Rai, da aprile tetto agli stipendi anche per gli artisti
Il cda Rai ha dato mandato – secondo quanto si apprende – al dg Antonio Campo Dall’Orto di applicare il limite di stipendio di 240 mila euro da aprile ai contratti di collaborazione e consulenza di natura artistica. La decisione è stata presa, come atto cautelativo, in attesa dei pareri richiesti ai ministeri competenti che non sono ancora giunti alla Rai.
Un’interpretazione diversa dei ministeri potrebbe dunque bloccare la misura. Tra i coinvolti Fazio, Insinna, Clerici, Vespa, Giletti, Conti, Piero e Alberto Angela, Amadeus, Annunziata.
Il Consiglio di Amministrazione della Rai, riunitosi oggi sotto la presidenza di Monica Maggioni e alla presenza del Direttore Generale Antonio Campo Dall’Orto, – informa una nota – ha in apertura di seduta discusso della questione dell’applicazione del limite di 240mila euro annui introdotto dall’art 9 della legge 198/26 ottobre 2016 anche ai contratti di collaborazione e consulenza di natura artistica.
Dal momento dell’approvazione della legge, l’azienda ha chiesto a più riprese supporto interpretativo al Mef ma, allo stato, non è ancora pervenuta risposta. Il tentativo è stato quello di proteggere l’azienda dalle pesanti ricadute che un’applicazione immediata del limite retributivo sulle collaborazioni artistiche avrebbe avuto sull’intero equilibrio aziendale, sulla sua redditività e capacità di operare sul mercato. Date tutte queste premesse, nel protrarsi di una pericolosa indeterminazione nell’interpretazione della legge, il Consiglio ha dato mandato al Direttore Generale di procedere all’applicazione del limite a far data dal mese di aprile se, nel frattempo, non sopravverranno i richiesti elementi interpretativi.
Il cda ha successivamente approvato all’unanimità il Budget di Gruppo Rai per il 2017, illustrato dal Direttore generale Antonio Campo Dall’Orto. Le proiezioni economiche evidenziano, nonostante la contrazione delle risorse pubbliche per circa 120 milioni di Euro per effetto della riduzione dell’importo unitario del canone ordinario da 100 Euro a 90 Euro, un risultato economico in sostanziale pareggio e un livello di indebitamento finanziario netto allineato al valore previsto per il 2016. In questo contesto di minori risorse, il segno positivo della gestione operativa e il sostanziale pareggio previsto derivano dagli interventi di razionalizzazione impostati nell’area dei costi e degli investimenti di Gruppo, per un valore complessivo di oltre 100 milioni di Euro.
Tali interventi sono stati identificati con una logica selettiva, al fine di: preservare l’elevata qualità dell’offerta editoriale che ha caratterizzato il palinsesto 2016; proseguire il piano di sviluppo tecnologico, fattore questo abilitante per la trasformazione di Rai in una Media Company; mantenere la leadership nella qualità del prodotto e negli ascolti. Tali direttrici trovano in particolare conferma nel potenziamento delle risorse dedicate all’area digital e dal mantenimento di un adeguato livello di investimento nel prodotto e nella tecnologia, incluse le iniziative e i progetti focalizzati a migliorare in modo pervasivo l’efficienza industriale di Gruppo.
Più in dettaglio, i numeri chiave delle previsioni di Budget sono i seguenti: Ricavi totali per 2.624 milioni di Euro, di cui 1.768 milioni di Euro ascrivibili al canone, in flessione per 153 milioni di Euro rispetto al Forecast 2016; Costi complessivi, inclusi ammortamenti, per 2.596 milioni di Euro, in calo di 155 milioni di Euro rispetto al 2016; Investimenti di prodotto per 460 milioni di Euro e tecnici per 126 milioni di Euro per un totale di 586 milioni di Euro, con una diminuzione sul 2016 di circa il 2%; Gestione operativa in utile per 28 milioni di Euro e risultato di esercizio in sostanziale pareggio; Posizione finanziaria netta stabile nell’ordine di 430 milioni di Euro. Il Budget non tiene ovviamente conto dell’estensione del tetto retributivo anche alle risorse artistiche, le proiezioni verranno pertanto rielaborate per analizzare i prevedibili impatti provocati dalla possibile ridotta attrattività dell’offerta editoriale di Rai
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