Pd, Calenda: “Sconfitta del Pd figlia della crisi dell’Occidente”. Martina e Cuperlo: “Governo Lega-M5s un pericolo”
ROMA – “La nostra sconfitta è figlia della crisi dell’Occidente e delle paure diffuse, ma ora andiamo avanti”. Il ministro Carlo Calenda torna sulla crisi del Pd e, prima a margine dell’assemblea di Sinistra Dem (che non è piaciuta per niente ai renziani), e in serata su twitter ha tratteggiato il suo quadro: “Così si muore. Renzi ha sbagliato tutto. Renzi non ha sbagliato nulla. Cuperlo è pericoloso. Martina non ha abiurato abbastanza. Ma qui siamo nel mezzo di una crisi epocale per l’Occidente, l’Italia e i progressisti. Vediamo di evitare la sindrome da asilo Mariuccia”, scrive in un tweet rispondendo a un utente.
Pd, Calenda: “Da matti dire Di Maio inadatto perché steward. La democrazia non è colloquio di lavoro”
E sul governo ancora formalmente in carica scrive: “Governi Renzi/Gentiloni tra migliori storia Italiana. Riforma istituzionale avrebbe cambiato verso al Paese. Sconfitta è figlia di crisi Occidente lib/dem e paure diffuse ma anche messaggio troppo semplicistico su crisi risolta e futuro semplice. Poco accolte paure. Adesso però andiamo avanti”.
“Credo che per una volta il Pd sia davvero compatto sul no all’alleanza con il Movimento 5 Stelle”. “Io – spiega a un altro utente – ho provato a lavorare con loro su Roma e il risultato è stato molto scoraggiante da tutti i punti di vista. Sconsiglierei di ripetere esperimento a livello nazionale”. Piuttosto, aveva detto lo stesso calenda qualche ora prima a margine dell’assemblea dem, “ci sono molti elementi di contatto tra Lega e M5s e che, quindi, “se devono fare un governo insieme lo facciano. Dopodiché bene la linea di Martina e Cuperlo di stare all’opposizione, ma se a un certo punto bisogna fare un governo istituzionale, un governo di tutti, un governo del presidente insieme a tutti gli altri quello è un altro paio di maniche. Ora però mi sembra presto per parlarne. Vedo molte più vicinanze tra M5s e Lega che tra M5s e Pd”.
Pd, Martina: “M5S e Lega sono un pericolo. Noi non faremo l’Aventino, faremo opposizione”
“Sono d’accordo con Cuperlo: il 4 marzo ci ha consegnato l’opposizione, ma guai a rifugiarsi nell’Aventino” aveva spiegato in assemblea Maurizio Martina, mettendo in guardia dai rischi di un asse tra il Carroccio e il Movimento fondato da Beppe Grillo: “Anche io penso che un governo M5s-Lega sia pericoloso per il Paese. Salvini si fa portavoce di una coalizione e viene smentito un minuto dopo. Di Maio racconta ai giornalisti che si sarebbe aspettato telefonate. È l’esempio dell’incapacità di un leader di cogliere la responsabilità che ha per il Paese. Quello visto dai vincitori dal 4 marzo somiglia più al secondo tempo di una campagna elettorale. Ma è finita. Noi incalzeremo, proporremo, non staremo a guardare. Noi siamo alternativa a queste forze”.
Per il leader della sinistra Pd e Guardasigilli Andrea Orlando è “assolutamente irricevibile un governo politico” con M5s o Lega e dice “no all’Aventino”, soprattutto sulle cariche istituzionali come la scelta dei nuovi presidenti di Camera e Senato. L’impossibilità dell’accordo, però, ci tiene a sottolineare il ministro, non è legato agli insulti: “Dobbiamo motivare il fatto che non è possibile produrre una alleanza politica con Lega e M5s perché sarebbe impossibile realizzare gli impegni presi con gli elettori, così togliamo via l’aspetto che non facciamo alleanze con chi ci ha insultato, una cosa che va bene per l’asilo. Abbiamo fatto un’alleanza con il centrodestra dopo una campagna elettorale durante la quale non ci siamo scambiati fiori…”, ha precisato.
E ha invitato a non sottovalutare gli avversari: “Attenzione a dire ‘hanno vinto gli incolti e gli imbecilli ora mettiamoli alla prova e falliranno e quindi torneranno a votare per noi’: è un errore che non possiamo permetterci di fare, innanzitutto perché sarebbe un azzardo forte dire che sono estremisti il 50% degli italiani”.
Poi, parlando del futuro del partito, ha auspicato una nuova fase: “Dobbiamo proporre che la prossima assemblea del partito apra una fase costituente, con un segretario di transizione. Si affronti il tema della forma partito. Non vogliamo rifare la ‘ditta’, perché anche la ‘ditta’ non funzionava più. Vogliamo un partito che sappia interpretare in tempo reale le richieste della società”.
• PERCHE’ L’AVENTINO
Date le numerose citazioni da parte dei partecipanti all’assemblea di Sinistra dem, vale la pena ricordare perché, nel gergo politico, si usa come modo di dire ‘ritirarsi sull’Aventino’. Per capirlo bisogna tornare al giugno 1924: in quell’occasione alcuni deputati antifascisti, in segno di protesta per la scomparsa di Giacomo Matteotti (che aveva denunciato alcuni brogli elettorali), attuarono la cosiddetta ‘secessione dell’Aventino’, abbandonando i lavori dell’Aula e riunendosi in un’altra sala di Montecitorio, che da quel momento fu chiamata ‘sala dell’Aventino’. Ma l’origine è ben più lontana ed è legata al fatto che sul colle Aventino, secondo quanto racconta la storia, si ritiravano i plebei nei momenti di maggior conflitto con i patrizi. In astratto significa boicottare qualcosa attraverso la mancanza di azione, ovvero isolarsi senza svolgere alcuna attività.