Romeo, otto operazioni sospette: Bankitalia svela i flussi di denaro all’estero

Operazioni sospette su conti correnti personali e sui depositi intestati alle società di famiglia. Sono otto le segnalazioni di Bankitalia esaminate dalla Guardia di Finanza che riguardano le movimentazioni bancarie disposte da Alfredo Romeo. Tre sono svelate in un’informativa allegata agli atti dell’inchiesta e riguardano il trasferimento all’estero di oltre 100 milioni di euro, oltre al prelevamento in contanti per oltre 400 mila euro. Sulle altre cinque sono in corso verifiche per scoprire se questo flusso di soldi nasconda la «provvista» per il versamento delle tangenti.

La London Limited

Secondo gli accertamenti svolti sinora, Romeo «in relazione alle modalità di pagamento da impiegare in favore del facilitatore Carlo Russo a fronte delle sue illecite intermediazioni — dopo che questi aveva acquisito preventivo assenso da Tiziano Renzi all’avvio delle pianificate, illegali dazioni — prospetta di utilizzare l’esistenza della società londinese gestita dal figlio Francesco». Si tratta della Romeo London Limited, costituita il 20 novembre 2015. Appena due settimane dopo, il 4 dicembre, «la Romeo Partecipazioni Srl — intestataria del rapporto 100/1000/16063 — ha dato disposizione di trasferire a favore della Romeo London, sul conto corrente acceso di recente presso la filiale Intesa Sanpaolo di Londra, l’importo di euro 108.725.955 corrispondenti a 78 milioni di sterline. La causale indicata è un finanziamento soci alla controllata che utilizzerà la provvista per un importante investimento immobiliare nel centro di Londra». Il riferimento è alla costruzione di un albergo ma nell’informativa la Guardia di Finanza evidenzia i «motivi del sospetto» e scrive: «Operatività non adeguatamente giustificata, caratterizzata dalla disposizione di un bonifico di importo rilevante a favore di società controllata estera di recente costituzione, la cui provvista viene costituita mediante trasferimento di fondi a valere sui conti di società collegate».

400mila in contanti

Finora si era saputo che Romeo aveva effettuato prelevamenti in contanti utilizzando assegni intestati «a me medesimo» presso una filiale di Mps per un totale di 350 mila euro tra «il 9 novembre 2015 ed il 2 novembre 2016». In realtà il rapporto della Banca d’Italia dimostra che le stesse modalità sono state utilizzate su svariati depositi. In particolare «tra il 1 e il 31 luglio 2015, presso la filiale del Banco di Napoli del Centro direzionale, sono stati emessi 43 assegni “all’ordine di sé stesso” per un importo complessivo di 63 mila euro». Sono gli stessi funzionari delle banche a segnalare nei «motivi del sospetto» il possibile pagamento di tangenti perché «l’operatività è caratterizzata da prelevamenti effettuati a mezzo incasso assegni tratti a proprio favore, di cui si ignora la successiva destinazione del contante. Tenuto conto delle vicende giudiziarie che hanno interessato il cliente e le società a lui riconducibili, si ritiene segnalare l’inte-ra operatività non potendo escluderne possibili collegamenti».

I pranzi con Verdini

I nuovi accertamenti riguardano anche la spartizione degli appalti gestiti dalla Consip, dopo quanto dichiarato dall’amministratore delegato Luigi Marroni. I pubblici ministeri stanno infatti cercando di verificare le «pressioni» denunciate non soltanto da Romeo e si concentrano su tre pranzi avvenuti presso il ristorante Il Moro di Roma nell’autunno scorso proprio per stabilire se fossero serviti a «pilotare» le assegnazioni. Racconta Marroni: «La seconda volta al Moro dinanzi all’avvocato Amara, Verdini mi disse di fare un pranzo con lui e con l’imprenditore Ezio Bigotti. Io ho tergiversato e dopo diverse insistenze ho accettato… Al pranzo eravamo sempre io, Verdini, l’avvocato Amara e Bigotti che ha parlato di Consip, del modo di fare le gare e di come la Consip agisce con il contenzioso».

CORRIERE.IT

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