Filippo Facci: una palla
Il cattivismo internettiano evidenziato dall’ omicidio di Vasto (centinaia di migliaia di lemuri che hanno giustificato l’ assassino) ha fatto chiedere se non ci stiamo tutti un po’ incattivendo, ma credo che la domanda sia mal posta.
L’ altro giorno ho ricordato che anche Grillo fu protagonista di un omicidio stradale (morirono due genitori e un bambino di 9 anni) e ho ricevuto migliaia di insulti via web, ma credo che la domanda sia mal posta lo stesso. Mi spiego. Ieri un tennista di 17 anni, durante una partita di Coppa Davis, ha avuto un gesto di stizza e senza volere ha tirato una pallata in faccia all’ arbitro: e siccome c’ era il video, è diventata una notizia, e dove c’ è una notizia c’ è il popolo del web.
Qualche commento preso da un quotidiano di sinistra: «Gesto da figlio di papà, un’ estate a fare il cameriere gli farebbe bene», «Un tempo certi comportamenti venivano sanzionati, oggi non è più così», «È giusto che paghi», «Auspico una lunga squalifica», «VERGOGNAAAA. Condividi se sei indignato», «Squalifica a vita e pagamento dei danni», «I due tennisti sono di origine slava».
Tutto chiaro? Sul web si scannerebbero anche per la ricetta della pajata, è il libero sfogo del nostro peggio, ciò che un tempo restava confinato nei retropensieri o nella nostra cameretta. Ma, sotto il tappeto, polvere e malanimi c’ erano anche prima. Solo che ora non abbiamo alzato il tappeto, l’ abbiamo tolto.
di Filippo Facci
LIBERO.IT