Sfiducia a Lotti, M5S e Lega premono Cuperlo: «Luca si faccia da parte»
Oggi è il giorno dell’interrogatorio di Tiziano Renzi, padre dell’ex premier, per la vicenda Consip. Ma al di là del percorso giudiziario, il caso diventa anche e sempre più politico. Il Movimento 5 Stelle va avanti sulla strada della mozione di sfiducia individuale a Luca Lotti, oggi ministro dello sport, già sottosegretario di Matteo Renzi a Palazzo Chigi, considerato parte di quel «massimo livello politico» a cui l’imprenditore Alfredo Romeo chiedeva sostegno per la concessione di appalti. Lotti ha smentito più volte ogni addebito («Se non fosse una cosa seria ci sarebbe da ridere») ma le opposizioni sono agguerrite e anche la Lega Nord ha annunciato di essere pronta a votare la sfiducia individuale: «Non contro la persona – ha precisato Matteo Salvini intervenendo ad Agorà su RaiTre – ma per andare a votare il prima possibile». Il testo dei pentastellati, che hanno chiesto al presidente del Senato Pietro Grasso di calendarizzare subito la discussione, parla di fatti che «minano fortemente la credibilità del ministro e pongono un grave pregiudizio sulle sue capacità di svolgere liberamente le funzioni a cui è chiamato». Sul blog di Beppe Grillo, il Movimento firma poi un intervento che si chiude con un interrogativo: «Renzi sapeva dell’inchiesta? Nel caso affermativo, perché ha taciuto? Voleva difendere papà Tiziano e il fedelissimo Lotti?».
L’avvertimento di Mpd
Lotti non gestisce un ministero di quelli pesanti ma la sua vicinanza a Matteo Renzi potrebbe pesare qualora la mozione passasse. In Parlamento si iniziano a mettere mano al pallottoliere e a fare i conti di chi potrebbe votare la sfiducia. Qualora l’opposizione si compattasse, bisognerebbe ora fare i conti con quella parte di fuoriusciti del Pd che potrebbe decidere di prendersi una rivincita nei confronti dell’ex segretario. E resta da capire quale linea intende tenere il gruppo Ala di Denis Verdini, il cui sostegno al governo è risultato spesso provvidenziale, alla luce della condanna in primo grado dello stesso Verdini per il fallimento del Credito cooperativo fiorentino. Ma non ci sono solo i verdiniani: almeno 6 dei 14 senatori di Gal, altro gruppo essenziale per la maggioranza, sarebbero pronti a votare contro il ministro. Intanto dal Mpd, il Movimento Democratico e Progressista che conta 37 deputati (una ventina di ex Pd e 17 ex Sel-SI), arriva un avvertimento a Palazzo Chigi : «#Gentiloni ritiri le deleghe a Lotti» twitta il deputato Arturo Scotto, sottolineando che «su #Consip emerge idea di #PA piegata a orientamenti cattiva politica». E Miguel Gotor, sempre di Mpd, ricorda a Renzi le sue stesse parole ai tempi del caso Ligresti-Cancellieri, quando invitava l’allora ministra della Giustizia del governo Monti a dimettersi prima di una mozione di sfiducia (sempre firmata M5S) per l’accusa di intercessioni in favore di Giulia Ligresti nella vicenda Fonsai. E questo per non dare l’idea che «la legge non sia uguale per tutti»: «Condivido le sue parole di allora – commenta Gotor – e auspico che l’ex premier ed ex segretario Pd non cambi verso proprio adesso».
Cuperlo e il «passo di lato»
Un «passo di lato» a Lotti è stato chiesto anche dall’interno del Pd, da Gianni Cuperlo, esponente della minoranza ed ex sfidante di Renzi alle primarie del 2013, che a Piazzapulita ha invitato il ministro a «togliere il governo dall’imbarazzo» anche per poter meglio difendere, libero dal ruolo istituzionale, la propria personale reputazione. Cuperlo ha anche criticato lo stesso Matteo Renzi, segretario uscente e candidato alla riconferma con buone possibilità di successo, per il silenzio sull’intera questione: «Comprendo il tratto umano della vicenda, un figlio che dichiara, perché pienamente convinto, l’estraneità del genitore, però Matteo Renzi per primo non interviene con chiarezza nella sua veste di leader politico». Una posizione, questa, che gli è valsa l’accusa di «sciacallaggio» sia da parte del direttore del Giornale, Alessandro Sallusti, durante la stessa trasmissione, sia da parte del deputato renziano Emanuele Fiano, in una nota diramata non più di mezzora più tardi: «Pensavo di avere visto tutto, ma vedere una persona di solito misurata come Gianni Cuperlo usare lo sciacallaggio nei confronti di Luca Lotti, che è totalmente innocente fino a prova contraria, dà la misura di a che punto si possa arrivare».
Le tensioni nel Pd
Un segnale, quest’ultimo, della tensione che si respira anche in casa Pd dove l’inchiesta Consip rischia di sparigliare le carte in vista del congresso: qualora le accuse non fossero fugate in tempi stretti Renzi e i renziani dovrebbero affrontare le primarie – e tra l’altro è circolata l’ipotesi di un rinvio per evitare di svolgerle proprio nel pieno dell’inchiesta – con la spada di Damocle del sospetto. Uno scenario, quest’ultimo, che potrebbe indurre alcune componenti fin qui alleate dell’ex premier a sfilarsi e a passare con il ministro della Giustizia Andrea Orlando, uno dei due sfidanti per la segreteria (l’altro è Michele Emiliano, che oggi – ospite di #Corrierelive – ha invitato Lotti a prendere atto della situazione), che anche per il ruolo istituzionale rivestito sulla questione non è mai intervenuto.