Firenze segreta: cosa nasconde la Torre della Pagliazza
C’è chi, prima di un viaggio, ama fare incetta di libri per conoscere passato e presente della destinazione prescelta per poi trasformare quelle stesse parole in emozioni. Succede a Firenze. Lei, la culla del Rinascimento, cara ai più grandi nomi della pittura, della scultura e della letteratura, è una vera e propria galleria a cielo aperto che, in ogni angolo, trasuda storia, bellezza e antiche tradizione. Proprio cosí. Arte e cultura sono in ogni dove. Oltre a monumenti, botteghe, musei, chiese, palazzi etc., a incantare tutti coloro che si vogliono svincolare dai canonici itinerari turistici è una struttura dal grande valore artistico e architettonico.
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A due passi dal Duomo, nella piccola piazza Sant’Elisabetta, ovvero nella parte più antica del centro cittadino, sorge la Torre della Pagliazza . Impossibile non notarla. Lei, l’unica torre cilindrica perfettamente conservata a Firenze, è da molti additata come l’edificio più antico della città. Il suo nome la dice lunga in quanto rimanda ai giacigli di paglia utilizzati dalle donne che erano rinchiuse in quella che, nel XII secolo, era una prigione femminile.
Torre della Pagliazza: da carcere femminile a boutique hotel Successivamente venne reimpiegata come campanile della Chiesa di San Michele ma, nel corso degli anni, venne più volte ristrutturata, prima in stile romanico dalle suore di Sant’Ambrogio (1100) e poi, nel 1729, in stile barocco. Fu utilizzata fino al 1785 quando venne soppressa e l’edificio ridotto ad abitazione. Dopo essere rimasta a lungo dimenticata ecco che, a mettere fine all’oblio, è stato l’intervento dell’Istituto Nazionale delle Assicurazione che decise di rendere giustizia a questa location riportandola agli antichi splendori. Grazie al prezioso contributo dell’architetto Italo Gamberini, fu infatti possibile restituire a Firenze un pezzo di storia: la Torre della Pagliazza e le antiche mura longobarde.
La sua fama, non c’è che dire, ha fatto il giro del mondo. La Torre della Pagliazza è stata infatti citata nei bestsellers “Inferno” e ne “Il Codice da Vinci” di Dan Brown: “(…) Per un momento Langdon si sentì girare la testa. Era perso nei suoi occhi. Già, quando?- rispose, chiedendosi se gli avesse letto nella mente. Bè il prossimo mese devo andare a Firenze, ad una conferenza. Sarò laggiù per una settimana, senza molto da fare. Cos’è, un invito? Vivremo nel lusso. Mi hanno assegnato una stanza al Brunelleschi.”
Firenze: il ritorno agli antichi splendori Basta varcare l’ingresso di quello che è oggi l’Hotel Brunelleschi per rimanere affascinati. Proprio così. La lussuosa hall dell’albergo sorge là dove, un tempo, vi era la chiesa di San Michele, detta “in Palchetto” mentre, nel seminterrato, é stato allestito il “Museo della Pagliazza”. Si tratta di un museo archeologico al cui interno sono custoditi reperti romani e altomedievali rinvenuti durante il restauro della Torre ovvero un Calidarium delle terme romane, un hammam utilizzato nell’antichità per la sauna, materiale ceramico oltre a un’ampia documentazione fotografica.
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Non il solito hotel. Le sue camere, nonché le suites, oltre a un arredo ricercato ed elegante hanno un valore aggiunto: la vista. Basta aprire la finestra per affacciarsi sui principali monumenti del centro storico: si spazia infatti dalla Cupola del Brunelleschi al Campanile di Giotto, dalla torre duecentesca del Ghiberti al Palazzo Vecchio. Il panorama, non c’è che dire, è degno di una cartolina.
Scoprire Firenze però significa anche familiarizzare con la sua cucina. E quando la location è d’eccezione, ogni pasto diventa un evento memorabile. All’interno della torre bizantina è ospitata l’Osteria la Pagliazza, un angolo di gusto che porta in tavola le prelibatezze della cucina tradizionale rivisitate in chiave creativa dallo chef Giuseppe Bonadonna. Degno di nota anche il Ristorante Sant’Elisabetta, un salotto romantico, una sala a pianta circolare molto intima dotata di soli 7 tavoli là dove, oltre a godere di affascinanti scorci sulla città, si sperimentano i sapori di un menu gourmet che combina, sapientemente, tradizione e innovazione.
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