Siria, comincia l’evacuazione di 4 città assediate

giordano stabile
INVIATO A BEIRUT

Dopo giorni di rinvii è cominciata questa mattina l’evacuazione di civili e combattenti da quattro città siriane assediate da anni e in condizioni umanitarie disperate. Sono Zabadani e Madaya, vicino a Damasco, centri a maggioranza sunniti assediate dall’esercito e dai miliziani di Hezbollah, e le cittadine cristiane di Kefraya e al-Foua, vicino a Idlib, assediate dai ribelli islamisti di Hayat al-Tahrir al-Sham.

 

Autobus verdi

I combattenti di Zabadani e Madaya, assieme ai loro famigliari e alle altre famiglie che non vogliono vivere sotto il controllo del governo di Damasco, saranno condotti nella provincia di Idlib. Questa mattina ad Al-Rashideen, una località a est di Aleppo sotto il controllo dell’opposizione al confine con la provincia di Idlib, sono arrivati sono arrivati i primi 24 bus con un migliaio di persone. In tutto dovrebbero essere evacuate 10 mila persone.

 

Fame e disperazione

Ora i bus con le famiglie di Kefraya e al-Foua dovrebbero fare il percorso inverso, diretti ad Aleppo e in altre aree sotto il controllo del governo. In tutte e quattro le cittadine la situazione umanitaria ha visto momenti terribili: mancavano medicine di base per i malati cronici, cibo, assistenza medica, vaccini per i bambini. Pochissimi convogli dell’Onu in questi anni sono riusciti a portare soccorsi.

 

Riposizionamento di Hezbollah

L’accordo è arrivato con la mediazione del Qatar, garante per i ribelli, e l’Iran, per il governo e le milizie sciite. L’evacuazione è stata accompagnata anche da un riposizionamento di Hezbollah, che ha spostato parte dei suoi combattenti dalla zona del Golan, al confine con Israele, e dalle montagne al confine con il Libano, verso Damasco.

 

LA STAMPA

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