Scontro sui vitalizi a Montecitorio, M5S cavalca la protesta
Esplode la protesta dentro e fuori Montecitorio per la questione vitalizi. Il Movimento 5 Stelle con un blitz interrompe i lavori della Camera mentre si sta svolgendo il question time con i ministri e introduce in aula cartelli con l’hashtag “si tengono i privilegi”. La seduta viene sospesa e i deputati Cinquestelle salgono al primo piano in attesa che escano i membri dell’ufficio di presidenza dove sta per essere affossata la proposta M5s di abolire i vitalizi. Appena si aprono le porte dove la presidente Laura Boldrini presiede la riunione, i parlamentari pentastellati si gettano di corsa verso l’ingresso, con i commessi della Camera che li inseguono per bloccarli, invano. Cori scandiscono l’accusa “Vergogna” all’indirizzo dei deputati che hanno appena votato all’unanimità la proposta Pd avanzata dalla deputata Sereni con cui si prevede di applicare a vitalizi e trattamento previdenziale un contributo straordinario per tre anni sulla parte eccedente 70mila euro annui lordi. Proprio Marina Sereni viene investita dal grido “Vergogna” mentre inforca le scale per scendere in aula. In apertura di seduta, poco dopo le cinque del pomeriggio, è la stessa Sereni in qualità di vicepresidente che annuncia “provvedimenti” da parte dell’ufficio di presidenza convocato per il 30 marzo. E la presidente Laura Boldrini garantisce che “la Camera non si farà intimidire da questi metodi” che definisce “gravi e inaccettabili”.
Intanto la Camera dà il via libera al contributo di solidarietà per tre anni a partire dal primo maggio a carico degli ex deputati titolari di vitalizio. Il contributo sarà del 10% per i vitalizi da 70mila a 80mila euro, del 20% da 80mila a 90mila euro, del 30% da 90mila a 100 mila euro e del 40% per quelli superiori ai 100mila euro annui. La proposta porterebbe a regime ad un risparmio di 2,5 milioni all’anno per le casse della Camera.
Alessandro Di Battista e Luigi Di Maio raggiungono invece i manifestanti in protesta da ore in piazza Montecitorio contro il governo. Chiedono “Elezioni subito”. Tra questi c’è il gruppo “Vittime salva banche” mentre altri esibiscono spillette e maglie del M5S, anche se il giorno prima i Cinquestelle hanno diramato una nota in cui hanno smentito che la manifestazione sia stata organizzata dal Movimento. Brandendo il microfono, Di Battista apostrofa la folla con un: “Grazie per essere qui. Grazie per essere arrivati in tanti da tutta Italia. Grazie per essere qui in pace”. Appena prende la parola Di Maio, gli gridano in coro “Presidente, presidente”: segno indubitabile di dove penda la piazza. “So che c’è molta rabbia, ma io non sono venuto qui a dirvi che dovete arrabbiarvi ancora di più”, li arringa Di Maio. “So che dopo questo disperato atto politico di oggi noi arriveremo al governo. E vi prometto che tra i primi atti che faremo sarà tagliargli tutto lo schifo di privilegi”, promette il candidato premier in pectore che si dice “scioccato” per la bocciatura della proposta Cinquestelle di abolire i vitalizi. “Quando abbiamo chiesto perché non li vogliono togliere, qualcuno ci ha risposto che dopo non avrebbe più avuto il lavoro”, spiega ai cittadini inferociti. Per chi protesta in piazza, i politici – tutti, tranne i Cinquestelle – sono “mafiosi, massoni, parassiti”. Parole d’elogio vanno solo all’indirizzo dei due deputati M5s e, quando si allontanano, qualcuna reclama un bacio sulla guancia.
IL TEMPO