Brasile, arrestato il terrorista Cesare Battisti: cercava di fuggire in Bolivia

Il terrorista Cesare Battisti è stato arrestato nella città brasiliana di Corumbà mentre cercava di fuggire in Bolivia. Battisti sarebbe stato fermato dalla polizia stradale federale durante un normale controllo. Condannato all’ergastolo in via definitiva per quattro omicidi commessi durante gli anni di piombo, nel 2010 ha ottenuto lo status di rifugiato politico in Brasile dall’ex presidente della Repubblica, Luiz Inacio Lula da Silva.

Battisti sarebbe stato fermato dalla polizia stradale federale durante un controllo in cui gli sarebbe stato contestato il tentativo di esportare illegalmente denaro all’estero. Per il sito del quotidiano Folha de S.Paulo, aveva con sé una “modesta” quantità di denaro in contanti, includendo reais, dollari ed euro. Alcuni agenti avrebbero però dichiarato che in tutto erano in suo possesso circa 10 milareais (poco meno di 3mila euro).

La difesa dell’ex militante rosso dei Pac, informata dei fatti, ha presentato ricorso alla Corte suprema brasiliana, per cercare di ottenerne la scarcerazione immediata. Solo giovedì scorso gli stessi legali avevano avanzato una richiesta di ‘habeas corpus’ alla massima Corte per evitare una sua possibile estradizione in Italia. L’iniziativa era stata presa in seguito alla divulgazione della notizia su O Globo di una richiesta “in via confidenziale”, da parte del governo italiano a quello brasiliano, di riesaminare proprio la possibilità di estradarlo.

Battisti, 62 anni, è stato condannato in via definitiva in Italia all’ergastolo per quattro omicidi compiuti durante gli anni di piombo. Il suo arresto avvenne nel 2007 a Rio de Janeiro, ma tre anni dopo l’ex presidente-operaio, Luiz Inacio Lula da Silva, respinse la richiesta di estradizione presentata da Roma e, come ultimo atto del suo mandato, il 31 dicembre 2010, concesse all’ex estremista di sinistra lo status di rifugiato politico. Nel 2015, Battisti si è sposato con una brasiliana da cui ha avuto un figlio. Per i suoi avvocati, il minore “dipende economicamente ed affettivamente da lui, il che impedisce la sua espulsione” dal Brasile.

Finora – sottolineano molti osservatori – l’attuale presidente brasiliano, Michel Temer, ha sempre evitato di affrontare direttamente l’argomento Battisti, trattato negli anni con discrezione anche in ambito diplomatico. Ma il presunto piano di fuga in Bolivia del rifugiato, oltre a riaccendere il dibattito anche in Italia, potrebbe costringere il capo di Stato a tornare sui suoi passi e ad accelerare una decisione in merito.

TGCOM

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