Wall Street stabile non risveglia Europa, Parigi rimane la peggiore

–di ed

Avvio stabile per Wall Street (segui qui i principali indici), mentre Oltreoceano va avanti la stagione delle trimestrali . Nasdaq e S&P 500, che venerdi’ scorso avevano chiuso in territorio record, hanno subito raggiunto nuovi massimi intraday ma poi hanno oscilato sula parità insieme al Dow Jones. Intanto gli occhi quest’oggi sono puntati su Apple, dopo che Citigroup ha stilato la lista delle società che potrebbero essere nel mirino della società di Cupertino, forte di ben 256,8 miliardi di dollari di liquidità, come emerso dalla trimestrale pubblicata nei giorni scorsi. Gli indici europei, invece, continuano a essere oggetto dei realizzi, dopo la recente cavalcata iniziata dopo la vittoria al primo round di Emmanuel Macron, che ieri è stato eletto nuovo presidente francese (+7,3% il Cac40 e +8,8% il Ftse Mib tra i due turni delle presidenziali). Parigi guida i ribassi, mentre fa eccezione Londra. In Europa le vendite colpiscono soprattutto banche e lusso. Gli stessi settori sono i principali responsabili del calo del FTSE MIB: in fondo al paniere principale ci sono infatti Moncler e Salvatore Ferragamo ma anche Bper e Banco Bpm. Tra gli industriali vendite su Fiat Chrysler Automobiles, Cnh Industrial e StMicroelectronics. Fuori dal Ftse Mib perde quasi il 10% Tod’s dopo i conti inferiori alle attese.

Dato che la vittoria ampiamente attesa di Macron è stata confermata, i mercati per qualche settimana potranno tirare un sospiro di sollievo per quanto riguarda la situazione politica europea – è il commento di Timothy Graf, responsabile macro strategy Emea di State Street Global Markets – Il risultato è nel breve termine una buona notizia per gli asset rischiosi e per l’euro, ma dato il costante vantaggio di Macron nei sondaggi relativi al secondo turno, i benefici sia per le attività rischiose che per la moneta unica saranno molto probabilmente più moderati rispetto a quelli osservati due settimane fa».

L’attenzione, secondo l’esperto, «si sposterà su come il movimento politico e nuovo partito di Macron, En Marche!, si posizionerà in vista delle prossime elezioni parlamentari, previste a giugno, e sulla forza della coalizione che lo sosterrà come leader di quello che sarà probabilmente un partito di minoranza». «Superati almeno nel breve termine i timori per le incertezze politiche, pensiamo che le scelte di investimento legate al tema della reflazione torneranno al centro dei riflettori, con rinnovato focus sui fondamentali economici – sottolineano gli esperti di Pioneer Investments – I dati macroeconomici sono coerenti con uno scenario di crescita più solida e diffusa in Europa. A fronte di questa più solida attività economica, anche la ripresa degli utili aziendali sembra più ampia e in miglioramento. Nonostante i recenti temporanei picchi di inflazione, la dinamica dei prezzi rimane abbastanza contenuta. Ci aspettiamo che queste contenute pressioni sui prezzi permangano insieme all’atteggiamento di politica monetaria espansiva della Banca Centrale Europea nei prossimi mesi».

Unipol sale, tiene banco il rafforzamento in Bper

Unipole Unipolsai sotto i riflettori in Borsa mentre tiene banco il dossier Bper, cioè le indiscrezioni di un rafforzamento del gruppo bolognese nel capitale della banca modenese funzionale a un riassetto delle sue attività bancarie. Secondo quanto riportato da rumors di stampa nel week end, Unipol – che già è primo socio di Bper con una quota superiore al 55 – avrebbe aumentato l’impegno nel capitale dell’istituto avvicinandosi già al 10%, quota che rende necessaria la richiesta di autorizzazione da parte della Banca d’Italia. Il rafforzamento, se confermato, sarebbe funzionale a un riassetto delle attività bancarie di Unipol che potrebbero passare a Bper: secondo quanto comunicato in passato dai vertici del gruppo bolognese, la valorizzazione di Unipol Banca sarebbe anticipata dalla creazione di una bad bank in cui confluirebbero i crediti deteriorati dell’istituto. «Se i rumors fossero confermati, Bper assorbirebbe solo gli asset performanti che comunque hanno una bassa efficienza operativa – è il commento degli analisti di Banca Akros – Stimiamo un valore potenziale per gli asset bancari di Unipol di circa 300 milioni di euro, che raddoppiare la sua quota in Bper dal 10% al 20%».

Risparmio gestito brillante con Azimut

Tiene il risparmio gestito guidato da Azimut e Banca Generali. Resiste alle vendite anche Banca Mediolanum che questa mattina ha diffuso i numeri di aprile relativi alla raccolta. Il gruppo ha registrato una raccolta netta positiva di 480 milioni di euro, dopo 452 milioni di marzo, portando il totale da inizio anno a 1,68 miliardi di euro. La raccolta netta del risparmio gestito e’ stata pari a 545 milioni e in particolare per Fondi e gestioni ammonta a 614 milioni dopo 498 milioni a marzo. Il risparmio amministrato ha invece segnato deflussi per -66
milioni dopo +15 milioni.

