Catalogna: lo scontro finale. Rajoy: “Situazione eccezionale”

Il Parlamento della Catalogna ha approvato la risoluzione sull’indipendenza dalla Spagna.

70 i voti a favore, 10 contrari e due schede bianche. Lo ha annunciato la portavoce Carme Forcadell. A Barcellona migliaia di persone stanno esultando in piazza con cori e bandiere.

Con i voti di Junts pel Sì e Cup, il parlamento catalano ha così approvato una risoluzione con cui invita il governo locale ad aprire“un processo costituente” su “base popolare”, che “culmini con la redazione ed approvazione della Costituzione della Repubblica” catalana.

La votazione del Parlament catalano è stata nominale e segreta. In aula erano presenti solo i deputati dei partiti indipendentisti, mentre il Partito popolare, il Partito socialista catalano e Ciutatans, la sezione catalana di Ciudadanos, hanno abbandonato il parlamento.

“Chiedo tranquillità a tutti gli spagnoli. Lo Stato di diritto restaurerà la legalità in Catalogna”, ha scritto su Twitter il primo ministro spagnolo Mariano Rajoy.

La giornata della Catalogna

Oggi è una giornata chiave per la Catalogna. Mentre Madrid vota il via libera al commissariamento della regione, il Parlamento catalano ha rilasciato una dichiarazione unilaterale di indipendenza.

Per tutta la giornata di ieri numerosi mediatori hanno cercato un compromesso che evitasse l’ultima radicalizzazione. Ma oggi potrebbero concretizzarsi gli scenari più estremi della crisi innescata dal processo separatista della Catalogna dopo il referendum del primo ottobre.

Il plenum del Senato spagnolo, la Camera alta parlamentare, ha dibattuto questa mattina le misure annunciate dal premier Mariano Rajoy per l’applicazione dell’articolo 155 della Costituzione spagnola, che includono la destituzione di parte o di tutto l’esecutivo catalano del presidente Carles Puigdemont e la convocazione di nuove elezioni. “È la prima volta dal 1978 che si adotta l’articolo 155. Si tratta di una decisione ‘eccezionale‘ presa davanti a una ‘situazione eccezionale'”. Così il premier spagnolo Mariano Rajoy nel suo discorso di fronte al Senato.

Il premier spagnolo ha assicurato che il governo di Madrid destituirà Carles Puigdemont. “È lui è solo lui” il responsabile dell’attivazione dell’articolo 155 della Costituzione, ha dichiarato. Rajoy ha inoltre spiegato che il suo obiettivo è quello di convocare elezioni entro sei mesi. “Ora non c’é più via di uscita rispetto alla chiamata alle urne”.

In mattinata, i due partiti indipendentisti catalani, Junts pel Sì­ e la CUP, hanno depositato nel Parlament catalano una proposta di risoluzione con l’impegno ad “assumere il mandato del popolo espresso nel referendum” e “dichiarare la Catalogna come Stato indipendente in forma di Repubblica”. Le due proposte contengono da un lato una dichiarazione formale di indipendenza e dall’altro l’apertura di “un processo costituente” in Catalogna per mettere in moto il nuovo Stato.

La Procura spagnola sta valutando la possibilità di incriminare per “ribellione” tutti coloro che parteciperanno all’approvazione della dichiarazione unilaterale di indipendenza per la Catalogna. L’ufficio del procuratore starebbe preparando una denuncia contro Carles Puigdemont, che rischia fino a 30 anni di carcere.

IL GIORNALE

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