Fiano vuole cambiare l’obelisco: “Bisogna togliere la scritta Dux”

“Sono contrario all’abbattimento di monumenti, ma l’abrasione della scritta è una cosa che è stata fatta in Italia in tanti posti.

L’abrasione della sola scritta è giusta”. Ai microfoni di 24Mattino su Radio 24 Emanuele Fiano, il deputato Pd che in queste ore sta portando avanti la legge sull’apologia del fascismo, torna a cavalcare la proposta di cancellare la scritta “Mussolini dux” sull’obelisco del Foro Italico a Roma.

Un giro di vite contro la propaganda fascista e nazista è quanto prevede la proposta di legge che in aula alla Camera nel primo giorno di attività dopo la pausa estiva per il voto finale prima del passaggio al Senato.

La legge prevede l’introduzione dell’articolo 293-bis del codice penale che punisce “chiunque propaganda le immagini o i contenuti propri del partito fascista o del partito nazionalsocialista tedesco”. Una norma che estende la legge Scelba del 1952 e poi la Mancino del 1993, portando la legislazione a contemplare anche gesti individuali da punire come il saluto romano, la diffusione di gadget (“produzione, distribuzione, diffusione o vendita di beni raffiguranti persone, immagini o simboli” del fascismo e del nazismo). La nuova norma prevede “la reclusione da sei mesi a due anni” per questa fattispecie di reato. La pena sarà, poi, “aumentata di un terzo se il fatto è commesso attraverso strumenti telematici o informatici”.

A Fiano evidentemente questa legge non basta. E adessa si propone di sbianchettare i monumenti che inneggiano al Fascismo. A partire, ovviamente, dall’obelisco al Foro Italico. Accoglierebbe, poi, la proposta del sindaco di Predappio, Giorgio Frassineti, che, al posto dei negozi che vendono i gadget del Ventennio, vorrebbe istituire un museo storico. “Un museo che spieghi cosa è stato il fascismo – spiega Fiano – ciò che ha prodotto e causato e ciò di cui è colpevole”. “In Germania ci sono esempi di musei legati alla storia del nazismo che insegnano alle nuove generazioni o anche a quelle vecchie esattamente tutto quello che è successo – conclude l’esponente del Pd – raccontare, spiegare anche introdursi nelle contraddizioni di un pezzo di storia è giusto senza infingimenti”.

IL GIORNALE

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