LEGITTIMA difesa, e – cosa diversa – uso legittimo delle armi per le forze dell’ordine, vanno oculatamente regolamentati, penalizzando gli eccessi. Ma, quando gli eccessi ci sono, il bilancino del legislatore come dei giudici (spesso troppo severi), oltre che sereno nell’identificarli, dovrebbe poter graduare nel sanzionarli. E la sanzione che più pesa, anche se la meno considerata, è quella risarcitoria, conseguenza inesorabile quanto scarsamente modulabile d’una condanna penale anche poco incidente (condizionali e attenuanti scongiurano spesso il carcere). Una vita menomata o troncata può generare risarcimenti milionari o quasi, con non adeguata differenzazione tra l’omicidio proditorio e quello da reazione difensiva eccessiva ma scusabile.

EPPURE, fra le tante proposte di riforma della difesa domiciliare, una sola tocca il problema. Laddove le vie di evoluzione normativa come di interpretazione giudiziale, per elidere o ridurre aberranti risarcimenti dell’aggressore dovrebbero valorizzarne il concorso di colpa e l’autoresponsabilità.

‘Causa del suo mal’ alla quale già una vecchia pronuncia della Cassazione faceva corrispondere «una ragionevole diminuzione del risarcimento». Attenta considerazione meriterebbe, poi, l’alterazione psichica indotta dalla aggressione, anche ai fini del graduare la responsabilità, soprattutto risarcitoria per gli eccessi difensivi. Germania, Austria e Svizzera escludono espressamente l’eccesso colposo qualora la reazione sproporzionata dipenda dallo stato di agitazione, paura o spavento cagionato dall’aggressione. VA considerato dunque, non solo che l’aggressore sta commettendo un grave reato ed è autore della situazione di rischio; ma altresì che il contesto così creato induce chi si difende in una situazione di tensione mentale e fisica idonea a seriamente alterarne la capacità di «intendere e di volere» . Sicché la difesa sotto stress sproporzionata o troppo precipitosa, e persino – talora – quella ingiustificatamente tardiva, possa considerarsi (caso per caso) influenzata da grave alterazione psichica, falsante la capacità di percezione e l’equilibrio di reazione.

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