Nuovi massimi per Italgas dopo conti e indicazioni su 2017
Italgas tra i pochi titoli in controtendenza sul Ftse Mib in una giornata di generali prese di beneficio visto il rally che ha preceduto il secondo turno delle presidenziali francesi. Il titolo dell’utility quotata dallo scorso autunno, dopo lo spin off da Snam, aggiorna i massimi storici in area 4,4 euro per azione. Dopo i conti trimestrali diffusi venerdì mattina, gli analisti apprezzano le buone indicazioni fornite per il 2017 mentre si aspetta il nuovo piano strategico al 2023 che sarà presentato il prossimo 31 maggio: nei report odierni le case di investimento sottolineano in particolare l’indicazione di costi operativi 2017 sopra i 360 milioni di euro, un valore inferiore rispetto al consensus di 375 milioni di euro, che porta quindi i broker a migliorare le stime sui margini del gruppo.

Mediaset continua il recupero: domani la trimestrale

Prosegue la risalita di Mediaset in Borsa alla vigilia della trimestrale e mentre resta l’attenzione sulle mosse di Vivendi per ottemperare alle richieste dell’Agcom sulla doppia partecipazione in Tim e in Mediaset. Nel week end nuove indiscrezioni hanno alimentato l’ipotesi che il gruppo francese possa inizialmente limitare i suoi diritti di voto in Mediaset dal 29% attuale a meno del 10% per poi lavorare a un riassetto che riporterebbe in auge l’acquisto di Premium da Cologno Monzese: lo scenario di un nuovo coinvolgimento della pay-tv come soluzione allo stallo Mediaset-Vivendi viene però ritenuto “poco credibile” da alcune case di investimento. Gli altri due fattori di interesse per gli operatori sono comunque le indicazioni che il gruppo fornirà con i conti del periodo gennaio-marzo, soprattutto per quanto riguarda la raccolta pubblicitaria, nonchè le possibili mosse di Fininvest visto che la holding della famiglia Berlusconi ha la possibilità in questa fase di rafforzare ulteriormente la presa sul capitale del gruppo televisivo.

Per Prysmian commessa da 300 mln dollari negli Usa
Intorno alla parità Prysmian che tuttavia, prima dell’apertura dei mercati, ha annunciato la firma di un accordo di fornitura con l’americana Verizon Communications per supportare l’espansione della rete ottica dell’operatore telefonico che favorira’ lo sviluppo dei servizi 5G, migliorando allo stesso tempo la capacita’ 4G LTE della rete a banda larga. Il contratto ha un valore di circa di 300 milioni di dollari e prevede la fornitura di 17 milioni di chilometri fibra di cavi a nastro e loose tube, e avrà una durata di tre anni.

Euro ritorna sotto quota 1,10 dollari, recupera lo yen

Sul fronte valutario, prese di beneficio sull’euro che torna a 1,095 dollari dopo l’1,1023 toccato ieri sera ai primi risultati del voto francese con il candidato di En Marche! vincente. Petrolio in lieve rialzo: +0,1% il Wti a New York a 46,28 dollari al barile. Recupera la valuta giapponese: il cambio dollaro/yen si attesta a 112,61 rispetto ai 112,9 di questa notte; l’euro/yen viaggia a 123,20 dopo aver toccato ieri il livello massimo da maggio 2016 a 124,59.

Spread Btp-Bund risale ma resta sotto 180 punti base
Nessuno scossone particolare dopo le elezioni francesi per lo spread tra BTp e Bund. Il differenziale di rendimento tra il BTp decennale benchmark (Isin IT0005240830) e il pari scadenza tedesco ha iniziato le contrattazioni settimanali a 179 punti base, quattro in più rispetto al closing di venerdì un risultato che lo aveva portato ai minimi di fine gennaio. Sale leggermente anche il rendimento, al 2,20% rispetto al 2,18% della vigilia. Poco movimento anche per il differenziale di rendimento tra i titoli francesi e quelli tedeschi che si mantiene in area 43-44 punti base anche se il decennale francese è stato acquistato, così come il Bund, portando il suo rendimento a 0,82%. «E’ lecito ipotizzare che sia in corso un rally di sollievo sui mercati obbligazionari, dove si assiste a un calo dei rendimenti francesi – segnala Yann Quelenn, analista di Swissquote – Ora arriva la parte difficile. I mercati non sono ancora sicuri che Macron riuscirà a governare perché ha bisogno della maggioranza nel parlamento francese (il famoso terzo turno), risultato che potrebbe essere difficile raggiungere. Non da ultimo, nel suo discorso Macron ha detto che non concederà alla Gran Bretagna un accordo facile sulla Brexit, e ciò potrebbe pesare sulla sterlina nel medio termine. Stamattina, comunque, la valuta britannica mostrava un andamento a zigzag» (qui il cambio sterlina/dollaro e qui l’euro/sterlina).

(Il Sole 24 Ore Radiocor Plus)

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