Milano argina le perdite con le banche, chiude a -0,62%

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Chiusura negativa, ma sopra i minimi di giornata per le Borse europee che proprio sul finale hanno tentato il recupero, dopo giorni di vendite pesanti, provocate dal fuggi fuggi degli investitori istituzionali dai mercati. Del resto i gestori preferiscono portare a casa i consistenti guadagni realizzati da inizio anno, mentre si avvicina la fine del 2017 e così stanno alleggerendo i portafogli e provocando un’emorragia di vendite. Milano ha terminato le contrattazioni in ribasso del 0,62%, arginando i danni rispetto a metà giornata grazie al recupero dei titoli di alcune banche e assicurazioni.

Banche e assicurazioni in recupero sul finale

Sono infatti rimbalzate le quotazioni di Banca Pop Er e Banco Bpm, oltre che di Unicredit, Ubi Banca e Unipol. A Piazza Affari sono invece andate male le azioni di Salvatore Ferragamoall’indomani dei conti del terzo trimestre giudicati deludenti. Hanno registrato pesanti cali anche gli energetici, trascinati in basso dal dietrofront greggio. Saipem ha continuato a perdere quota (-1,77%), pagando ancora dazio all’esclusione dall’indice Msci Global in favore di Davide Campari. Inoltre Tenaris ha perso il -1,55% ed Eni l’1,8%. Leonardo – Finmeccanica ha vantato la performance migliore del Ftse Mib, recuperando il 4,4% del proprio valore, dopo la debacle delle ultime sedute, innescata dalla trimestrale e dal profit warning sui conti futuri. Sono rimbalzate anche le Telecom Italia(+1,7%) sull’ipotesi di un avvicinamento a Enel Open Fiber dopo il cambio ai vertici della società con l’uscita di Tommaso Pompei.

Tra le piccole crolla Astaldi, De Longhi e Carige
Fuori dal paniere principale, Bca Carigeha registrato un ribasso dell’11,1% nel giorno del cda chiamato a fissare il prezzo dell’aumento di capitale da 560 milioni. Sono inoltre state vendute le Banca Mpse le Credito Valtellinese, quest’ultime sempre in scia alla notizia dell’aumento di capitale da 700 milioni annunciato la scorsa settimana. Tra le azioni delle società più piccole sono precipitate quelle di Astaldi (-32%), sulla notizia che i vertici dell’azienda hanno varato un rafforzamento del capitale da 400 milioni di euro. Le De’ Longhi hanno inoltre perso il 13% dopo l’accelerated bookbuilding del 5% del capitale.

Inflazione in linea con le stime negli Usa. Wall Street in calo

Negli Stati Uniti, intanto, Wall Street ha aperto in rosso. In Usa si guarda a una serie di trimestrali, con quella del retailer Target (-4,3% nel pre-mercato) risultata migliore delle stime; il problema è che l’outlook per l’importante stagione dello shopping natalizio ha deluso. General Electric, il cui titolo è sceso ieri sui minimi di quasi sei anni, resta sotto pressione dopo avere ceduto oltre il 12% nelle ultime due sedute, conseguenza degli annunci riguardanti l’azienda fatti dal Ceo John Flannery. Continua poi il dibattito sulla riforma fiscale; la bozza dei repubblicani alla Camera verrà messa al voto domani. Dal fronte macroeconomico, i prezzi al consumo a ottobre sono saliti mensilmente dello 0,1% come previsto; a livello annuale, la componente core è cresciuta dell’1,8%, massimo di aprile; le vendite al dettaglio nello stesso mese sono salite oltre le previsioni (+0,2%).

L’euro sui massimi da tre settimane oltre 1,18 dollari

L’euro nel corso della seduta è salito sopra l’importante soglia di 1,18 sul biglietto verde, ma poi ha ingranato la retromarcia (segui qui l’andamento dell’euro contro le principali valute e qui quello del dollaro), rimanendo comunque sui livelli massimi da tre settimane.

Materie prime in netto calo, il petrolio aspetta le scorte Usa

Il petrolio ha perso terreno, ma ha recuperato in serata sui minimi toccati a metà giornata, sebbene le scorte americane siano aumentate a sorpresa (segui qui l’andamento di Brent e Wti).

