Di Maio boccia il governo istituzionale: “Tornare a votare non ci spaventa”
“Tornare al voto non ci spaventa”. Incontrando la stampa estera, Luigi Di Maio prova a mostrare i muscoli.
E mette in chiaro: “Non contempliamo alcuna ipotesi di governo istituzionale né l’ipotesi di un governo di tutti”. Questo perchénon è disponibile a “immaginare un governo diverso da quello espresso dalla volontà popolare con il 32% dei voti”, ovvero quello targato Cinque Stelle. Un muro idologico che, se non troverà il supporto del Pd e della sinistra, rischierà di sgretolarsi davanti alla macanza dei numeri necessari a formare un governo che stia in piedi con una propria maggioranza.
“Il voto del 4 marzo è stato un voto post ideologico dove non c’entrano più destra e sinistra. È stato un voto su un programma che non è mai stato estremista”. Nell’incontro con la stampa estera, Di Maio rivendica di aver fatto una campagna elettorale dicendo che non è più tempo di uscire dall’Unione europea e dalla moneta unica
. “Ho sempre detto che il nostro governo deve essere improntato sul dialogo e che non avremmo lasciato il paese nel caos – assicura il candidato premier del Movimento 5 Stelle – intendo portare avanti questa linea anche adesso, una linea coerente per noi che vogliamo andare al governo. Quei punti di programma sono la bussola”. E garantisce: “L’Italia con noi resterà alleata con l’occidente, resterà all’interno della Nato e nell’Unione Europea. Ma lo faremo con l’ambizione di cambiare alcune cose che non funzionano”.
Oltre alla politica estera, durante l’incontro di oggi, Di Maio ha affrontato il nodo economico. Negli ultimi giorni è stato segnato dalla fallimentare promessa del reddito di cittadinanza. Proposta che i Cinque Stelle intendono mantenere mettendo seriamente a rischio i conti pubblici del Belpaese. “Le nostre misure economiche saranno sempre ispirate alla stabilità del paese e alla qualità della vita degli italiani, vogliamo stare fuori dalle diatribe dei partiti”, spiega il candidato premier del M5S. Che poi attacca apertamente il ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan che oggi, da Bruxelles, ha accusato l’Italia di dare “incertezza all’Eurozona”. “È un irresponsabile”, ribatte accusandolo di “avvelenare i pozzi”. “Tutti quanti dobbiamo avere responsabilità”.
Il refrain di Di Maio resta sempre lo stesso. Niente dialogo: chi vuole può appoggiare il programma. Per il resto, niente governissimo, niente inciuci con altre forze politiche. “Il nostro obiettivo è andare al governo, non considero l’ipotesi che non parta la legislatura”. Ed è pronto a tenere la partita per le presidenze delle Camere fuori da quella per la formazione dell’esecutivo. “Non devono essere collegate ad alleanze o a dinamiche di governo perché quelle sono figure di garanzia che riguardano il Parlamento”, chiarisce anticipando lo scontro che si consumerà nelle prossime settimane.
IL GIORNALE