L’ultimo saluto a Frizzi, gentiluomo della tv

Oggi alle ore 12 nella Chiesa degli Artisti di Piazza del Popolo a Roma si terranno i funerali di Fabrizio Frizzi, gentiluomo con il sorriso amato da tutti. Ci si aspetta una grande folla per l’ultimo saluto così come già successo alla camera ardente.

 

 

 

 

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Ieri, infatti, per tutto il giorno, politici, vip dello spettacolo, giornalisti e personalità dell’economia si sono stretti intorno ai parenti nella camera ardente allestita nella sede Rai di viale Mazzini, dove Frizzi era di casa da 30 anni. Un fiume umano in fila, alcuni dalle prime luci dell’alba, per salutare uno dei volti più noti della tv italiana. “La città gli ha riservato uno splendido saluto”, dice Roberto Giachetti, deputato Pd e in corsa alle ultime Comunali di Roma come candidato sindaco. Tutti, dal presidente del Consiglio Paolo Gentiloni a Gianni Letta, al ministro Marianna Madia, a Luca Cordero di Montezemolo, al direttore di Repubblica Mario Calabresi, al presidente del Coni Giovanni Malagò hanno reso omaggio alla salma del conduttore.

 

 

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Sono arrivati anche Beppe e Rosario Fiorello, Giancarlo Leone, Tiberio Timperi, Flavio Insinna, Alessandro Haber, Lorenza Lei, Bianca Guaccero, Cristina Parodi, Riccardo Rossi, Stefano d’Orazio (dei Pooh), Giulio Scarpati, Max Giusti, Emilio Carelli, Bruno Vespa, che dice non avere di lui “nessun ricordo senza sorriso”. E ancora: Giancarlo Leone, Andy Luotto, Francesca Fialdini, Marco Liorni, Manuela Aureli, Enrico Brignano e Massimo Giletti. “La sua immagine televisiva – ha detto Giletti – era rispondente al suo modo di essere. Non l’ho mai visto nervoso o con atteggiamento sgarbato. Era sempre sereno, tranquillo, aveva una parola buona per tutti. Era un artigiano della tv. Mi ricordava Mike Bongiorno, non lasciava nulla al caso”.

 

 

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Max Giusti tiene a far sapere che “era esattamente come sembrava in tv: una persona altruista, generosa, disponibile, educata, piena di valori”. Per la gente comune Frizzi era proprio uno di famiglia, ma lo era soprattutto per i colleghi: “Era come un parente per tutti noi” afferma Enrico Brignano. “Molti dicevano che non aveva carattere, ma quando ci fu da andare controcorrente nei confronti dell’azienda lo fece: mi viene in mente l’episodio della finalissima di “Scommettiamo che?” dopo l’attentato a Falcone. La Rai si impuntò per farla andare in onda. In quell’occasione dimostrò un gran carattere”.

LA STAMPA

 

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