Legge bilancio, i bersaniani minacciano il governo: “Ora i nostri voti non sono scontati”
Ad aprire le danze è Mdp, che avverte il governo: non garantiamo più il sostegno su Def e legge di Bilancio. In altre parole, la maggioranza non è più “scontata”. L’annuncio arriva da Alfredo D’Attorre: “Abbiamo dato al governo e al Pd la nostra disponibilità a una conclusione ordinata e proficua della legislatura sui temi principali, ma i fatti ci dicono che ieri il Pd ha affossato lo ius soli al Senato e oggi rischia di affossare definitivamente la legge elettorale alla Camera. Se questi sono i frutti avvelenati del rinnovato fidanzamento tra Renzi e Alfano, nessuno può pensare che noi staremo lì a reggere il moccolo gratis et amore Deo”.
Ma quindi ora cosa accadrà? Per le prossime scadenze, in primis la legge di Bilancio, per i bersaniani di Mdp varrà dunque il “liberi tutti”. E avverte: “Non saremo corresponsabili di una conclusione insensata della legislatura”.
L’avvertimento dei bersaniani è chiaro “Abbiamo dato la disponibilità a concludere utilmente la legislatura ma mi pare che nel Pd stia prevalendo una linea irresponsabile. A questo punto – conclude D’ Attorre – è bene che ognuno si assuma le proprie responsabilità”.
Per D’Attorre “sul piano democratico e istituzionale è gravissima la melina sulla legge elettorale. Il Pd utilizza come pretesto la norma sul Trentino Alto Adige, è una scusa che non sta in piedi anche perchè c’è la possibilità sia alla Camera sia al Senato di trovare una soluzione. C’è la disponibilità nostra e di altre forze di opposizione come Forza Italia. Questo alibi – ribadisce – non sta in piedi e se nella conferenza dei capigruppo di oggi lo utilizza per far saltare la calendarizzazione della legge elettorale in Aula a settembre significa che c’è la scelta di non fare la riforma. A quel punto si lacera il tessuto di lealtà e di collaborazione ragionevole e tutti si assumeranno le proprie responsabilità. Sarà evidente che la bussola è l’accordo tra Pd e Alfano, che affossa lo ius soli e impedisce la nuova legge elettorale perchè ha bisogno delle soglie basse, i capilista bloccati e le pluricandidature. Una deriva inaccettabile”.
“Siamo di fronte ad un errore drammatico che può avere conseguenze molto serie nel futuro di questo paese. Se va in cavalleria lo Ius soli, non so quando potremmo approvarlo. Ci troveremo nella condizione di dire ad un bimbo di 10 anni, figlio di immigrati regolari, che non è cittadino italiano perché ci sono i barconi e gli stupri”, ha fatto eco Pierluigi Bersani che sullo stop al Senato della legge sulla cittadinanza si è detto “preoccupatissimo”. “Non so cosa possa pensare – ha affermato l’ex segretario del Pd dai microfoni di Radio Radicale – quel bambino negli anni successivi. Noi oggi mettiamo questo bambino di fronte ad un’ingiustizia sferzante ed inaccettabile con le conseguenze del caso”. “Di fronte a 450mila ‘fantasmi’, che da badanti curano i nostri anziani o lavorano da artigiani, abbiamo il dovere – ha aggiunto – di mostrare il tratto positivo della nostra civiltà anche per evitare ricadute pericolose e negative. Io spero che si possa riprendere il filo sullo Ius soli. Dobbiamo cercare i voti al Senato e combattere. Dobbiamo far comprendere a queste persone che c’è un pezzo d’Italia che sta combattendo questa battaglia per loro”.
Intanto Maurizio Martina, vicesegretario del Pd, nella registrazione della puntata di Porta a Porta getta acqua sul fuoco: “Sullo ius soli continueremo a lavorare con grande serietà. I bambini, nati in Italia, cresciuti qui, sono esattamente uguali ai miei figli. La legge di bilancio sarà presentata entro il 15 ottobre. Abbiamo un mese di tempo”.
IL GIORNALE