Pd, a Pisa spunta il morto tesserato. I dirigenti locali del partito parlano di errore materiale, ma scoppia il caso

Il morto tesserato c’è. “Ma è stato un errore materiale” commentano i dirigenti del Pd pisano, finito oggi in prima pagina sul Tirreno per una nuova vicenda di tesseramento anomalo, a pochi giorni dalla chiusura della campagna d’iscrizione. Le ammissioni sono arrivate dal vice segretario regionale Antonio Mazzeo che stamani ha avviato immediatamente le verifiche su due casi nei circoli di San Giuliano e Calci dove negli elenchi dei nuovi iscritti sono comparsi anche alcune persone decedute.

“La realtà tanto semplice quanto inequivocabile – scrive sul suo account Fb è che, trattandosi del rinnovo di una persona tesserata dal 2009, è stato commesso (certamente in buona fede) un errore di trascrizione”. Secondo quanto raccontato dal quotidiano toscano però i casi sono isolati ma non singoli e tra questi anche un iscritto che risiede da tempo negli Stati Uniti. “Niente fantasmi e solo illazioni” dice ancora Mazzeo che difende con i denti la buona fede del Pd pisano e denuncia una campagna diffamatoria. “Pare evidente – accusa Mazzeo – che come a livello nazionale qualcuno ha usato e usa le inchieste giudiziarie senza pudore, per fare campagna congressuale a livello pisano qualcuno sta utilizzando il tesseramento con lo stesso obiettivo”.

Nel partito locale i veleni corrono da diverso tempo e la campagna congressuale sta facendo emergere tutti i rancori e le divisioni tra le varie correnti. Ma le anomalie non si fermano ai casi denunciati dal segretario di San Giuliano Terme, Matteo Cecchelli che si è accorto, dopo aver ricevuto gli elenchi dalla commissione provinciale, che ben sessanta nomi erano i nuovi iscritti. Tessere che sono state fatte saltando il circolo e inviate direttamente al coordinamento territoriale, una deroga che il regolamento prevede ma solo in casi particolari.

Stranezze che vanno oltre i casi singoli e che hanno fatto mettere la “riserva” di alcuni membri agli elenchi inviati al Nazareno che ora avrà da considerare un nuovo fascicolo, una nuova grana dopo i casi in Campania, Puglia, Sicilia e altre realtà locali dove sono emerse irregolarità. “Abbiamo fatto tutto di corsa, per controllare che tutto fosse in regola ci voleva più tempo” ammette Giancarlo Lunardi, presidente della commissione di garanzia che sugli elenchi ha espresso la sua riserva. Esclude il dolo e tuttavia lo scontro e le tensioni continue tra i dirigenti locali, tra renziani e non, fanno pensare diversamente. Nonostante la scissione che ha portato via circa 300 iscritti, i volti nuovi sono un migliaio su un totale di 5000 tessere.

Sospetti che Lunardi preferisce allontanare e rovesciare in positivo: “E normale che nell’unico partito dove c’è competizione quando c’è il congresso, le persone tornino a fare la tessera”. Insomma, sarebbe tornata la voglia di partecipare e contare. Speriamo che non sia a loro insaputa.

L’HUFFPOST

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