Feltri, la sua verità sulla morte di Dj Fabo: “Vi dico cosa ne penso io (e Dio)”
Fabiano Antoniani se ne è andato come desiderava, essendo la sua vita ridotta allo stato vegetativo e quindi per lui insopportabile. Per morire si è dovuto recare in Svizzera assistito da amici e medici. In Italia si può crepare solo se non vuoi. Se invece vuoi, non puoi. La discussione sull’ eutanasia è inutile perché chi partecipa al dibattito non usa argomenti razionali, ma ricorre all’ arte della retorica: quella della sacralità della vita e quella della libertà individuale. Due modi di ragionare che non si incontreranno mai e non produrranno un compromesso accettabile. In effetti le leggi che dovrebbero regolare la materia giacciono in Parlamento e nessuno osa toglierle dal cassetto, anzi dalla cassa mortuaria. Cosicché chissà per quanti anni ancora saremo costretti a polemizzare invano: da una parte i cattolici che pretendono di trasferire le proprie idee anche a chi ne ha di opposte, comunque diverse; dall’ altra i laici che chiedono, con petulanza, una cosa: aiutare chi non ne può più a non esserci più, senza entrare nel merito. Personalmente non credo nell’ aldilà e neppure nell’ aldiquà, dove però sono costretto a stare per mancanza di alternative. Dico soltanto che non si possono confondere casi estremi, quale quello di Fabiano, con casi di ordinaria sofferenza.
Aprire alla eutanasia comporterebbe il rischio di una strumentalizzazione della pratica allo scopo di eliminare persone inutili alla società oltre che a se stesse; ma vietarla a tutti sarebbe una forma di dittatura intollerabile, se si considera – anche sul piano della fede – che il libero arbitrio è stato legittimato perfino da Dio e sarebbe un atto di presunzione degli uomini se volessero negarlo ai loro simili. Sono pertanto padrone di scegliere l’ inferno e di realizzare il mio progetto con la collaborazione di altri aspiranti dannati quanto me. Dov’ è il problema etico? Se una persona ha facoltà di decidere della propria esistenza, deve essere posto in condizione anche di decidere come e quando morire, specialmente se ha dei motivi validi a livello logico. Insomma, smettiamola di imporre la nostra volontà agli altri e rassegniamoci a constatare che ciascuno ha il diritto di optare se rimanere qua a ogni costo oppure di emigrare all’ altro mondo senza buttarsi dal quinto piano.
Dare una mano a Fabiano a evitare tanto dolore non è una riedizione delle teorie hitleriane, ma un gesto di pietà, un aiuto fraterno a un giovane stanco di patire in modo disumano. Bisogna poi distinguere, sempre. Ieri il Giornale ha scritto che il disc jockey è come Eluana.
Non è vero: Eluana era incosciente o incapace di comunicare, quindi era arduo interpretare il destino che ella immaginasse per sé. Mentre il ragazzo ex artista ha espresso quale fosse il proprio obiettivo compiutamente, e ha implorato affinché qualcuno collaborasse con lui a coglierlo. Due episodi che non si somigliano. Occorre discernere e non fare di ogni erba un fascio. Gli uomini e le donne non sono erbe né tantomeno erbacce.
di Vittorio Feltri
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