Francoforte ko su timori dazi e super euro. A Milano male Mediaset e Tim

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Il ko della Borsa di Francoforte, secondo alcuni operatori innescato sia dalla forte risalita dell’euro/dollaro a 1,24 sia dall’arrivo di Mike Pompeo alla Segreteria di Stato Usa che aumenterebbe i timori di guerre commerciali tra gli Stati Uniti e altri Paesi, ha dato il la nel pomeriggio alla correzione generale degli indici azionari europei. Il Dax30 ha ceduto l’1,59% mentre Piazza Affari ha limitato il passivo allo 0,32%. La corsa dell’euro, innescata dall’inflazione Usa in linea con le attese a febbraio che dovrebbe portare a una conferma della tempistica della Fed nella stretta monetaria del 2018, ha portato il cambio a 1,2398 dollari. Il petrolio non ha approfittato della debolezza del biglietto verde risentendo invece delle indicazioni Eia sulla produzione Usa di shale oil: il Wti cede l’1% a 60,6 dollari al barile nella consegna aprile.

A Milano denaro su Unipol (+2,9% grazie a un report di Kepler) e su alcune banche come Banco Bpm (+2,3%) e Bper (+1,9%). Ancora brillanti le utility a cominciare da Italgas (+2,2%) dopo i conti e la prospettiva di un miglioramento dei dividendi futuri. Realizzi su Mediaset (-4,1%) e Tim (-2,4%). St (-2,6%) paga lo stop di Trump a Broadcom-Qualcomm.

Banche e utility frenano la caduta di Piazza Affari

Banche e utility hanno permesso a Piazza Affari di limitare il passivo rispetto agli altri indici continentali: in particolare, le società dei servizi pubblici, già ieri accese dalla maxi-operazione Eon-Rwe, hanno mostrato un indice di comparto in rialzo dello 0,9% circa con A2a (+1,4%), Snam Rete Gas(+0,9%), Enel (+0,7%) e Terna (+0,7%) in evidenza. Prese di beneficio sulle società esposte verso il biglietto verde, come Cnh Industrial(-2,2%) e Prysmian (-1,6%), ma anche su Poste Italiane (-2,2%) ieri arrivata ad aggiornare i massimi storici in area 7,4 euro per azione. Secondo giorno consecutivo di correzione per Atlantia protagonista di un +14% nella scorsa settimana quando ha preso forma il progetto di un accordo con Acs per una soluzione condivisa del dossier Abertis.

Mondadori giù dopo guidance 2018 con numeri in calo, Piquadro frizzante

Fuori dal Ftse Mib, giù dell’1% Mondadori dopo le indicazioni sugli obiettivi finanziari 2018 e 2019. Male Salini Impregilo (-5,5%) secondo gli operatori penalizzata dalle valutazioni di una casa di investimento italiana. In rialzo del 3% Piquadro che è in trattativa con il gruppo del lusso Richemont per l’acquisto del brand della pelletteria Maison Lancel. Ancora forti vendite su Astaldi (-5,2%) sulla prospettiva di un aumento di capitale da 300 milioni finalizzato al rafforzamento patrimoniale.

Telecom sotto la lente, Mediaset giù
A Piazza Affari i riflettori sono rimasti puntati su Telecom Italia (invariata), nell’attesa che il fondo Elliott scopra le carte, annunciando il numero esatto di azioni che detiene. Secondo indiscrezioni il fondo ha già proposto un cambiamento nella governance della società, il progetto di scorporo della rete con assegnazione delle azioni ai soci, il ritorno al dividendo forse già da quest’anno e la conversione delle risparmio in ordinarie. Mediaset intanto ha sofferto risentendo del downgrade di Jp Morgan, che ha consigliato di alleggerire le azioni in portafoglio, complice la performance registrata negli ultimi mesi dai titoli.

Italgas continua a correre sull’onda dei conti

Italgas è salita ancora , dopo la buona performance della vigilia innescata dalla pubblicazione dei conti del 2017 e dell’annuncio della cedola, pari a 0,2 euro per azione, in progresso del 4% rispetto a quella staccata l’anno scorso. La società ha archiviato l’anno scorso con 2017 con ricavi pari a 1,12 miliardi, in crescita del 4,3%, un ebitda adjusted di 781,2 milioni (+14,1%) e un utile netto adjusted di 296,4 milioni (+34%)Stmicroelectronics ha perso quota in un giorno in cui il comparto dei chips è sotto la lente, dopo che l’operazione di aggregazione tra Qualcomm e Broadcom è stata bloccata da Trump.

Ocse: rischi da protezionismo Usa

Questa mattina l’Ocse intanto ha puntato il dito contro il ritorno del protezionismo da parte degli Stati Uniti sottolineandone i rischi per la crescita mondiale: l’Organizzazione ha rivisto al rialzo le indicazioni diffuse a novembre e ora prevede che il Pil mondiale nel 2018 e del 2019 metterà a segno un progresso del 3,9% (stime riviste rispettivamente dello 0,2 e dello 0,3%). Per la zona euro è stato stimato un pil in progresso del 2,3% quest’anno e del 2,1% l’anno venturo. L’Organizzazione, però, ha lasciato invariate le previsioni per l’Italia con una crescita dell’1,1,5% quest’anno del dell’1,3% nel 2019.

Inflazione Usa: 0,2% a febbraio come nelle previsioni
Sul fronte Usa, i prezzi al consumo sono cresciuti a febbraio per il settimo mese di fila ma a un passo in linea alle stime. Il dato potrebbe calmare i mercati, che a febbraio hanno temuto un aumento dell’inflazione e dunque una Federal Reserve meno accomodante del previsto. Esso è’ arrivato in vista della riunione della Fed del 20 e 21 marzo prossimi, quando è atteso un rialzo dei tassi di 25 punti base all’1,5-1,75%. Secondo quanto reso noto dal dipartimento del Lavoro americano, l’indice dei prezzi al consumo è cresciuto dello 0,2% su base mensile dopo il rialzo dello 0,5% di gennaio. Le stime erano per un aumento dello 0,2%.

Asta Btp post elezioni, rendimenti in altalena

La prima asta Btp post elezioni si è chiusa con una buona domanda di titoli di stato italiani. Nel dettaglio, il Tesoro ha emesso la nona tranche del BTp a 3 anni scadenza 15/10/2020 per 2,5 miliardi con il rendimento sceso di 5 centesimi allo 0%. Collocata anche la prima tranche del nuovo BTp benchmark a 7 anni scadenza 15/05/2025 per 4 miliardi con il rendimento, in rialzo di 3 centesimi sull’asta del mese scorso, all’1,47%. In più il Tesoro ha emesso 2,25 miliardi di BTp a 15 e 30 anni: nel dettaglio è stata collocata l’ottava tranche del BTp scadenza 01/09/2033 per 1,289 miliardi con un rendimento del 2,45% e la 12ma tranche del BTp a 30 anni scadenza 01/03/2047 con un rendimento lordo del 2,92%.

Spread con Bund chiude stabile a 128 punti, rendimento all’1,90%
Chiusura stabile per lo spread tra BTp e Bund sul mercato secondario telematico dei titoli di Stato. Il differenziale di rendimento tra il decennale benchmark italiano (Isin IT000527480) e quello tedesco è indicato in chiusura a 128 punti base, stesso valore della vigilia, in una seduta priva di movimenti significativi. In leggero calo il rendimento del decennale italiano, all’1,90% dall’1,91% di ieri.

(Il Sole 24 Ore Radiocor)

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