Speranza: “Renzi cambi agenda o dialogo difficilissimo. Grasso esempio utile per la nostra politica”

di PIERA MATTEUCCI

ROMA – La trattativa per cercare una coalizione con la Sinistra del Pd è partita: Matteo Renzi ha incaricato Piero Fassino di contattare Mdp, Si e Possibile. Tutti e tre prendono tempo, ma non hanno detto ‘no’. E in giornata Fassino ha visto i presidenti di Camera e Senato. Pietro Grasso ha ascoltato il delegato della segreteria del Pd con interesse, ma ha sottolineato, fanno sapere fonti vicine alla seconda carica dello Stato, come in questa fase di ascolto e di riflessione lui non rappresenta alcun soggetto politico e che non ha alcun titolo per affrontare discussioni in merito ad alleanze e coalizioni future.

“Non ho ancora avuto modo di sentire Fassino” ha detto, invece, il coordinatore di Mdp, Roberto Speranza, ospite del videoforum di Repubblica Tv, ma non esclude che possa avvenire.

Ma un dialogo è possibile? “Noi dialoghiamo – ha detto -, ma è evidente che siamo in una situazione difficilissima”. E la difficoltà maggiore è il fatto che, per il coordinatore di Mdp, l’agenda del Pd è troppo distante dai valori originari della Sinistra. Per lui, Renzi “non deve preoccuparsi di parlare con gruppi dirigenti, ma la frattura c’è stata con la base della società. È quella fetta che va recuperata, i 600 mila insegnanti arrabbiati per la Buona scuola, i precari, i giovani disoccupati…”. “In questi anni – ha spiegato – il Pd ha cambiato la propria natura ed è andato da un’altra parte: non recupereremo il nostro popolo senza una svolta radicale”.

Centrosinistra, Speranza: “Rimettiamo l’articolo 18? Pd risponda su questo”

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Le parole, dice Speranza, “servono a riempire i tg, servono i fatti. Negli ultimi mesi il 93% è a tempo determinato. Chi ha fatto job act ci aveva promesso stabilità. L’esito quando la stabilità e 7%, c’è più precarietà. Allora il problema è Speranza o un errore che ci ha sconnesso con un popolo?”. E sulla possibile reintroduzione dell’art.18, Speranza dice: “Sono per reintrodurlo: basta bonus e regalie fiscali. Mettiamo i soldi che ci sono sugli investimenti, che è l’unica strada per produrre lavoro”.

• GRASSO – BOLDRINI
Speranza è intervenuto poi sul caso delle due cariche dello Stato, il presidente del Senato e quello della Camera, che hanno espresso pareri duri nei confronti del Pd e che, per questo, hanno suscitato critiche e polemiche: “Io vengo da una cultura politica che rispetta le cariche dello Stato, ma è un errore pensare che non possano esprimere la propria opinione – ha detto sulle polemiche che si stanno aprendo sul ruolo dei presidenti -. Ricordo casi in cui leader politici sono stati presidenti delle Camere: io credo che le due cariche dello Stato non vadano buttati in polemiche politiche, ma ciò non vuol dire che non possano esprimere le loro opinioni”.

L’apertura del segretario del Pd, ammette Speranza, c’è stata: “Non ci sono veti nei confronti di Mdp, ma non cambia l’agenda – ha proseguito, che ha ricordato quanto fatto nei mille giorni di Renzi -. Fino a pochi mesi fa eravamo uniti e abbiamo perso: non basta essere uniti, se le politiche sono sbagliate”.

E mette l’accento su un altro punto:  “Fino a ieri Grasso era iscritto al gruppo Pd e nessuno ha mai detto ‘non è imparziale’. Ora prende le distanze dal Pd e sembra un problema…”. Per il coordinatore Mdp, poi, “Grasso ha dimostrato un buon esempio utile per la nostra politica e la sua figura può rapprtesentare una diversità rispetto a quello che c’è in campo”.

• ELEZIONI IN SICILIA
Le elezioni in Sicilia, per Speranza, non sono state negative: “A me di Renzi e del successo del Pd interessa relativamente: voglio riportare il popolo a casa. In Sicilia abbiamo avuto un risultato dignitoso (6%) e i nostri voti sono quelli con meno preferenze. Abbiamo dato il segnale che c’è un’alternativa possibile. Siamo al lavoro per quella fetta che vuole tornare a casa”.

Un percorso aperto a tutti: “Non c’è alcuna intesa chiusa. Stiamo offrendo dal basso un’alternativa a questo Paese per cambiare”. Speranza chiarisce di non essere uscito dal Pd “per fare un partitino, ma per vincere le elezioni e cambiare l’Italia. Alle elezioni ha vinto l’astenzione degli elettori di sinistra e centrosinistra. Ma unirsi senza cambiare è un’alchimia che non funziona. Se al posto di Renzi ci va qualcuno che non cambia, è la stessa cosa. Ci sarebbe bisogno di uno scatto d’orgoglio e bisogna mettere da parte questa arroganza insopportabile”.

L’uscita, quindi, è stata determinata da uno scollamento dagli ideali: “Sono uscito quando ho capito che c’era una distanza d’agenda. Il Pd è all’inseguimento di Fi sulle tasse, della Lega sui migrati e di M5s sul costo della politica. Ma c’è bisogno di cambiamento radicale e io sono pronto”.

• CASO OSTIA
Preoccupato, Speranza, si dice in merito a quanto avvenuto a Ostia: “Quel che vedo a Ostia mi spaventa molto, avanza l’estrema destra che promette protezione a fasce deboli”. La responsabilità, ammette il coordinatore, è del fatto che la Sinistra ha perso se stessa. “Non è Renzi. Qui è un problema mondiale. È un problema della sinistra”.

• M5S
Nei confronti di M5s Speranza è molto critico: “La loro rabbia resta rabbia. A tutti dico che l’importante è restituire diritti ai lavoratori. Noi presenteremo una proposta in cui diremo: c’è bisogno di un’alternativa alle leadership al momento in campo”.

• SIMBOLO
Con quale simbolo si presenterà Mdp, dopo l’incidente con Toscani? “Lavoreremo a un nuovo simbolo, anche se MAX mi piaceva tantissimo, significava basta con una politica mediocre, diamo il massimo”, conclude scherzando il coordinatore, dopo le polemiche scaturite dal fatto che la scritta proposta sembrava destinata a richiamare una delle figure più forti e controverse di Mdp, Massimo D’Alema.

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