Borse piatte, a Milano affonda Mediaset. Euro sotto 1,19 dollari
di C. Di Cristofaro e A.Fontana
I mercati azionari europei vivono una seduta di transizione che consolida i record recenti (Francoforte vicina al top storico, Parigi ai massimi da 9 anni e Milano sui livelli di dicembre 2015) mentre l’euro arretra sotto quota 1,19 dollari dopo il rialzo dei prezzi alla produzione Usa nel mese di agosto. Sul finale il cambio si attesta a 1,1892 dollari per un euro da 1.1961 ieri sera. Madrid è la migliore mentre Piazza Affari chiude invariata nel FTSE MIB. Pesante tonfo di Mediaset (-5%) tornata ai livelli precedenti la scalata di Vivendi e sotto 3 euro dopo una raccomandazione negativa di Macquarie. Ancora pressione su Luxottica (-2,2%) sulle incertezze legate al via libera Ue all’integrazione con Essilor. Male anche le utility. Prosegue il rally di Unipol (+2,4%) grazie al ritorno delle ipotesi su un’alleanza bancaria con Bper in una fase in cui il mercato già ragione sugli effetti del riassetto in atto a Bologna.
Petrolio in forte allungo dopo le stime sull’incremento della domanda arrivate dagli Stati Uniti : +1,5% Wti a 48,98 dollari al barile.
Unipol tocca i massimi da un mese
Nuovo allungo in Borsa per Unipol e per la controllata Unipolsai protagoniste di una prima parte di settimana di forte risalita che le ha portate ai massimi da un mese. L’attenzione sul riassetto del gruppo, riaccesa da una analisi di Mediobanca Securities sugli effetti benefici che la manovrà potrà avere su Unipol, e le nuove indiscrezioni sul possibile asse bancario con Bper (di cui ha poco meno del 10%) sono i fattori di appeal per i titoli secondo gli operatori. Nei giorni scorsi Mediobanca Securities, in un approfondimento sulla riorganizzazione in corso e in particolare sugli interventi nei crediti deteriorati di Unipol Banca, si è mostrata convinta che le manovre messe in campo da Carlo Cimbri possano progressivamente ridurre lo sconto holding a cui Unipol tratta in Borsa (cioè il rapporto tra il suo valore di Borsa e il valore netto delle sue attività): il riassetto potrebbe culminare nella fusione tra Unipol e Unipolsai. Nuove indiscrezioni di stampa invece riportano d’attualità la possibile alleanza nel settore bancario tra Bper e Bologna: un primo passo sarebbe la partecipazione di Unipol a un nucleo di soci stabili in Bper in occasione del rinnovo del cda in primavera, in secondo luogo potrebbe tornare all’esame della banca modenese l’acquisizione di Unipol Banca. «Riteniamo che al momento non ci siano novità sulla possibilità per Bper di acquistare Unipol Banca – sottolinea una casa di investimenti – riteniamo comunque che la pulizia di bilancio portata a termine da Unipol Banca possa rendere una eventuale acquisizione da parte di Bper neutrale o accrescitiva di valore se il prezzo avverrà a sconto sul patrimonio netto».
Mediaset maglia nera del Ftse Mib
Mediaset pesante in Borsa dopo che gli analisti di Macquarie in un report sul settore hanno dimezzato a 2,10 euro il target price sul titolo e tagliato il giudizio. Le azioni hanno toccato un minimo a 2,952 euro scendendo sotto la soglia dei 3 euro, conquistata nel dicembre scorso. A fine novembre, infatti, il titolo Mediaset viaggiava intorno ai 2,2 euro. L’annuncio dei primi acquisti della scalata Vivendi risale al 12 dicembre e ha spinto le azioni sopra i 3 euro, già il giorno successivo.
Il top del periodo a 4,8 euro è del 21 dicembre, sui livelli dell’estate 2015. Macquarie ha cambiato la valutazione spiegando che il rating outperform era basato sulla possibile Opa sul 100% del capitale di Mediaset da parte di Vivendi, «ma gli ostacoli regolatori – scrivono gli analisti – sembrano più forti del previsto». Il target price passa da 4,30 a 2,10 euro, su multipli prezzo/utili di 8 volte. Il rating passa a undeperform, spostandosi su una valutazione stand-alone invece che basata su un take-over. Inoltre, anche l’incertezza dello scenario politico italiano, secondo gli esperti, rende meno prevedibile l’esito dell’interesse di Vivendi su Telecom e Mediaset. L’uscita dalla pay tv non è stata semplice ma il percorso è ora più chiaro. Invece di limitare l’erosione dell’audience sfidando direttamente Sky sulla pay tv, Mediaset punta a ricostruire una posizione forte sul mercato pubblicitario italiano nella tv in chiaro, grazie anche al contesto regolatorio positivo. Ma il consensus ha già incorporato nelle stime 2017-18 i benefici delle vendite su campagne cross-media più sofisticate. Le stime di utile per azione 2017-18 vengono ridotte del 6% e del 14%, includendo anche numeri più deboli per Mediaset Espana (rating ridotto a underperform, il titolo a Madrid cede l’1%). Più in generale, Macquarie ha ridotto le stime sui broadcaster europei del 2-9%, spostandosi così nella parte bassa del consensus.
Il Tesoro fa il pieno nell’asta BTp grazie a tensioni Spagna e tempistica Qe
Oltre 12,45 miliardi di euro di domanda complessiva con prezzi sostenuti e rendimenti in calo rispetto ad un mese fa. Sono questi gli elementi che, al termine dell’asta di oggi, restituiscono il quadro di un mercato, quello dei BTp, decisamente più pimpante di poche settimane fa. Il nuovo benchmark a 7 anni, dicono gli operatori interpellati da Il Sole 24 Ore Radiocor Plus, ha ricevuto una buona accoglienza ed è uscito un paio di centesimi sopra i livelli del mercato. Forte domanda anche per il BTp a 3 anni, che ha collezionato richieste per oltre 4,6 miliardi di euro a fronte dei 2,5 miliardi offerti: la pressione sui prezzi ha fatto scendere il rendimento di ben 17 centesimi e salire il rapporto tra domanda e offerta a 1,86, ai massimi da gennaio 2016. I BTp, dicono gli operatori, hanno beneficiato dal quadro più chiaro relativo ai tempi di uscita dal QE e dai flussi in uscita dalla Spagna legati alla spinta indipendentista della Catalogna. Sul secondario, intanto, in rialzo in area 170 punti base lo spread BTp/Bund.
(Il Sole 24 Ore Radiocor Plus)