancori, la Raggi ha ribadito nell’interrogatorio di aver scelto Marra senior seguendo il consiglio dell’assessore Meloni che, ha spiegato, «non aveva segnalato il migliore, bensì quello più affine alle sue esigenze». E’ un duello a colpi di fioretto, insomma, quello con Ielo e Dall’Olio su questo punto: la Raggi ha tentato infatti di ribaltare la tesi di accusa spiegando che non poteva sapere che «Raffaele Marra aveva di fatto raccomandato suo fratello a Meloni per far sì che lo nominasse al dipartimento turismo».
Come è noto, agli atti dell’inchiesta c’è la mail inviata dall’assessore Meloni al delegato al Personale, Antonio De Santis e nella quale ringrazia sia a Marra che la Raggi per avergli consigliato Marra. Ma la Raggi ribatte di «aver nominato Renato su suggerimento di Meloni e non del fratello Raffaele». Ma al di là della giustizia che andrà avanti martedì con l’interrogatorio di Raffaele Marra che potrebbe inguaiare ulteriormente Raggi, ieri il leader dei Cinquestelle Beppe Grillo è tornato a difendere la sindaca: «Cara Virginia, non deve essere facile ammettere i propri errori come tu hai avuto il coraggio di fare pubblicamente. Anche per questo hai la mia stima», le ha scritto sul suo blog.
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