Briatore e la Flat Tax: adesso anch’io potrei tornare in Italia

nicola pinna
PORTO CERVO (sASSARI)

Le regole sulla «flat tax», Flavio Briatore le ha già studiate a memoria. La norma è appena entrata in vigore e lui conosce tutti i dettagli: «Mi sembra interessante, anche io potrei decidere di tornare in Italia. Credo di avere i requisiti, è una possibilità interessante». Mister Billionaire è residente all’estero da 35 anni: dieci negli Stati Uniti e altri venticinque in Inghilterra, dai tempi della Formula 1. L’idea di una tassa (bassa) per chi si trasferisce in Italia sembra quasi stuzzicarlo. La nuova norma, studiata appositamente per gli stranieri, vale infatti anche per gli italiani che vivono oltre confine da più di nove anni. «Per l’Italia è una grande opportunità. Penso che produrrà subito buoni effetti. E poi la legge ha due caratteristiche eccellenti: è chiarissima, spiega alla perfezione quali sono le regole da rispettare, e non lascia margini ai soliti dubbi di interpretazione».

 

Flavio Briatore non svela i nomi, ma qualcuno dei magnati che frequentano il suo locale di Porto Cervo gli ha confidato di aver già fatto un pensierino sull’ipotesi di vivere dalle nostre parti. Una casa, in molti, già ce l’hanno. «Abitare in Italia è il sogno di tutti. Il clima e la bellezza delle città e dei territori sono la nostra forza maggiore. Questa norma, comunque, non è vantaggiosa soltanto per i ricchissimi, ma anche per i benestanti di medio livello, quelli che si possono permettere di pagare una tassa di centomila euro. In Inghilterra, dove vige una norma simile, ci sono tantissimi imprenditori che arrivano dagli stati sconvolti dalla guerra».

 

Nei progetti del governo, la «flat-tax» sembra essere il primo passo per attirare in Italia investimenti e capitali. Il ragionamento più o meno è questo: se molti ricchi verranno a vivere da queste parti, prima o poi apriranno una nuova impresa o trasferiranno da noi la vecchia sede. Briatore, uno che il mondo della finanza internazionale lo conosce bene, è quasi certo che andrà a finire così. «La «flat tax» è vincente per una ragione molto semplice: è precisa e trasparente. Per il resto è un vero caos: troppe leggi e poco chiare. Nel mondo siamo famosi proprio per questa ragione: tutti sanno che da noi le norme possono essere interpretate in tanti modi. E questo per chi vorrebbe fare investimenti non è un incoraggiamento».

 

L’eterno contestatore, almeno questa volta, è d’accordo col governo. «Siamo arrivati in ritardo, ma va bene. Anche in Inghilterra, Portogallo e Spagna è possibile richiedere la residenza e pagare una tassa unica e bassa, pur mantenendo all’estero le attività economiche. E comunque c’è da dire che un ricco porta in ogni caso un certo numero di posti di lavoro e affari: penso a chi deve costruire o mantenere le case, agli autisti o al giro d’affari che si innesca tra ristoranti o hotel. Pensate alla Sardegna: sarebbe un’opportunità per allungare la stagione e far vivere per molti mesi in più i borghi estivi, tipo Porto Cervo e Porto Rotondo. Se vogliamo sfruttare l’occasione è necessario alleggerire la burocrazia e abbassare il costo del lavoro di almeno il 20-30 per cento. Così non possiamo competere con gli altri Stati».

 

LA STAMPA

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