Paura per Nasdaq contagia l’Europa, Milano perde l’1%, crolla St

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Chiusura in calo per le Borse europee (segui qui l’andamento degli indici principali), nonostante l’esito delle elezioni in Francia sia stato giudicato positivamente, dal momento che rafforza la posizione del neo-presidente, Emmanuel Macron. Gli investitori, tuttavia, sono preoccupati per la virata repentina registrata venerdì scorso dal Nasdaq e proseguita anche oggi. In più sale l’attesa per la decisione che prenderà il consiglio direttivo della Federal Reserve in materia di tassi di interesse. Consiglio che si riunirà domani e mercoledì. Milano ha terminato le contrattazioni in ribasso dell’1%. Lo spread si è portato in area 175 punti, allontanandosi dalla soglia dei 200 agganciata la scorsa settimana, sull’ipotesi, poi tramontata, di elezioni anticipate.
Del resto il segretario del Partito Democratico, Matteo Renzi, sembra aver accantonato l’ipotesi di voto anticipato, mentre le elezioni amministrative in alcune città italiane (Genova, Palermo, Verona, Parma, Taranto le principali) hanno testimoniato una battuta d’arresto per il Movimento 5 Stelle che non andrà al ballottaggio in nessuno dei grandi comuni.

St travolta dalle vendite insieme ai tecnologici mondiali
A Piazza Affari sono precipitate del 9,19% le Stmicroelectronics, risentendo della debolezza del settore mondiale dei tech, dopo lo scivolone dell’1,8% registrato venerdì scorso dal Nasdaq e proseguito anche oggi. A riaccendere i riflettori sul comparto tecnologico è stata la banca d’affari Goldman Sachs, che ha pintato l’ìindice soprattutto sulle elevate quotazioni raggiunte dai big del Nasda, ossia Facebook, Amazon, Netflix e Google/Alphabet.

Deboli le banche, ma corre Ubi

Sono andate male anche le azioni delle banche fatta eccezione per leUbi Banca salite del 3,87%, nel primo giorno dell’aumento di capitale da 400 milioni funzionale all’acquisizione di Nuova Popolare Etruria, Nuova Banca Marche, Nuova CariChieti. Operazione giudicata positivamente dagli analisti. Invece Unicredit ha perso l’1%, Banco Bpmil 2,3% e Banca Pop Emilia Romagna il 2%. Intesa Sanpaoloha arginato le perdite allo 0,4%.

Male Ferrari, in evidenza Saipem

Le vendite hanno trascinato in bassoFerrari, Leonardo – Finmeccanica e Cnh Industrial. Debole Davide Campari anche dopo l’annuncio di un accordo per la cessione dei vini francesi Chateau de Sancerre a Maison Ackerman, la divisione vinicola di Terrena, un’azienda con sede in Francia e operante in diversi ambiti dell’industria agricola. Operazione da circa 20,5 milioni di euro. Per contro sono andate bene Saipem (+5,2%), Tenaris ed Eni, tutte spinte dal rialzo del petrolio, che dopo la debolezza della scorsa settimana ha rialzato la testa. Saipem ha vantato la performance migliore del Ftse MIb anche grazie alle ipotesi che siano in arrivo nuovi contratti per la società del gruppo Eni , che già nei giorni scorsi aveva annunciato accordi per 230 milioni di dollari. Notizia passata in secondo piano a causa dello scivolone accusato dal valore del greggio. In più a riaccendere i riflettori sull’azienda sono state anche le parole con le quali il presidente, Paolo Andrea Colombo, ha rivelato che Saipem sta cercando nuovi sbocchi, come ad esempio l’eolico in mare, un mercato promettente con investimenti nell’ordine dei 200 miliardi nei prossimi 10 anni. Sta inoltre tenendo sotto controllo il business legato al lo smantellamento di piattaforme, un mercato altrettanto florido stimato da 100 miliardi in 25 anni.
Hanno fatto bene inoltre le Poste Italiane (+1,7%) e le Unipol (+1%).

Vola Caltagirone Editore dopo l’opa, giù Carige

Fuori dal paniere principale, sono andate male le Bca Carige, dopo che venerdì scorso il cda ha sfiduciato l’ad, Guido Bastianini, allineandosi alla posizione espressa nei giorni precedenti dal primo azionista, Vittorio Malacalza. Intanto, nell’attesa del nome del successore e della governance dell’istituto, corrono le voci che l’aumento di capitale che la banca dovrà lanciare sarà più consistente di quello di recente ipotizzato attorno a 450 milioni. L’operazione sarà di almeno 600 milioni di euro. Le Caltagirone Editore hanno chiuso leggermente al di sopra del prezzo dell’opa lanciata dal gruppo Caltagirone, già titolare del 60% del capitale, a 1 euro per azione (+3,3% a 1,016 euro). Prezzo che rappresenta un premio del 19% sulla chiusura di giovedì e del 21% sul prezzo medio ponderato dell’ultimo mese. I titoli sbarcarono a Piazza Affari nel 2000 a 17 euro.

Asta BoT, nuovo minimo storico a -0,35%
Nuovo minimo storico per il rendimento dei BoT annuali assegnati oggi in asta dal Tesoro. In particolare, sono stati assegnati 6,5 miliardi di BoT scadenza 14 giugno 2018 con un rendimento medio ponderato semplice pari a -0,351%, aggiornando il minimo fatto segnare nel precedente collocamento (-0,304%). Discreta la domanda, pari a 10,291 miliardi, per un rapporto di copertura di 1,58, leggermente in calo rispetto agli ultimi collocamenti.

Sul mercato secondario dei titoli di Stato intanto in calo i rendimenti del Btp decennale sotto 2,02% da 2,09% e lo spread BTp/Bund, all’indomani del primo turno delle elezioni amministrative torna su livelli di fine maggio che hanno registrato una battuta d’arresto del Movimento 5 Stelle nelle principali città in cui si è votato, in area 175 punti base dai 183 della chiusura di venerdì.

Petrolio rimbalza dai minimi delle ultime cinque settimane

Il petrolio al rimbalzo dai minimi delle ultime cinque settimane toccati venerdì a quota 47,4 dollari al barile nel Brent e a 45,2 dollari al barile nel West Texas Intermediate. Resta la preoccupazione sui livelli produttivi a dispetto dell’accordo raggiunto dai Paesi Opec e da altri grandi esportatori sui limiti all’output fino a marzo 2018. Sotto i riflettori la produzione di Libia, che avrebbe toccato i massimi da due anni e mezzo la scorsa settimana, e Nigeria vista la ripresa della produzione nel campo di Forcado.

Euro sopra quota 1,12 sul dollaro, debole la sterlina

Sul mercato valutario, l’euro è ritornato sopra quota 1,12 dollari (segui qui i principali cross). La sterlina si è indebolita nei confronti del dollaro e dell’euro, mentre Theresa May sulla Brexit ha ribadito che «i piani già stabiliti non si cambiano».

(Il Sole 24 Ore Radiocor Plus)

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