La maxi tangente da 100 mila euro l’anno. Versameli a Dubai” “No, meglio Londra”
Ieri pomeriggio il faccendiere toscano Carlo Russo si è avvalso della facoltà di non rispondere di fronte al pm di Napoli Henry John Woodcock e il collega romano Mario Palazzi. Su suggerimento dell’avvocato Gabriele Zanobini, ha preferito non fornire spiegazioni in merito all’accusa di traffico di influenze illecite, in attesa di «conoscere tutti gli atti dell’inchiesta». Russo è protagonista chiave delle indagini congiunte delle procure di Roma e di Napoli. Dall’informativa dei carabinieri del Noe emerge il suo ruolo nell’«accordo quadro», con l’imprenditore campano Alfredo Romeo arrestato per corruzione.
ROGATORIA INTERNAZIONALE
Per la mediazione di Russo e «acquisito preventivo assenso da Tiziano Renzi all’avvio delle illegali dazioni», Romeo manifesta «l’intenzione di devolvere 100 mila euro netti all’anno a Russo, attraverso l’affidamento di contratti di consulenza proprio nel settore della valorizzazione alberghiera». In realtà, «Russo aveva tirato in ballo Dubai, ma Romeo aveva scartato l’ipotesi ritenendolo un Paese troppo a rischio per realizzare siffatte operazioni». Meglio sfruttare «l’esistenza della società londinese gestita dal figlio Francesco Romeo». Una consulenza fittizia pagata su un conto inglese. La procure di Roma e Napoli probabilmente avvieranno una rogatoria internazionale con l’Inghilterra.
IL TRIANGOLO
Ed è sempre Russo a garantire a Romeo di fare da tramite con Tiziano Renzi per esercitare un ruolo di mediazione con l’amministratore delegato Consip Luigi Marroni e il ministro dello Sport Luca Lotti, all’epoca sottosegretario alla presidenza del Consiglio. Carlo Russo propone a Romeo di «incontrarlo insieme a Marroni. “Lo vediamo insieme… perché il triangolo è quello insomma”». Gli investigatori annotano che «il triangolo a cui fa riferimento il Russo fa capo a Tiziano Renzi, Luigi Marroni ed al sottosegretario Luca Lotti, storico braccio destro di Matteo Renzi».
007 E MARINA MILITARE
Un appalto da 10 milioni di euro bandito dalla Marina militare degli Stati Uniti. Le mire dell’imprenditore Alfredo Romeo andavano ben oltre le grandi metropoli italiane, dritte fino agli Usa. Romeo, e il suo braccio destro, l’ex An Italo Bocchino, erano certi di aver trovato l’uomo giusto: Robert Gorelick, ex capo della Cia in Italia. Bocchino ha un ruolo chiave nella vicenda: è lui a chiedere a Marco Mancini, oggi personaggio di vertice dell’Aisi, un incontro con Gorelick. Dopo aver preso informazioni sull’ex Cia, Bocchino, riferisce subito a Romeo: «Gorelick adesso è capo di una società italiana che lavora nel privato, negli States ha lavorato per Obama e poi lavora per conto dei servizi».
GLI AMICI
I servizi segreti ed il rapporto con l’intelligence sono un chiodo fisso per Romeo. Il 27 settembre scorso, infatti, racconta a Bocchino di aver incontrato (su suggerimento del giudice di Napoli Antonio Panico) Fabrizio Ferragina, un ex della Finanza considerato vicino ai servizi. «Mi ha detto che è uno vicino a Matteo Renzi, uno del “Giglio d’Oro” – spiega Romeo a uno scettico Bocchino -. Mi ha detto (Ferragina) che dalle intercettazioni emerge che Lotti parla bene di me». Bocchino spiega a Romeo che «Ferragina è uno dei 30 consulenti/fonti del generale Frastanesi e guadagna 7/8 mila euro al mese per fare questo lavoro». I discorsi si spostano poi nuovamente sugli Stati Uniti: Romeo conclude spiegando al suo super consulente che «Ferragina dice che se vince la Clinton può diventare il numero uno».
LE INTERCETTAZIONI
L’alter ego di Romeo, l’ex deputato An Italo Bocchino, indagato a Roma per traffico di influenze illecite e a Napoli per corruzione e associazione a delinquere, ha il pallino delle intercettazioni. A suo danno, ma anche per controllare gli altri. Nell’aprile 2016 grazie a un suo collaboratore informatico si accorge che ha il cellulare sotto controllo. Ma vuole anche controllare il pm Woodcock. Vorrebbe che qualche suo amico s’infilasse nell’ufficio del sostituto procuratore: «Un amico che m’ha accompagnato, e quello dirà, piglierà una scusa, dirà io se volevo aiutarlo non so come è partita ’sta cosa hai capito? perché Elisa con Woodcock…». Poi c’è la storia paradossale di un capotreno che aiuta Alfredo Romeo e gli rivela il tentativo, fallito, dei carabinieri di mettere mano sul suo cellulare mentre viaggia verso Roma. L’episodio è raccontato da Romeo a Bocchino «Questa mattina al treno incontro il capo stazione (in realtà era un capotreno) il quale intenerito… mi dice … io non ce la faccio più glielo devo dire perché per affetto perché lei prende il treno sempre una volta a settimana… (incomprensibile) lei è un signore una persona perbene poi quando io le chiesi di fare un colloquio a mia moglie lei me lo fece fare subito… poi non è andato va bene … però io capisco… però io glielo devo dire… lei è stato oggetto di un’aggressione sul treno ma che non era prevista così, era prevista molto più grave».
LUCA LOTTI
Russo garantisce più volte a Romeo di aver perorato la sua causa con Luca Lotti. Gli dice tra l’altro che, come annota il Noe, «durante l’ultimo incontro avuto con Luca ha avuto modo di riferire all’allora sottosegretario di Stato in questione di aver perorato la causa di Romeo e soprattutto di avergli detto che Romeo pur essendo stato incarcerato per 70-80 giorni non ha reso dichiarazioni che chiamassero altri soggetti in correità. Proprio a voler rimarcare l’affidabilità del Romeo che, se arrestato, non riferirà nulla ai magistrati sul conto del Russo e del Lotti». In un altro passaggio si accenna alla spasmodica ambizione di Romeo di incontrare Lotti. «L’incontro sembra essere stato accettato dal Renzi Tiziano e a questo punto Romeo chiede se sia possibile incontrare anche Luca Lotti e Russo gli risponde: “la facciamo. Facciamo tutto avvocato”; quindi si tratta adesso solo di aspettare la data per l’incontro». Ma di questo incontro non v’è traccia.
L’ENAV
Una nomina all’Enav, ma solo dopo l’aiutino per la gara di Roma. Emerge il reciproco scambio di favori tra Alfredo Romeo coadiuvato dal suo braccio destro Bocchino e l’ex ad di Consip Domenico Casalino. Per l’imprenditore napoletano l’ex ad rappresenta la sicurezza, infatti quando iniziano a girare le prime voci di una possibile sostituzione in Consip si preoccupa. Da qui il progetto del duo Romeo-Bocchino per un incarico di Casalino all’Enav. Dietro Bigotti c’è il senatore Denis Verdini. «Questa notizia mi ha sconcertato totalmente… questa cosa significa che Verdini è tutt’altra… Bigotti è uomo di Verdini e socio di Paolo Berlusconi», dice Romeo a Bocchino nel febbraio 2016. Bocchino ribatte sicuro: «Va bè, però i rapporti personali so’ rapporti personali». Il problema per Romeo è l’intromissione di Cofely (riconducibile a Bigotti) sul lotto del Municipio uno a Roma.
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