Inchiesta Consip, Gaetano Quagliariello: “I finanziamenti di Romeo a Magna Carta al quotidiano di Belpietro”
La Verità…sui denari
“Non so se Romeo abbia versato oppure no un contributo a Magna Carta, ma so che, indipendentemente dalla presenza della fondazione nell’azionariato de La Verità, nessuno dei finanziatori dell’ente ha mai influito sulle nostre scelte redazionali”. Così Maurizio Belpietro su La Verità di domenica 5 marzo. Il direttore scriveva di quanto emerge dalle carte dei magistrati sull’inchiesta per l’appalto Consip, indagine per la quale è finito in cella l’imprenditore napoletano Alfredo Romeo e nel cui ambito, tra gli altri, sono indagati Tiziano Renzi e Luca Lotti.
Il punto è che in quelle carte spunta il nome di Belpietro, lo cita Italo Bocchino, consulente di Romeo, il quale suggerisce all’imprenditore napoletano di finanziare il nascituro quotidiano di Belpietro.
E ancora, Bocchino suggerisce di far arrivare il finanziamento attraverso la fondazione Magna Carta, del senatore Gaetano Quagliariello, per una serie di ragioni fiscali. E anche perché, così facendo, non figurerebbe direttamente tra i finanziatori. Sempre Bocchino rassicura Romeo del fatto che “Belpietro non avrebbe nulla da obiettare riguardo alle modalità dell’erogazione”.
Dunque si torna a quanto scritto da Belpietro, di cui vi abbiamo dato conto nell’attacco del pezzo: il direttore affermava di “non sapere se Romeo abbia versato” quei soldi. Insomma, il direttore diceva di non sapere se quel denaro era stato ricevuto oppure no e, nel caso e soprattutto, da chi quel denaro arrivasse.
Ma a mettere i proverbiali puntini sulle i, ora, ci pensa proprio Quagliariello. Lo fa in un colloquio con il Corriere della Sera, nel quale parla dei contributi in denaro elargiti da Romeo a varie fondazioni, tra le quali la Open che sostiene Matteo Renzi. E il senatore, oggi leader di Movimento Idea, conferma che Romeo ha finanziato anche la sua fondazione, Magna Carta.
Quagliariello entra nel merito di quel finanziamento, sottolineando la natura lecita di quella contribuzione, che risale al 2016. E ammette candidamente: “Si trattava di finanziamenti destinati a un progetto editoriale, che sono andati al quotidiano diretto da Maurizio Belpietro, La Verità“. E ancora, spiega che si tratta di un contributo regolarmente tracciato: “Certamente, può controllare. Compare nel nostro bilancio. Ed è messo sul sito della nostra organizzazione, come tanti altri”.
Tutto alla luce del sole dunque. A questo punto, insomma, come scriviamo su Libero in edicola oggi, si può parlare a pieno titolo di “Belpietro finanziato a sua insaputa”.
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