L’Fbi perquisisce l’ufficio dell’avvocato di Trump. Lui furioso: che ingiustizia, è un attacco al Paese
L’Fbi perquisisce gli uffici dell’avvocato personale di Donald Trump, Michael Cohen. E la rabbia del presidente Usa non si fa attendere: è una «situazione scandalosa», un «attacco al nostro Paese», un «nuovo livello di ingiustizia» dice riunito con i suoi più stretti collaboratori per parlare di Siria e di come rispondere all’attacco chimico.
Trump è teso, arrabbiato e attacca a tutto campo, riservando le sole buone parole a Cohen, «una brava persona». Critica il ministro della Giustizia Jeff Sessions per essersi astenuto sulle indagini sul Russiagate, aprendo di fatto la strada alla nomina di Robert Mueller. Ed è proprio contro il procuratore speciale che la rabbia di Trump si scatena nella convinzione che ormai sia andato oltre. A chi gli chiedeva se intende licenziarlo, il presidente risponde con un laconico: «Vedremo cosa accadrà. Molti mi dicono che dovrei licenziarlo». Nella squadra di Mueller ci sono il «gruppo di persone più faziose» che si sia mai visto: si tratta – dice – soprattutto di democratici con conflitti di interesse che non hanno esaminato e indagato Hillary Clinton.
Le posizioni di Mueller e Sessions sembrano così sempre più scricchiolare, ma non se la passa meglio il vice ministro della giustizia Rod Rosenstein. Secondo le normativa vigente, Mueller deve contattare Rosenstein nel caso in cui si scontri con informazioni non del tutto inerenti con le indagini sul Russiagate. Sta poi a Rosenstein decidere come procedere, se ampliare il mandato di Mueller o segnalare alle autorità le informazioni ricevute.
Il blitz negli uffici di Cohen sarebbe stato innescato da alcune informazioni emerse nell’ambito delle indagini sul Russiagate e segnalate da Mueller alle autorità di New York. Secondo indiscrezioni riportate dal Washington Post, Cohen sarebbe indagato per frode bancaria e violazione delle norme per il finanziamento della campagna elettorale. Con la perquisizione sarebbero stati prelevati alcuni documenti riguardanti anche Stormy Daniels, la pornostar con la quale Trump avrebbe avuto una relazione nel 2006, quando Melania Trump era da poco incinta. Proprio Stormy avrebbe rilasciato un’intervista esplosiva al magazine Penthouse e si sarebbe lasciata ritrarre nuda per il numero che sarà in edicola alla fine del mese.
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