Sole 24 Ore, altre 5 società dietro le vendite gonfiate

paolo colonnello
milano

«Il tema delle “false vendite” non riguarda soltanto la distribuzione attraverso il canale Di Source Ltd, bensì anche altre società…». A scorrere il provvedimento con il quale venerdì sono stati perquisiti i vertici del Sole 24 Ore, si capisce che la partita tra la procura e i manager dell’impresa editoriale è appena cominciata. A quanto pare infatti le vendite del quotidiano finanziario della Confindustria non erano gonfiate solo grazie alla società inglese dietro cui si nascondeva buona parte del management del gruppo, ma anche, è il sospetto, con il contributo di altre società «ancora oggetto di approfondimento».

 Ovvero: «La Johnsons Holding Srl e le sue controllate Johnsons Inflight News Italia srl, P Publishing srl, Johnsons International News Italia Srl e la Edifreepress srl». «E’ emerso peraltro – scrivono gli inquirenti – che buona parte delle copie diffuse tramite il canale Edifreepress non perveniva ai destinatari ma fosse destinata direttamente al macero». L’amministratore di questa società, Massimiliano Massimi, ha raccontato che «addirittura da fonti interne del Sole 24 Ore gli suggerivano quante copie ordinare in acquisto…».

 

Gli investigatori spiegano che «rispetto a tutte queste società, si siano riscontrati rapporti contrattuali del tutto squilibrati», accertando come il rapporto di fatturazione attiva e passiva in capo al gruppo del Sole fosse «sempre sistematicamente in perdita per quest’ultima società».

 

Infine, dopo aver sottolineato come nel gruppo esistesse un problema di «governance», con «la sovrapposizione di funzioni tra Benedini e Treu e il ruolo preponderante del direttore editoriale del quotidiano Napoletano, sempre presente a tutti i Cda pur non essendo componente dello stesso e in grado di condizionare fortemente i lavori e le scelte gestionali», i magistrati mettono in luce come l’indagine stia accertando altri aspetti di «mala gestio» del gruppo, altri arricchimenti non giustificati, altre società dietro cui si muovono personaggi da identificare, artefici di operazioni poco chiare. In particolare, «emergono, oltre ai profili connessi alla distribuzione delle copie, anche ulteriori elementi di anomalia nella gestione sociale» in relazione ad alcune operazioni straordinarie che «meritano adeguato approfondimento»: «sono la cessione della GPP Business Media e i finanziamenti intercompany a 24Ore Cultura srl».

 

E in attesa che il direttore Roberto Napoletano oggi annunci di volersi autosospendere (rischiando di invelenire ulteriormente i rapporti con la redazione e l’intero quotidiano) e lunedì si svolga un Consiglio d’amministrazione straordinario, l’inchiesta che lo vede indagato per false comunicazioni sociali e lo individua come «amministratore di fatto» del giornale per aver dichiarato il falso nei bilanci, sembra voler fare un salto di qualità che potrebbe riservare sorprese ancora più amare di quelle appena annunciate.

 

Nel provvedimento si spiega infatti che le false poste ascritte nelle «higlights» di bilancio del Sole sia nella relazione finanziaria semestrale del 2015 sia nel resoconto intermedio di gestione dello stesso anno, sempre entusiastici riguardo l’andamento delle vendite («ricavi a doppia cifra», «vendite in controtendenza»…) servivano per «assicurare» al direttore Napoletano, all’ex Ad Donatella Treu e all’ex presidente Benito Benedini, nonché a «terzi», «un ingiusto profitto». Derivato in parte dagli accordi per gli abbonamenti gonfiati acquistati, con una cresta di 3 milioni di euro, dalla società inglese Source Ltd, «società riconducibile a soggetti che operavano all’interno del gruppo Sole 24 Ore, anche con posizione dirigenziale apicale» e con un’attività «radicalmente fittizia».

LA STAMPA

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