Afghanistan, la super bomba ha ucciso almeno 36 jihadisti dell’Isis
La “madre di tutte le bombe” sganciata ieri dagli Stati Uniti sulle posizioni dell’Isis nell’Est dell’Afghanistan ha ucciso “almeno 36 combattenti” islamisti. E’ il primo bilancio del ministero della Difesa di Kabul sul mega raid che ha visto per la prima volta dell’ordigno conosciuto con l’acronimo Moab e dalla potenza equivalente di 11 tonnellate di tritolo.
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La bomba, ha detto il portavoce del Ministero, ha distrutto un complesso sistema di tunnel e bunker nella provincia di Nangahar, al confine con il Pakistan. La Moab è in grado di distruggere tutto nel raggio dell’esplosione, fino a oltre un chilometro dall’epicentro. Gli abitanti di un villaggio a circa due chilometri di distanza hanno detto che l’onda d’urto “ha mandato in frantumi i vetri delle nostre case, ci siamo spaventati, i bambini si sono messi a piangere”, come hanno riportato siti d’informazione locali.
Non si hanno notizie però di vittime civili. L’Isis si è fortificato nella provincia di Nangahar, una delle più impervie dell’Afghanistan ed è risultato finora impossibile stanare gli jihadisti dal sistema di tunnel con mezzi convenzionali. Di lì l’uso della super-bomba.
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