(Il Sole 24 Ore Radiocor Plus)

Chiusura negativa, ma sopra i minimi di giornata per le Borse europee che proprio sul finale hanno tentato il recupero, dopo giorni di vendite pesanti, provocate dal fuggi fuggi degli investitori istituzionali dai mercati. Del resto i gestori preferiscono portare a casa i consistenti guadagni realizzati da inizio anno, mentre si avvicina la fine del 2017 e così stanno alleggerendo i portafogli e provocando un’emorragia di vendite. Milano ha terminato le contrattazioni in ribasso del 0,62%, arginando i danni rispetto a metà giornata grazie al recupero dei titoli di alcune banche e assicurazioni.

Banche e assicurazioni in recupero sul finale

Sono infatti rimbalzate le quotazioni di Banca Pop Er e Banco Bpm, oltre che di Unicredit, Ubi Banca e Unipol. A Piazza Affari sono invece andate male le azioni di Salvatore Ferragamoall’indomani dei conti del terzo trimestre giudicati deludenti. Hanno registrato pesanti cali anche gli energetici, trascinati in basso dal dietrofront greggio. Saipem ha continuato a perdere quota (-1,77%), pagando ancora dazio all’esclusione dall’indice Msci Global in favore di Davide Campari. Inoltre Tenaris ha perso il -1,55% ed Eni l’1,8%. Leonardo – Finmeccanica ha vantato la performance migliore del Ftse Mib, recuperando il 4,4% del proprio valore, dopo la debacle delle ultime sedute, innescata dalla trimestrale e dal profit warning sui conti futuri. Sono rimbalzate anche le Telecom Italia(+1,7%) sull’ipotesi di un avvicinamento a Enel Open Fiber dopo il cambio ai vertici della società con l’uscita di Tommaso Pompei.

Tra le piccole crolla Astaldi, De Longhi e Carige
Fuori dal paniere principale, Bca Carigeha registrato un ribasso dell’11,1% nel giorno del cda chiamato a fissare il prezzo dell’aumento di capitale da 560 milioni. Sono inoltre state vendute le Banca Mpse le Credito Valtellinese, quest’ultime sempre in scia alla notizia dell’aumento di capitale da 700 milioni annunciato la scorsa settimana. Tra le azioni delle società più piccole sono precipitate quelle di Astaldi (-32%), sulla notizia che i vertici dell’azienda hanno varato un rafforzamento del capitale da 400 milioni di euro. Le De’ Longhi hanno inoltre perso il 13% dopo l’accelerated bookbuilding del 5% del capitale.

Inflazione in linea con le stime negli Usa. Wall Street in calo

Negli Stati Uniti, intanto, Wall Street ha aperto in rosso. In Usa si guarda a una serie di trimestrali, con quella del retailer Target (-4,3% nel pre-mercato) risultata migliore delle stime; il problema è che l’outlook per l’importante stagione dello shopping natalizio ha deluso. General Electric, il cui titolo è sceso ieri sui minimi di quasi sei anni, resta sotto pressione dopo avere ceduto oltre il 12% nelle ultime due sedute, conseguenza degli annunci riguardanti l’azienda fatti dal Ceo John Flannery. Continua poi il dibattito sulla riforma fiscale; la bozza dei repubblicani alla Camera verrà messa al voto domani. Dal fronte macroeconomico, i prezzi al consumo a ottobre sono saliti mensilmente dello 0,1% come previsto; a livello annuale, la componente core è cresciuta dell’1,8%, massimo di aprile; le vendite al dettaglio nello stesso mese sono salite oltre le previsioni (+0,2%).

L’euro sui massimi da tre settimane oltre 1,18 dollari

L’euro nel corso della seduta è salito sopra l’importante soglia di 1,18 sul biglietto verde, ma poi ha ingranato la retromarcia (segui qui l’andamento dell’euro contro le principali valute e qui quello del dollaro), rimanendo comunque sui livelli massimi da tre settimane.

Materie prime in netto calo, il petrolio aspetta le scorte Usa

Il petrolio ha perso terreno, ma ha recuperato in serata sui minimi toccati a metà giornata, sebbene le scorte americane siano aumentate a sorpresa (segui qui l’andamento di Brent e Wti).

(Il Sole 24 Ore Radiocor Plus)

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