La coltellata di Bersani a Renzi: si allea col suo peggior nemico

di Carlantonio Solimene

Un invito a Gentiloni a emanciparsi da Renzi e a “dire la verità sullo stato dell’economia italiana” e una sorprendente apertura ai Cinquestelle per una futura alleanza di governo. Pier Luigi Bersani parla per la prima volta dopo l’addio al Pd con un’intervista alla Stampa e un colloquio con il Corriere della Sera. E provoca un vero e proprio polverone a Largo del Nazareno, tra gli ex compagni di partito. Perché le sue parole, oltre ad essere uno scontato j’accuse nei confronti della politica di Matteo Renzi, vanno oltre. Sino a preferire la prospettiva di un governo grillino piuttosto che di una vittoria del Partito Democratico alle elezioni.

Bersani, oggi tra i principali big del Movimento Democratici e progressisti, parla all’indomani del sondaggio realizzato da Ispos per il Corriere che dà il suo nuovo partito a un misero 3,3%, ben lontano dalle prospettive a due cifre immaginate al momento dello strappo. L’ex segretario del Pd prima ridimensiona l’attendibilità del sondaggio (“siamo ben oltre il 3/4%) poi però decide di andare pesantemente all’attacco degli ex compagni di viaggio, cercando di rafforzare la posizione del neonato movimento.

“Gentiloni deve dire la verità agli italiani sull’economia – il suo esordio – poi insieme vedremo come fare. La cosa che mi disturberebbe di più sarebbe la descrizione di mondi che non ci sono. Ci vuole un discorso serio e rigoroso suulo stato del Paese”. Il riferimento di Bersani è a una “manovra in autunno che fa tremare le vene ai polsi, bisogna discuterne. Quando sento Renzi dire di non aumentare l’Iva, gli ricordo che è lui che l’ha aumentata per il 2018. Ora bisogna intervenire perché l’aumento non scatti. Mi auguro che Gentiloni si emancipi sempre di piu’ da quella continuità”.

L’ex segretario del Pd mette poi nel mirino le ultime nomine del governo nelle società partecipate (“non c’è lo zampino di Gentiloni e c’è troppo poco di quello di Padoan”) e poi attacca il Pd sul salvataggio di Minzolini: “L’ho trovata una vicenda incomprensibile. Non credo compatibile con la legge Severino che il Senato si faccia quarto grado di giudizio”.

Non finisce qui, perché è nel colloqui col Corriere che Bersani lancia la bomba più deflagrante: l’apertura al governo con Grillo. «I Cinquestelle tengono in stand-by il sistema. Ma se alle prossime elezioni s’indebolissero, arriverebbe una robaccia di destra». Sarebbero i grillini quindi, non il Pd a trazione renziana, l’argine alla «deriva populista e nazionalista». «Il problema è che, volendo mantenere la loro diversità, i Cinquestelle finiscono per bloccare il sistema – continuo Bersani -. Lo tengono in stand-by, appunto, senza dar sbocco alle richieste di novità che provengono dal loro elettorato. A meno che…». A meno che M5S non si rivelasse davvero «capace di coalizzare in Parlamento», come ha annunciato tempo fa Luigi Di Maio. Se così fosse, se dopo aver vinto nelle urne senza ottenere la maggioranza assoluta, i grillini dessero corso a questo disegno, Bersani sarebbe «pronto» ad accogliere un eventuale invito per una riedizione della diretta streaming del 2013.

Le parole dell’ex segretario provocano ovviamente scompiglio tra i Dem. “Non voglio far polemica su una valutazione che mi pare abbastanza confusa – esordisce Lorenzo Guerini, coordinatore della mozione di Matteo Renzi al congresso – ma il M5s non è un argine a populismo e demagogia, è il populismo e la demagogia. Ipotizzare un’alleanza mi sembra una strategia abbastanza complicata da mettere in atto”.

Anche Cicchitto di Alternativa Popolare si mostra sprezzante di fronte all’ipotesi prospettata da BersanI: “E’ dal 2013 che Bersani ama i grillini ma non ne è riamato. Se Bersani è uscito dal Pd per avere le mani libere e per stabilire un rapporto diretto con Grillo ha sbagliato tutto, ma è un errore che può avere conseguenze esiziali per la tenuta democratica del Paese”.

Tanto che l’ex ministro per lo Sviluppo interviene piccatamente per replicare: “Loro stanno dando benzina a Grillo, sono anni che danno benzina alla demagogia, io sto cercando di tirargliela via”.

Gli unici a guardare senza preconcetti alle parole di Bersani sono proprio i grillini: “Non voglio commentare l’opinione rispettabile di Bersani – spiega il deputato M5S Alfonso Bonafede -. Sottolineo soltanto che noi non facciamo accordi con nessuno, puntiamo al 40 per cento e, una volta al governo, faremo le nostre proposte che le altre forze politiche potranno votare alla luce del sole”. Insomma: per ora non se parla. Ma in futuro…

IL TEMPO

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