Scuola, sciopero delle maestre: Lezioni a rischio in materne e primarie

Lezioni a rischio oggi per uno sciopero del personale scolastico. L’azione di protesta, accompagnata da una manifestazione davanti al ministero dell’Istruzione, è stata indetta da Anief e Saese ma anche dai Cobas (limitatamente, in questo caso, ai docenti di scuola dell’infanzia e primaria). La data di venerdì coincide con l’insediamento delle Camere e con il parere che dovrebbe essere espresso dall’Avvocatura dello Stato in relazione all’applicazione della sentenza con cui il Consiglio di Stato ha disposto la cancellazione dalle graduatorie a esaurimento di oltre 50 mila diplomati magistrali. Le maestre avevano già protestato a gennaio, chiedendo una soluzione politica per rientrare nelle graduatorie e recuperare il proprio diritto ad una cattedra in virtù del proprio titolo abilitante. Ma, ora che il governo è in procinto di insediarsi, ritornano in piazza per riportare il tema al centro dell’attenzione politica.

«Dopo una campagna per le elezioni politiche dove il tema scuola non è stato certamente centrale, è giunto il momento – ha spiegato il presidente dell’Anief, Marcello Pacifico – di richiamare l’attenzione della politica. Tra i motivi dello sciopero spicca quello della necessità di aprire ai precari le Graduatorie a esaurimento. Ci appelliamo alla sensibilità dei nuovi senatori e onorevoli perché facciano giustizia nei confronti di decine di migliaia di precari abilitati e specializzati che rischiano il licenziamento».

Parlamento off limits

«Volevamo manifestare davanti al Parlamento per inviare ai nuovi deputati e senatori un messaggio forte e chiaro affinché vengano restituiti a decine di migliaia di maestre il diritto a insegnare e la sicurezza del posto di lavoro che si sono guadagnati in anni e anni di precariato mal retribuito. Ma la manifestazione, autorizzata in precedenza, è stata vietata all’ultimo momento dalla questura, forse – afferma il leader dei Cobas, Piero Bernocchi – per un intervento del ministro degli Interni che non ha voluto `turbare´ la prima giornata dei neo-eletti/e, decidendo di `recintare´ il Parlamento con un’ampia zona off limits per ogni sorta di protesta».

«Ferma restando la protesta più ampia, che coinvolge tutta la categoria docente e Ata, contro un contratto miserabile sul piano economico e l’inserimento in esso delle imposizioni della legge 107, lo sciopero del 23 marzo ha come obiettivi immediati, da presentare ai nuovi parlamentari e al governo che verrà – aggiunge Bernocchi – la conservazione del posto in `ruolo´ o nelle Gae (graduatorie a esaurimento) per le maestre diplomati magistrali che vi si trovano, la riapertura delle Gae per tutti i precari abilitati e l’immissione immediata `in ruolo´ per i precari con 3 anni di servizio».

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