Effetto elezioni
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Come nel passato e come in tutti i casi in cui i sospetti attentatori sono spie, agenti diretti o mercenari assoldati e protetti da strutture statuali di intelligence, sarà quasi impossibile per gli investigatori inglesi ottenere prove inconfutabili delle responsabilità di Mosca nell’attentato all’ex spia russa Skripal. Tuttavia l’arma del delitto – un gas nervino nell’esclusiva disponibilità russa – i precedenti, le circostanze e le modalità sembrano ricalcare copioni ben noti. Al momento non sappiamo se gli investigatori di Scotland Yard siano entrati in possesso di ulteriori, circostanziati elementi d’accusa, ma tanto è bastato a Theresa May per espellere dal Regno Unito metà dei diplomatici russi in servizio all’ambasciata di Londra, minacciare sanzioni economiche e chiedere una riunione urgente del Consiglio di sicurezza dell’Onu.
Può darsi che nella reazione veemente del premier britannico abbiano pesato anche calcoli di politica interna, ma ciò non ha impedito che la solidarietà europea e atlantica a uno Stato membro aggredito sul proprio suolo e con mezzi efferati scattasse immediata. Ci sono stati distinguo, inviti alla cautela, richieste alla May di fornire ulteriori prove ma Trump, Merkel, Macron, la Nato e la Ue sono stati unanimi.
In Italia, nel silenzio di un governo in prorogatio, fanno rumore le parole di Salvini. Il candidato premier non crede alla May e giudica tutta la vicenda una fake news come quelle sulle interferenze degli hacker russi. Salvini ha firmato anni fa un accordo di collaborazione con il partito di Putin e si batte per togliere le sanzioni inflitte alla Russia dopo l’annessione armata dell’Ossezia, della Crimea e i tentativi di smembrare l’Ucraina. Salvini da solo non riuscirà a sradicare l’Italia da settant’anni di solidarietà occidentale ed europea, a farci uscire dall’euro e dalla Nato consegnandoci a Putin. A meno che Di Maio lo assecondi e gli altri tacciano. Da oggi la politica estera è entrata di prepotenza nel dibattito sul dopo elezioni.
QN.NET