Ecco chi sono i Millennials che entrano al vertice del Pd

andrea carugati

Saranno pure Millennials, come li ha definiti Renzi annunciando l’ingresso di 20 giovani nella nuova direzione Pd, ma la politica la masticano eccome. Arianna Furi, 19 anni, per tutto lo scorso autunno usciva dal liceo Visconti, nel centro di Roma, e restava fino a tarda sera al comitato “Basta un Sì”. «Mi sono avvicinata al Pd a 14 anni. In tv vedevo parlare vecchi politici e non capivo. Con Renzi è stato diverso. Nella mia classe solo in tre su venti vogliamo restare in Italia. Io voglio restare, almeno potrò dire di averci provato».

 La torinese Ludovica Cioria, classe 1989, ha già un ricco curriculum: segretaria regionale dei Giovani democratici, consigliere municipale, collaboratrice part-time in Regione. «Renzi, all’inizio, quando voleva ribaltare tutto, piaceva ai giovani», spiega. «Poi al governo la storia è cambiata, tra annunci e realtà si è creata una forbice. E anche il Jobs act fatica a mantenere le promesse».

 

Dario Costantino, 24 anni di Palmi, Calabria, alla sua età è già stato protagonista di una grossa querelle, quando nel 2016 si ritirò dalle primarie per eleggere il leader dei giovani dem denunciando «scorrettezze e irregolarità». Laurea in Scienze politiche, con un amico ha messo su una start up di vendita piante online. Profilo gauchista, è stato nel movimento dell’Onda contro la Gelmini e ora è vicino a Michele Emiliano. Che ci fa nel Pd? «Non ho condiviso le scelte di Renzi su lavoro ed economia, ma coi movimenti le cose non le cambi davvero. Serve un grande partito, e io credo che gli errori fatti dal Pd si possano correggere».

 

I 20 giovani sono stati scelti col Cencelli, una quota per ogni corrente: «A me pare comunque un modo per tenere dentro gente con storie e sensibilità diverse», dice Dario. «E riconosco a Renzi di aver avuto una buona idea: il nodo non si risolve con una lista di 20 persone, ma è un segnale concreto». E ora che farete? «Spetta a noi dimostrare se saremo in grado di rappresentare qualcuno e qualcosa».

 

Arianna è sulla stessa linea: «Ho letto che siamo 20 figurine e mi arrabbio. Il Pd e i giovani? E’ normale che a 19 anni hai voglia di ribellarti e tra i miei coetanei Renzi non è molto simpatico: dicono che è presuntuoso. Ma io ora lo vedo più responsabile, più calmo…».

 

Ludovica è incerta sul ruolo reale dei 20 Millennials nella direzione dem. «Non siamo un plotone compatto, veniamo da storie diverse. Non so se riusciremo a creare una ‘lobby dei giovani’ per farci ascoltare. Però su lavoro, scuola e diritti civili potremo fare qualcosa. Ai ragazzi della mia età le Unioni civili sono piaciute, così anche la legge sul fine vita». E poi c’è la Rete: «C’è poco da fare, se non funzioni sui social ai miei amici non ci arrivi», dice Arianna. «E contro il M5S siamo molto indietro», le fa eco Ludovica. «Bisogna scegliere temi chiari e dare battaglia, come abbiamo fatto sui vaccini».

LA STAMPA

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