Emiliano “anima nera”. Con Orlando già in 100 (e molti ex renziani)
La conta è partita. Il ministro della Giustizia Andrea Orlando, in corsa per la segreteria dem, schiera le truppe.
Mentre l’altro candidato, il governatore della Puglia Michele Emiliano, continua a cavalcare l’inchiesta sulla Consip, la centrale acquisti della pubblica amministrazione, che vede coinvolti il padre di Renzi, Tiziano e il fedelissimo dell’ex premier Luca Lotti. Orlando è dato in ascesa. E se l’evento all’Obihall di Firenze, a casa dell’ex rottamatore, aveva visto la partecipazione di molti ex renziani, ora il Giovane turco comincia lo scouting. Sarebbero più di 100 i parlamentari pronti a sostenerlo al congresso. I fidati onorevoli Silvia Velo e Daniele Marantelli guidano le operazioni in Transatlantico. Il ragionamento di molti parlamentari è questo: «Andrea è il candidato più inclusivo, l’unico che può ricostruire il Pd». Inclusivo. E infatti tra i dem pronti ad appoggiarlo c’è un po’ di tutto. Giovani turchi, innanzitutto, con l’altro «turco» Matteo Orfini sempre più solo, bersaniani non scissionisti, lettiani ed ex civatiani. Ma anche personalità vicine a Gianni Cuperlo.
In primis il deputato Andrea De Maria e il sindaco di Bologna Virginio Merola. Ed è in arrivo l’appoggio dello stesso Cuperlo, probabilmente a margine dell’assemblea di Sinistradem, convocata sabato a Roma. Tutto ciò, oltre all’endorsement di peso di Anna Finocchiaro e alle fibrillazioni nel corpaccione dei franceschiniani. I seguaci del ministro della Cultura sono, al momento, il vero ago della bilancia della competizione congressuale, soprattutto in virtù dei loro numeri in Parlamento. Così come stanno provando a resistere allo scouting orlandiano gli onorevoli vicini al ministro Maurizio Martina e a Piero Fassino, con i due capicorrente che però hanno annunciato di sostenere Renzi. Ma il rischio contagio è alto, «con alcuni renziani di seconda fila in campo per Orlando». E l’ex rottamatore, ancora virtualmente in testa alle primarie, è un po’ più isolato.
Oltre alla campagna parlamentare del ministro della Giustizia, ci sono gli attacchi giustizialisti dell’ex magistrato Emiliano. Il governatore della Puglia prima ha tirato fuori gli sms di Luca Lotti, nei quali il braccio destro di Renzi sponsorizzava l’imprenditore di Scandicci Carlo Russo, pure lui coinvolto nell’inchiesta Consip perché «amico di babbo Renzi». Poi ha proposto «l’eliminazione degli stipendi ai politici, così come fanno a Cuba». E si è attirato le antipatie di alcuni democratici che lo considerano «un grillino in salsa pugliese».
Ma Emiliano non demorde e vuole condurre la battaglia congressuale soprattutto al di fuori del Partito democratico, pescando nel grillismo deluso e attingendo alla rabbia del Sud. Un Mezzogiorno che al momento sembra abbastanza compatto nell’appoggio a Renzi, se si esclude la Puglia, dove il governatore giganteggia. Michele Emiliano, però, non ha intenzione di cambiare strategia e pare che nei prossimi giorni continuerà a premere l’acceleratore sull’inchiesta Consip. Un atteggiamento criticato anche da Orlando e dai suoi, con il guardasigilli che lo considera «populista e scorretto».
IL GIORNALE