Atenei, ecco i finanziamenti: 55 milioni per esonerare dalle tasse gli studenti poveri
di ILARIA VENTURI
ROMA – È l’atto più atteso dalle università, la ripartizione dei finanziamenti ministeriali ateneo per ateneo. Con una quota premiale che penalizza una grande università come Bologna e fa avanzare la Statale di Milano (più 9 milioni) e Roma La Sapienza, che riceverà 7 milioni in più. E la novità di 55 milioni distribuiti per la prima volta per esonerare dalle tasse gli studenti che non arrivano a 13mila euro di Isee, la cosiddetta no-tax area: di questi 21 milioni vanno al Sud, dove ci sono meno iscritti, ma in condizioni economiche più disagiate.
Il decreto del ministero all’Istruzione è appena uscito e scatena la gara tra le 65 università. Sul piatto 6,6 miliardi assegnati oggi, di cui 6,272 sulle tre quote principali del fondo (quota base, premiale, fondo perequativo). Complessivamente il fondo di finanziamento ordinario 2017 si attesta a 6,982 miliardi di euro con un incremento di 62,5 milioni (+0,9%) rispetto al 2016.
· FONDI: CHI SALE E CHI SCENDE
Il calo dei finanziamenti rispetto al 2016 riguarda 44 atenei. Il tetto massimo di riduzione fissato al 2,5% rispetto all’anno prima non è stato superato: la punta massima è il meno 1,94% dell’università Stranieri di Perugia. Un sistema che sembra tenere, dunque.
Tra gli atenei che perdono di più ci sono Messina (-1,88%), Palermo e Catania (-1,79%), Siena e Trieste (-1,76%) Bologna (-1,75%), Genova, Sassari e Cagliari (-1,74%), Roma Tre (-1,73%).
Sono 21 atenei invece a crescere nell’Ffo 2017, di cui 11 al Sud: Bari politecnico, Bari, Chieti-Pescara, Catanzaro, Foggia, Napoli Parthenope, L’Aquila, Università della Campania, del Molise, del Sannio, Salerno. I sette atenei al Nord che crescono sono Bergamo, Milano Bicocca e Statale, Piemonte Orientale, Ferrara, Università dell’Insubria, Sissa di Trieste. Al centro ottengo più fondi Urbino, la Politecnica delle Marche e l’università per Stranieri di Siena. La crescita maggiore, superiore al 3%, si è verificata nelle università di Urbino, Catanzaro, Napoli Parthenope, L’Aquila e dal Politecnico di Bari.
· 55 MILIONI PER NON FAR PAGARE LE TASSE AGLI STUDENTI MENO ABBIENTI
Quest’anno per la prima volta sono stati distribuiti anche i fondi – 55 milioni – per la no tax area (esonerati gli studenti con Isee fino a 13.000 euro e tasse calmierate a chi ha un Isee fra 13 e 30mila euro). Sono le università al Sud ad ottenere di più su questa voce: 21,07 milioni euro (38,3%). Ma anche gli atenei al Nord, probabilmente per effetto dei fuorisede che migrano da Sud, non sono stati da meno: 20,73 milioni (37,7%). Mentre13,2 milioni (24%) sono andati alle università del Centro. Il riparto è stato fatto in proporzione alla percentuale di studenti attualmente esonerati dalle tasse moltiplicati per il costo standard per studente in corso del rispettivo ateneo. Chi ha portato a casa più fondi sono i mega atenei: le università di Bologna (3,7 milioni) e La Sapienza (3,3 milioni). Seguono, con più di 2 milioni, Bari, Palermo e Padova.
· UN MILIARDO E MEZZO DIVISO TRA I MIGLIORI
La quota distribuita in base a parametri di merito sale da un miliardo e 433 milioni a un miliardo e 535. Due le novità di quest’anno che hanno pesato nella distribuzione di questo fondo: l’aggiornamento sulla qualità del reclutamento (dati produzione scientifica 2014-16) e l’introduzione dell’autonomia “responsabile”: gli atenei potevano cioè indicare due criteri da loro scelti su didattica, ricerca e internazionalizzazione per i quali chiedere di più perché più “forti” nel settore. A perdere è una grande università come Bologna, che passa da 99,5 milioni del 2016 a 94,3 di quest’anno, per quando questa quota pesi per il 6,15%, una delle percentuali più elevate con La Sapienza (che sale da 92,4 milioni a 99,6). Tra le università romane sale Tor Vergata (da 33,3 milioni a 35), scende Roma Tre (da 27,4 milioni a 26). Anche Cà Foscari cala nella quota premiale (da 21 milioni a 18,6). Bari passa da 30 a 40 milioni, la Statale di Milano da 55,9 a 65,1.
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